Furore e orgoglio: da belva ferita la Juve ritrova la determinazione. Ora la svolta: settimana di possibili novità. Buffon, obiettivo quarta finale: da vincere

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
24.10.2017 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Furore e orgoglio: da belva ferita la Juve ritrova la determinazione. Ora la svolta: settimana di possibili novità. Buffon, obiettivo quarta finale: da vincere
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Ci siamo. Nel senso che la Juve c’è, ha battuto un colpo, anzi sei. La trasferta di Udine può segnare uno spartiacque? I momenti decisivi di una stagione non si scelgono, ti capitano e li devi cogliere. Di bravura se sei più bravo, di rabbia se sei più arrabbiato. Di furore e di orgoglio, se ti chiami la Juventus e dopo dieci minuti sei sotto di un gol a Udine. Se poi ti tradisce anche Mandzukic (ma a Marione si perdona tutto), allora pensi che la giornata non sia di quelle giuste, anche se nel frattempo quel gol l’hai rimontato. 

La Juve che esce dalla Dacia Arena, quella del risultato tennistico rifilato a una squadra che si salverà solo per l’evidente pochezza delle contendenti, non è più forte di quella che è entrata. Mi spiego: che la Juve sia forte, forse ancora la più forte del campionato, non l’abbiamo scoperto domenica pomeriggio. Lo si sapeva da prima. Quello che sembrava mancare ai bianconeri di Allegri, in questo avvio di stagione, era un po’ di cuore, di sana rabbia, di determinazione. Contro l’Udinese non si è giocata una gran gara a livello tecnico o tattico: a un certo punto gli schemi sono saltati, in difesa ci è comunque voluto un gran Gigi, alcuni problemi ci sono e restano. In Friuli, però, si è rivista la Juve che sfodera gli occhi della tigre e travolge l’avversario. Come una belva ferita la Signora s’è svegliata e di pura e brutale forza ha superato l’ostacolo.

Il furore, ora, va incanalato. Il doppio test settimanale, contro Spal e Milan, può essere l’occasione per vedere un paio di cose nuove, o almeno mettere in pratica qualche esigenza. Con Mandzukic fuori dai giochi, contro gli estensi sarà possibile vedere in campo Douglas Costa o Bernardeschi a sinistra. Non la miglior posizione, ma in attesa di Pjaca un’alternativa al croato va pure trovata, perché Mario non si discute, ma ogni tanto tutti hanno bisogno di riposarsi. In difesa poi aspetto il rilancio definitivo di Daniele Rugani: gol e assist possono aiutarlo a ritrovare la fiducia, soprattutto di Allegri che un po’ l’aveva mandato in soffitta. Invece il non sempre giovane ex Empoli è il presente ma soprattutto il futuro di questa squadra, e a un certo punto dovrà diventarne un titolare fisso. L’infrasettimanale è una rottura di scatole e una rogna, specie per noi poveri appassionati di fantacalcio, ma per la Juve può essere l’occasione forzata di fare qualche esperimento (destra o sinistra, Bernardeschi titolare contro la Spal e troviamogli un posto nell’undici tipo).

E magari far ritrovare la via del gol a Gonzalo Higuain. Intendiamoci: contro lo Sporting l’argentino si è sbattuto per la squadra, e contro l’Udinese ha forse giocato la sua miglior partita stagionale. Da lui, però, ci si aspettano i gol ed è il caso che ricominci a farli come solo lui sa fare. È una Juve più offensiva, ha detto Allegri, è una Juve che segna di più, dicono i numeri: il Pipita deve esserne il goleador principe e per ora, almeno da quel punto di vista, un po’ latita.

A proposito di bestie ferite, occhio a sottovalutare il Milan. I rossoneri sono in crisi e non riconosco più la squadra che pensavano di aver costruito. La campagna acquisti è stata contraddittoria e Montella non sarà Guardiola o Conte, ma il Milan ha artigli per fare male. Non può lottare per lo scudetto, ma non è neanche la squadra da oratorio vista di recente. Mancherà Bonucci, e questo un po’ è un peccato, perché a volte è bello rivedere i vecchi amici, magari per rifilargli qualche gol. La Juve dell’anno scorso aveva raggiunto un possibile apice, lo ha testimoniato anche la FIFA che ieri ha premiato lo stesso Bonucci, ma anche Dani Alves e Buffon nell’undici tipo. I primi due sono andati, e i bianconeri ancora lavorano a una sostituzione adeguata. Il terzo, ovviamente, è rimasto e l’ha detto in maniera chiara: “Champions o Mondiale? Beh, il Mondiale l’ho vinto 12 anni fa, in Champions ho perso tre finali”. Messaggio chiaro. E il resto della Juve ha il dovere morale di portare il portiere più forte di sempre alla quarta finale. Magari per vincerla, una buona volta.