IL SANTO DELLA DOMENICA - A BERGAMO TRE PUNTI PESANTISSIMI: QUANDO NON GIRA LA SQUADRA CI PENSANO I CAMPIONI
Ci sono partite che vanno giocate, altre che vanno vinte. Atalanta Juventus faceva parte delle seconde, quelle cioè che devi portare a casa per più di un motivo: la classifica in primis, i segnali da dare alle squadre che stanno dietro e per ribadire i rapporti di forza.
Poi ci sono diversi modi per vincere. La Juve a Bergamo ha scelto quello che soltanto i grandi campioni ti possono garantire. Quando la squadra non riesce ad esprimersi, vengono fuori le qualità dei singoli, capaci di indirizzare le gare, e spesso le stagioni. D’accordo, per 70 minuti non abbiamo visto una bella Juventus, anzi. Eppure l’approccio non era stato sbagliato, poi invece di prendere linfa dal rigore sbagliato, i bianconeri si sono spenti, soffrendo l’Atalanta, capace di tirare ben 12 volte nella prima frazione di gioco. Non accadeva dalla stagione 2017 2018 che la Juve prendesse così tanti tiri nel primo tempo, era dicembre del 2017 la partita Napoli Juventus, chiusa con una vittoria per 1 a 0 della Juve allora nelle mani di Massimiliano Allegri
Le sofferenze di ieri hanno una spiegazione. Il centrocampo: Pjanic che tocca appena 55 palloni, record negativo in assoluto, Bentancur che non riesce a garantirli copertura, spazi e alternative in fase di costruzione, Khedira in grande apprensione sulle percussioni di Gomez che lo ha fatto letteralmente impazzire. La Juve ha patito molto sulla corsia di destra, e non è un caso che un certo equilibrio sia tornato con l’ingresso in campo di Emre Can, preziosissimo per arginare un indemoniato Papu e dare una mano in fase di copertura a Cuadrado.
Diciamolo senza problemi. Il vantaggio degli orobici, è parso come la logica conseguenza di una partita che sembrava indirizzata. L’Atalanta, proprio per la mancanza di un adeguato filtro a centrocampo, si è permessa il lusso di tirare ben 16 volte dall’interno dell’area di rigore bianconera. Credo però che una grande squadra la si veda anche nei momenti di difficoltà. Saper tirare fuori la grinta e la fame necessaria, anche in una giornata che sembra storta, è decisamente un pregio che poche formazioni in Europa si possono permettere.
Se Maurizio Sarri , in questo caso non ci ha convinto fino in fondo sulle scelte iniziali, ancora una volta è riuscito a tirare fuori dalla panchina la ricetta giusta . Douglas è l’uomo che spariglia sempre e comunque, con Ramsey in questo caso più a suo agio da mezz’ala. Poi ci sono i campioni. Anche nel giorno dove mancava Cr7, Higuain e Dybala hanno ribaltato gli uomini di Gasperini, portando a casa una vittoria che vale ben più dei tre punti in classifica. Una vittoria di nervi, e di rabbia, che non guasta mai.
Sarri deve lavorare, e molto, ma farlo da primi in classifica, e con gli ottavi di finale di Championsin tasca vuol dire tanto. Dove si deve intervenire in questo preciso momento è nel reparto centrale. Emre Can sembra aver ancora molta voglia di indossare la maglia bianconera, e visto l’appannamento di Khedira, concederli minuti sembra la scelta migliore.
Una scelta che deve essere fatta anche sul trequartista. L’infortunio di Bernadeschi in questo senso può dare una mano all’allenatore della Juve, ma l’impressione è che il buon Federico abbia qualcosa in meno in quel ruolo, intendiamoci parliamo di trequartista puro, rispetto a Ramsey e Douglas
Certe partite si devono solo vincere, tornare da Bergamo con tre punti è un ennesimo squillo di tromba verso la concorrenza, che non molla e resterà valido avversario a lungo. Adesso chiudiamo i conti in Champions prendendo il primo posto per poi provare a dare una spallata in campionato. Come dice il nostro motto, fino alla fine, questa Juve non molla mai.