Finalmente Douglas Costa: dove gioca? De Ligt per ora non vale 75 milioni, ma non è un problema. CR7 può andare in panchina?

La Juve riparte con il brasiliano ritrovato e da reinserire. De Ligt e le difficoltà fisiologiche, Ronaldo a riposo senza alternative e due punti persi.
29.10.2019 01:20 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Finalmente Douglas Costa: dove gioca? De Ligt per ora non vale 75 milioni, ma non è un problema.  CR7 può andare in panchina?
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Partiamo dalle buone notizie. Nell’ultimo turno la bella nuova è che un po’ tutte le inseguitrici hanno il braccino e la Juventus non entusiasmante di Lecce resta prima. Sospiro di sollievo e si guarda avanti: non è poco, perché la sensazione è che questo scudetto si giocherà fino alla fine, punto su punto, e il passo falso del Via del Mare potrebbe non pesare più di tanto. C’è l’Atalanta? Sì, ma un Leicester italiano, per tante ragioni, ci sembra parecchio difficile da immaginare fino al termine della stagione. Poi c’è Douglas Costa: il brasiliano torna in gruppo e vediamo a che altezza tornerà nella scala gerarchica di Maurizio Sarri. Immaginiamo parecchio più in basso di quando si è infortunato. Ma dovrà essere bravo il tecnico toscano a reinserirlo nella sua Juve. Detto che il 4-3-1-2, come già scritto qui in più di un’occasione, pare il vestito più adatto alla Vecchia Signora, l’esterno tutto velocità, classe e anarchia può sconvolgere l’assetto tattico, oppure diventare un’arma in più, magari anche a partita in corso, rompendo gli equilibri. C’è grande curiosità, ma è una bella notizia.

Veniamo a Matthijs De Ligt. Resta il colpo dell’estate, di sicuro per quanto riguarda il mercato italiano. Forse anche a livello europeo, ma non mettiamo ulteriore pressione a chi ne ha già tanta. D’altro canto, in questo momento non vale i 75 milioni di euro spesi, ma era più che prevedibile, anche se detta così può sembrare quello che non è, perché il discorso è complesso. Quella cifra rappresenta l’investimento per il De Ligt che sarà: con ottime probabilità, il miglior difensore del Vecchio Continente per i prossimi 10-15 anni. Nell’immediato, è un ragazzo molto giovane, prelevato da un contesto molto particolare, inserito in un altro estremamente difficile specie per i difensori, pagato parecchio perché reduce da una stagione irripetibile, sua e dei suoi compagni. In più, l’infortunio di Chiellini gli ha complicato molto la vita: il giovane olandese sarebbe dovuto crescere, almeno all’inizio, dietro Bonucci e non al suo fianco. Dare un cambio di assoluto spessore alla rodata coppia centrale, mentre imparava cosa volesse dire fare il difensore della Juve e prima ancora fare il difensore in Serie A. Invece, buttato nell’agone al posto di uno dei 2-3 migliori centrali dell’ultimo decennio, sta un po’ faticando: e chi l’avrebbe mai detto. Eppure sta crescendo, con qualche alto e basso come comprensibile per un ragazzo della sua età. Gli va dato tempo, e va ricordato che un investimento non si valuta dopo pochi mesi, ma quando inizia davvero a dare i frutti.

La questione spinosa che resta dell’1-1 di Lecce, in verità, ci pare un’altra. La mancata convocazione di Cristiano Ronaldo, accettata dai più senza troppa analisi critica. E spiegata da Sarri con la necessità di far recuperare energie, anche nervose, al proprio numero 7. La domanda è semplice: il portoghese può andare in panchina? E magari restarci anche 90 minuti? È abbastanza evidente che possa non essere una scelta gradita, ma anche ai supercampioni va imposto un minimo “danno” d’immagine (che poi sulla panchina della Juve ci sono andati giocatori come Del Piero e Ibrahimovic in tempi abbastanza recenti). Perché è altrettanto ovvio che averlo o non averlo a disposizione cambia. Che avere Cristiano Ronaldo da buttare dentro anche al sessantesimo di una sfida difficile, oltre che illuminare gli occhi dei tanti tifosi leccesi che sono rimasti delusi dalla sua assenza, potrebbe fare la differenza tra una vittoria e un pareggio. Come, forse, è successo sabato. Il riposo è comprensibile; la necessità di gestire un fenomeno che sembra una macchina ma è pur sempre un uomo, pure. Però senza cambi offensivi, e senza Mandzukic per scelta (ma davvero non lo si può tenere in considerazione?), il dubbio che la Juve conceda alle volte troppo spazio decisionale al colpo del secolo resta. Come sono rimasti i due punti in Salento: la speranza dei tifosi è che non siano decisivi a fine stagione.