Il peso di CR7, mai così bene dal 2015. È una Juve dai mille capitani, il ritorno di Pogba un regalo (quasi) impossibile. Superga e striscioni, tra vergogna e ipocrisia

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
30.10.2018 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Il peso di CR7, mai così bene dal 2015. È una Juve dai mille capitani, il ritorno di Pogba un regalo (quasi) impossibile. Superga e striscioni, tra vergogna e ipocrisia
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Dodici gol in dodici partite: sette li ha fatti fare, in cinque casi ha servito la rete al compagno. Senza considerare gli altri gol, quelli arrivati non su assist diretto, ma su azione nata dai suoi piedi. Un esempio su tutti, il gol di Dybala a Manchester, che la statistica non gli attribuisce come assist. Di chi si parla? Sempre di lui, ovvio. Di Cristiano Ronaldo e del suo apporto alla Juventus. Dopo tanti giudizi prematuri, è il campo a parlare. E dice che, al netto di un avvio Champions non entusiasmante (ma condizionato dal rosso di Valencia), CR7 non partiva così bene in campionato, tra gol e assist, dalla stagione 2014/2015. Alla faccia di quelli che “eh ma vogliamo vederlo in Serie A”.

 

Contro l’Empoli, una volta di più, ha fatto il Ronaldo. Partita brutta da parte di una Juve rimaneggiata, il campione piazza la zampata e tanti saluti all’avversario. Non è per battere l’Empoli che Andrea Agnelli ha aperto il portafogli, ma se ci scappa qualche vittoria tutta targata Ronaldo, anche contro le piccole, nessuno si può lamentare. È una Juve che non è ancora, e forse per fortuna non sarà mai, Ronaldo-dipendente, ma che sta integrando il suo giocatore migliore nei meccanismi di una squadra già rodata da parecchi anni. Il banco di prova rimane uno, e il peso delle aspettative rimane pesante: una Juve così forte, forse, non l’abbiamo mai vista. Reparto per reparto, rischia di essere una delle 2-3 squadre migliori d’Europa in questo momento, con City e Barcellona. Per arrivare alla coppa delle grandi orecchie, però, servirà fortuna. E non solo Cristiano Ronaldo. 

 

Il portoghese è come previsto un leader tecnico e non solo, ma un’altra bella notizia è la fascia che gira. Nello spogliatoio della Juve, come in quello di tutte le grandi squadre, vi sono delle gerarchie ben definite. Questo è giusto e inevitabile. Il fatto che però, in assenza dei “capitani” veri e propri, gli altri vogliano spartirsi onere e onore della fascia è comunque una bella notizia. Non sarà una gara da capitano a far superare del tutto gli innumerevoli interrogativi su Paulo Dybala e sul suo stato di grande giocatore o vero fuoriclasse. Però che anche lui voglia partecipare alla leadership della squadra, lo ripetiamo, è un bel segnale. È una Juve con tanti capitani, con un gruppo che in estate si è posto un obiettivo e ora ha tutta l’intenzione di remare compatto in una direzione. Magari con un piccolo regalo a gennaio: il ritorno di Paul Pogba non è certo facile. Anzi, numeri alla mano in questo momento è proprio impossibile. Però i vari attori in gioco ci stanno pensando e in fin dei conti, volendo trovare il pelo nell’uovo, nel leggere la formazione tipo dei bianconeri una grandissima mezzala è l’elemento che manca. Chissà, il mercato di gennaio è alle porte. 

 

Torniamo indietro, per salutarci. Alla grande polemica sugli striscioni relativi alla tragedia di Superga. Un passo indietro, perché ne abbiamo già parlato la settimana scorsa. Qualora non fosse chiaro, di quegli striscioni c’è solo da vergognarsi. Chi li ha portati e chi li ha fatti entrare. I tifosi bianconeri sono i primi a doversi indignare, a pretendere che un certo tipo di spazzatura non abbia nulla a che fare con la Juve. Detto questo, non nascondiamoci dietro a un dito. La Juve fa più notizia di altre, ma il rapporto fra società e tifoseria è malato un po’ ovunque. Con i loro innumerevoli difetti, soltanto Lotito (in casa Lazio) e De Laurentiis hanno avuto il coraggio di mettersi contro certe frange della propria tifoseria organizzata, al prezzo di continue e anche ingenerose contestazioni. In tutto il resto d’Italia, e molto più che in casa Juventus, si chiude troppo spesso un occhio. Gli striscioni su Superga fanno vomitare. Ma fanno vomitare anche quelli sull’Heysel, e ne abbiamo visti fin troppi. Nel Paese in cui certa roba entra allo stadio, mentre si vietano gli striscioni che ricordano Cucchi e Aldrovandi, un po’ di ipocrisia in meno farebbe comodo a tutti.