Il Santo della domenica - Il solito pasticcio all’italiana e le folli teorie di complotti. Sarri andava veramente aiutato con una figura alla Zola al suo fianco come avvenuto al Chelsea

01.03.2020 00:05 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
Il Santo della domenica - Il solito pasticcio all’italiana e le folli teorie di complotti. Sarri andava veramente aiutato con una figura alla Zola al suo fianco come avvenuto al Chelsea

Il solito  pasticcio all’Italiana. Se non ci fosse di mezzo una situazione seria che vede 50.000 persone in isolamento in oltre  10 comuni tra Lombardia e Veneto, medici e personale sanitario che da giorni lavorano ininterrottamente  e un virus che comunque alla fine per la sua contagiosità un minimo preoccupa,  ci verrebbe da sorridere. Si perché ancora una volta il tutto è stato gestito veramente male.

Chiaro che nella piramide delle priorità in queste situazioni in calcio viene per ultimo, ma la confusione che è regnata fino alla tarda mattinata di ieri è stata davvero paradossale. Si gioca, no non si gioca, anzi si gioca a porte chiuse, fino al rinvio delle 5 gare che si sarebbero dovute disputare senza pubblico. Nel frattempo però i tifosi del Torino possono andare a Napoli e quelli del Bologna, in Emilia sono state rinviate Parma Spal e Sassuolo Brescia, si possono spostare sino a Roma.  Non sarebbe stato più logico a questo punto fermare tutta la giornata di campionato? Cosi almeno sarebbe stato lanciato un segnale per una volta chiaro e univoco. Senza considerare che poi la prossima settimana probabilmente ci racconteranno che “adesso è tutto a posto si può ricominciare”

Se mercoledì prossimo, come pare, si giocherà regolarmente Juventus Milan, come verrà spiegato che soltanto tre giorni prima non si poteva?    

Invece cosi sono già partite le inevitabili polemiche, tesi di congiure e complotti. Si perché giocare Juventus Inter a porte chiuse andava bene, ovviamente alla tifoseria neroazzurra, spostare invece la partita, con tutte le discrepanze di cui abbiamo già parlato, significa falsare la stagione a discapito della squadra di Antonio Conte.

Ciò che diventa difficile è invece immaginare come verranno incastrate e gestite le varie date dei recuperi. Intanto la finale di Coppa Italia è stata spostata al 20 maggio, e il turno di oggi al 13 maggio, ma ad esempio ancora non si sa quando verrà giocata Inter Sampdoria: inoltre se i bianconeri dovessero arrivare in fondo a tutte le competizioni, dovrebbero sobbarcarsi 3 finali nel giro di neppure 10 giorni. Certo discorsi assolutamente prematuri ma che in un ragionamento complessivo debbono essere presi in considerazione

Sul piano strettamente agonistico, è stata una settimana pessima, con la brutta sconfitta di Lione, le dichiarazioni forti di Bonucci, la difficoltà di Maurizio Sarri a spiegare il “suo “ calcio

La Juve è ad un bivio. In queste 13 partite di campionato, e nel ritorno di Champions dovrà fare capire se questa è una stagione da buttare o se in qualcosa si può ancora salvare. Nella prima ipotesi, le riflessioni oltre che sul tecnico andrebbero fatte anche sulla gestione dell’area sportiva, che a giugno si è presa una grande responsabilità . Forse è stato sottovalutato ad esempio il ruolo che aveva Gianfranco Zola nel Chelsea. Voglio dire che laddove Sarri non arriva, penso ai rapporti diretti con i calciatori, sarebbe servita una figura forte da affiancare al tecnico

La scintilla della “rivoluzione” sarriana non è di fatto mai scoccata ma adesso devono essere anche i singoli calciatori a rispondere presente. Troppo comodo e troppo facile dare solo e soltanto la “ colpa” al tecnico. Quando in campo si vedono orrori come quelli a cui abbiamo assistito in occasione del primo gol del Lione delle riflessioni debbono essere fatte

Il popolo bianconero, lo abbiamo sentito in questi giorni  a Radio Bianconera, è disorientato arrabbiato  e chiede nel 90% dei casi la testa del tecnico. Credo però che buttare  tutto a mare sia ancora prematuro. Se possibile stringiamoci attorno alla squadra ancora per qualche settimana, quelle decisive, dopo di che arriverà il tempo di tracciare i bilanci definiti e definitivi.