L'IMBOSCATA - Agnelli, la Fifa, la Uefa e il caos Superlega: tutto sul progetto e sulla rivolta globale contro i golpisti. La lezione di Mister Tucker e della sua Torpedo. Un tornado pronto ad abbattersi sulla Juventus?

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
23.04.2021 00:47 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA  - Agnelli, la Fifa, la Uefa e il caos Superlega: tutto sul progetto e sulla rivolta globale contro i golpisti. La lezione di Mister Tucker e della sua Torpedo. Un tornado pronto ad abbattersi sulla Juventus?

Nata ed evaporata nel giro di 48 ore la vicenda della Superlega ha assunto i connotati di una guerra di religione.  Vicenda “venduta“ come  la scelta elitaria di pochi egoisti: ricchi con le “pezze al sedere“. Capitalisti con sigaro in bocca simili a quelli disegnati da George Grosz  nella Germania di Weimar.  Uno scisma stoppato, si afferma, dall'Ue. Ha spiegato il titolare della Pubblica Ammistrazione, Brunetta che  “se è vero che il pallone è una fede, lo scontro arrischiava di produrre nel Vecchio Continente, gli stessi effetti dello scisma tra cattolici  e protestanti“. Suggestivo ma poco aderente. La rivolta è stata globale: cattocomunisti e luterani uniti come un sol uomo. Avrebbe vinto “la forza del pueblo“. Una questione  etica, ideologica, sociale. Vicenda  dove ora  l'Uefa, come un Papa rinascimentale, “perdona“. Vicenda nella quale dove il pontefice Ceferin comminerà assoluzioni e scomuniche.  Ha scritto Alexis  De Tocqueville che la “dittatura della maggioranza è la più grande patologia della democrazia“. E parlava di democrazia, non di assolutismo.  Nel Papato calcistico europeo, rapidamente è stato arruolato il presidente federale Gabriele Gravina. Che fedele al  ruolo di Conte Zio manzoniano si è affrettato a spiegare ai club di serie A che minacciano una causa contro Andrea Agnelli (1 miliardo e 700 milioni offrivano alla Lega i Fondi stoppati  da Agnelli, ma anche da Marotta e Scaroni e non solo loro ) che “non si può sanzionare un'idea non concretizzata“.

La “sollevazione“ contro i “golpisti“ è stata totale: semplici cittadini, istituzioni (calcistiche e politiche), media, radical chic, tifosi. I toni dovrebbero, peraltro, sollevare qualche perplessità. Specie nelle anime laiche e liberali. Ma il calcio è il calcio.  “L'arte di comprimere la storia universale in 90 minuti“ ha ricordato, citando George  Bernard Shaw,  il presidente Urbano Cairo in una intervista ad uno dei  quotidiani di famiglia. Visto che le società calcistiche sono enti privati (alcune, società per azioni)  qualcuno avrebbe potuto considerare il precedente dell'Eurolega di basket (dove gioca l' Armani Milano) le cui regole non sono in conflitto con quelle della accigliata Unione Europea. Ma il calcio - spiegano - o è “democratico“ oppure semplicemente “non è“. E fa niente se negli ultimi 80 anni a vincere in Italia siano state sempre Juventus, Inter e Milan .

Io non sono a favore della Superlega. Non mi piace. Così come non mi piace l'attuale formula della Champions. Era bellissima (a mio parere) quella che si chiamava Coppa dei Campioni, nata per l'intuizione di un giornalista e fino al 1955 organizzata del quotidiano “L'Equipe“ prima che l'Uefa la scippasse ai colleghi transalpini. Ma il fatto che la Superlega non mi piaccia (e meno ancora mi piaccia come la sua abortita nascita sia stata gestita)  non mi esime dallo scrivere la verità.

I crociati non andarono a Gerusalemme perché “Dio lo voleva“. Ci andarono perché lo volle il Papa. E il Papa lo “volle“  per combattere il paganesimo, i movimenti eretici, i conflitti tra cattolici rivali. Per ragioni politiche, territoriali, commerciali, economiche.  Per lo sfruttamento delle risorse. I musulmani non la contesero per volere di Allah. Saladino era un curdo - sunnita che coltivava l'idea del Grande Islam: alcune delle ragioni di Saladino erano simili a quelle del Papa.    

Il collasso delle società di calcio da tempo è all'orizzonte. Per colpa (al netto della pandemia che ha aggravato la situazione) dei club incapaci di buone gestioni. Ma anche per colpa delle Istituzioni (Federazioni, Fifa, Uefa) ferocemente  determinate al mantenimento dello status quo.  Ha spiegato Andrea Agnelli ad Ivan Zazzaroni: “L'Uefa non corre alcun rischio nell'attività che regolamenta, ne trae solo benefici. L'Uefa gestisce i nostri diritti, li vende, decide quanti ridistribuirne. La riforma del 2019 era una proposta Uefa. Al minimo rumore è scappata . Ma i ricavi li generano i club. E la redistribuzione può essere fatta in modo migliore di quanto non venga fatto“ .

Fifa e Uefa godono di rendite parassitarie. Incassano ma non rischiano. Al pari delle  Federazioni. Sono i club, a rischiare.

La Superlega ha avuto la durata del “golpe “Borghese“. Ma al netto dell'esecrazione popolare ha avuto il merito di scoperchiare un conosciuto (quanto ignorato)  verminaio. Oggi già si ipotizzano nuove strategie su costi e ricavi per evitare che l'azienda calcio venga travolta dai debiti. Spunta  l'ipotesi di un calmiere sugli ingaggi dei calciatori e sulle commissioni dei procuratori. Si parla di riduzione, in alcune Leghe, del numero delle partecipanti ai campionati. E di ridistribuzione delle  risorse  diversa, rispetto a quella finora operata .

