SOTTOBOSCO - Baci, abbracci e complimenti ad Agnelli, ma non vogliono la Juventus Next Gen in Serie B. Da Milinkovic a Grimaldo, soliti onanismi di mercato sui bianconeri. il problema delle JWoman

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
28.11.2022 00:10 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Baci, abbracci e complimenti ad Agnelli, ma non vogliono la Juventus Next Gen in Serie B. Da Milinkovic a Grimaldo, soliti onanismi di mercato sui bianconeri. il problema delle JWoman

di Andrea Bosco

Focus Juventus sulle seconde squadre. All' Allianz sono in molti. Andrea Agnelli, ovviamente e anche il presidente federale Gravina. Baci, abbracci, complimenti di rito. La Juventus è l'unica società italiana ad aver onorato il percorso per il quale meritevolmente si era battuto a suo tempo Costacurta. Nessuna altra: né il Milan, non l'Inter, non il Napoli, non la Roma, la Lazio, la Fiorentina e neppure l'Atalanta, storicamente celebrata per il suo fiorentissimo vivaio. Come spesso accade di scrivere su questa rubrica, la Juventus è un unicum: una pera in un cesto di mele.  Ma non è questo il punto. Ho iniziato da questo, per far comprendere, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come funziona il calcio in Italia. Come funziona la Federazione, come funzionano le Leghe. Dunque: per partecipare al  campionato di Lega Pro, la Juventus (che partecipa a tutte le assemblee) paga più di  altre società partecipanti. Ma non ha diritto di voto. Alla faccia della democrazia. Un esperimento sostenuto dalla Federazione. Ma non fino in fondo. Un modo per salvare la faccia. Non accadrà mai (e non credo sia neppure nei voti della Juventus) ma una eventuale promozione della Next alla serie B sarebbe vista malissimo.

Il presidente della Lega di serie B,  sul tema si è già espresso: “Sarebbe una promozione che toglierebbe spazio alle altre“. Non si sa, invece, cosa accadrebbe in caso di retrocessione della Juve Next: tranne che improvvisamente, un nucleo consistente di giocatori si troverebbe in difficoltà. Il viatico del prestito è in disuso. Le società, neppure se vengono pagate per la valorizzazione sono favorevoli a prendere giocatori sui quali poi non hanno un  effettivo controllo. La “formazione“ è una pia illusione: per questo (e non solo per questo) i vivai italiani sono in declino. Vecchia questione che in questa sede è difficile approfondire.  Resta l'impianto, la  burocrazia, le “leggi“ fatte spesso (se non sempre)  non per “favorire “  ma per “danneggiare“. 

Il calcio italiano è un calcio di fazioni e di interessi: economici e politici. In ogni parte del mondo ci sono le rivalità tra tifosi: a Londra esistono sei club, tutti con un proprio stadio (a proposito della telenovela milanese su quello  di San Siro), con i tifosi acerrimamente rivali. Ma in  Italia si va oltre: entra in ballo la politica. Con i propri bacini di utenza, con i propri interessi. Non mi interessa che la Juve Next si guadagni la promozione o venga retrocessa. Mi interessa che “paghi“ quanto le altre: non di più. Che abbia diritto di voto al pari delle altre. E che se dovesse mai guadagnarsi sul campo la promozione, non ne nascesse un caso nazionale. Perché una cosa è più odiosa delle miserie sopra citate: vale a dire l'impossibilità (fosse anche solo teorica) per un gruppo di calciatori di poter ambire al traguardo più alto.  Ora Gravina, proprio dall'Allianz , ha spiegato che ci saranno 60 giorni per sviluppare il progetto “seconde squadre“ . Vedremo.   

In Qatar sta accadendo di tutto, come era facilmente intuibile. Ma non ci sono dichiarazioni sui diritti civili dalle parti della Federazione, non parliamo dalle parti della Lega. Del resto la Supercoppa Italiana tra Inter e Milan  si disputerà a Riad in Arabia Saudita, altro  paese dove i diritti omosessuali sono tutelatissimi, e dove non potrà mai accadere che un giornalista entri nella sua ambasciata in Turchia  a chiedere un visto  e ne esca cadavere e  con il corpo smembrato. “Pecunia non olet“ . L'Italia non partecipa al Mondiale,  quindi il Qatar è lontano, una cosa che stiamo vedendo in televisione. Gli ascolti su Rai 1  sono buoni (quasi 25% di share) ma solo il tempo dirà se l'investimento (180 milioni di Rai Sport per i diritti) daranno ragione alla direttora della Rete del servizio pubblico che sull'altare del calcio (ma ancora non si sapeva che l'Italia sarebbe rimasta a casa sul divano) ha sacrificato molte cose. Una su tutte il basket, sparito dai palinsesti.  Il Qatar è lontano, l'Arabia Saudita  è il paese delle meraviglie che paga in sonanti petrodollari  e che serve tenersi buono perché, graziosamente, all'Arabia Saudita con una magia alla Aladino, il presidente Fifa , Infantino, recapiterà il mondiale del 2030.  Se punti un dollaro  sulla previsione dei mondiali a Riad, ti pagano pochi centesimi. Tanto per capire quale sia il “ giro del fumo “ .

Non ci sono notizie a parte i soliti onanismi di mercato sulla Juventus di Allegri . Si “dice“, si “ipotizza“. Milinkovic Savic  di qui, Grimaldo di là. Io sulla Juventus ho una sola riflessione. Anzi ce l'ho su alcuni suoi giocatori che sono in questo momento in Qatar. Che in campionato funzionavano a tre cilindri : opachi, svogliati e perdenti. E in Qatar sono miracolosamente rinati. Lo ripeto: ogni giocatore tiene al Mondiale visto  che va a rappresentare il proprio paese. Ma l'ingaggio lo pagano i club . E la situazione in vista del  Qatar non é stata altro che la conseguenza di un mondiale folle, disputato con i campionati in corso, sospesi per quasi due mesi per compiacer la Fifa e la sua smodata “ fame “ di grandezza. Fifa che sta massacrando il calcio. Con regole assurde, tipo il tempo reale . E con regole futuribili, tipo la gara divisa in quattro tempi e con la possibilità di far  "rientrare“ i giocatori sostituiti. Il tutto per spremere ulteriori quattrini dalle televisioni che con più cambi e più soste avrebbero la possibilità  di inserire ulteriori spot pubblicitari. “Più pilu“ per tutti è lo slogan di Infantino. E se il calcio morirà, chi se ne frega. Spremiamo fino a quando sarà possibile. Dopo il terzo mandato arriverà un altro  al posto di Infantino e saranno “ azzi “ suoi .

Infine due parole sulla squadra femminile di Montemurro che continuando di questo passo difficilmente (nuovo passo falso in casa con il Como)  replicherà lo scudetto. Persa la Coppa (ai rigori) la Juventus non sta andando male in Champion's. Servirà una impresa con  l'Arsenal (dopo il pari a Torino) ma la Juventus ce la può fare. Non seguo sempre la squadra, quindi il mio giudizio è parziale e non negativo su un allenatore che ha dato comunque una solida mentalità internazionale. Certamente il doppio impegno ha contribuito a svuotare la squadra di energie. Ma la  mia impressione è che il grande possesso palla che la squadra fa porti ad una staticità nelle conclusioni. E che proprio questo tipo di gioco, penalizzi e non poco gente come Bonansea a Girelli che con il gol hanno confidenza. Infine (immagino di necessità virtù  stante il bilancio) forse le straniere che hanno rinforzato la squadra non erano i profili che servivano. Non per scarsa qualità individuale, ma per caratteristiche.