La Superlega vissuta per il tempo di una notte è risultata dilettantesca e grossolana nella comunicazione. Ma le ragioni del concepimento non possono essere rimosse. Per esempio che un terzo dei tifosi nel mondo segue almeno due squadre. Per esempio che i giovani non sono tanto legati al campanilismo, quanto ai giocatori. Per esempio che il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non prova interesse per il calcio . E quelli che lo provano più che seguirlo allo stadio o in televisione o alla radio, preferiscono riprodurlo sulle piattaforme digitali . Dove il virtuale, diventa “reale “.

Ceferin ha presentato il format della nuova Champions League che prenderà il via nel 2024. “Quando saremo tutti morti“ ha spiegato ad una tv iberica Florentino Perez  .

Ha scritto Luca Beatrice su “Tuttosport“ di stare “dalla parte di Andrea Agnelli  il presidente che ha regalato agli juventini (anche agli ultras) 9 scudetti consecutivi. Che ha commesso errori: anche   gravi.  E del quale, ora, qualche collega invoca la decapitazione. Si ipotizza a fine stagione una rivoluzione in casa Juventus: con l'arrivo di un nuovo “cugino“.  Si ipotizza che Ronaldo lasci, che Dybala venga ceduto, che da Perugia piombi sulla Continassa  un tornado per il caso Suarez,  che la Juve venga disossata. Converrebbe al calcio italiano un campionato orbato della Juve? I giornali che vissero la stagione post Calciopoli con la Juve retrocessa in serie B  potrebbero dare qualche ragguaglio. La Superlega non mi piace . Ma demonizzarla serve a poco : senza riforme il calcio ( e non solo in Italia )  non ha futuro. Un futuro che non sarà fatto di “ mance “ e di voti.

La Juventus nel 2010 riceveva  dal sistema 100 milioni di euro. Gli stessi che ha preso nel 2020-21. Nel frattempo è passata da un fatturato di 170 milioni a uno di 550. Investendo 450 milioni in infrastrutture.

Ha spiegato Andrea Agnelli che  la presenza di Ronaldo  in Italia ha garantito agli altri club 4 milioni al botteghino. Il faraonico stipendio di C7 lo paga la Juventus (e fatti suoi visti che deciso di ingaggiarlo) ma i benefici sono arrivati (a pioggia  a tutti i club. Ne ha tenuto conto la Lega di serie A? Non ne ha tenuto conto .

Servirebbe dire qualche verità. Per esempio (le tedesche Bayern e Dortmund non avevano aderito) che la Germania è in ballo per l'organizzazione dei prossimi Europei. Per esempio che il Psg cullato dall'intemerata di Macron è di proprietà catariota. E che i prossimi Mondiali  concessi dall'indignato Infantino si svolgeranno in Quatar, paese dalle notorie tradizioni calcistiche . Per esempio che in Gran Bretagna, oltre alla presa di posizione del governo ha certamente pesato la valutazione del principe William. In Inghilterra non ci si schiera contro la Corona, garante dell'unità del paese. Non in un momento in cui la regina Elisabetta è rimasta vedova di Filippo.

Non mi piace la Superlega. Ma neppure mi piace che l'Uefa si erga a Pontificato: con tanto di tribunale dell' Inquisizione. Che secondo alcuni organi di stampa potrebbe infilare Juventus e Real Madrid in una Vergine di Norimberga: l'esclusione per un anno dalla Champions. “Colpirne uno per educarne cento. Così è stato scritto, senza vergogna. Era il mantra dei terroristi delle Brigate Rosse. Una isteria giustizialista  si è ormai  impadronita di numerose “sferruzzatrici“.

La mia (modesta) previsione è che la Superlega si farà. Non subito ma si farà. Con  ammortizzatori, ingressi e selezioni  differenti rispetto a quelle rozzamente ipotizzate dalla “sporca dozzina“. Questa vicenda rammenta la storia di Preston Thomas Tucker, geniale costruttore che nel 1948 inventò la Torpedo. Nel 1949 fece bancarotta, un anno dopo fu assolto. Lo fecero fallire, mister Tucker. Era un piccolo costruttore avanti con i tempi. Che aveva messo in pericolo le “rendite“ delle case automobilistiche statunitensi tradizionali. Aveva realizzato un'auto più veloce e sicura rispetto alla concorrenza. Con le cinture di sicurezza, vetri più resistenti, freni a disco,  un motore boxer posteriore a 6 cilindri: quello  che avrebbe usato (e ancora usa) la Porsche. La sua Torpedo dalla modernissima linea  era un' auto del futuro. Ci sono una cinquantina di Torpedo  nei musei del mondo. Praticamente tutte quelle costruite dall'officina di Tucker. Sulla cui storia Francis Ford Coppola realizzò un bel film. Ve lo consiglio. La storia la scrivono sempre i vincitori: prudente, tuttavia, non fidarsi. Il resto appartiene al domani: dove tutto può accadere. Persino che la Figc, dopo essersi data un nuovo sistema per l'elezione delle cariche federali si occupi solo delle squadre professionistiche. E nasca una Federazione per i dilettanti: finanziata e gestita dallo Stato. Vi sto prendendo in giro. Ovviamente.