Dybala protagonista necessario. Pjaca e il mercato, la Juventus e l'unico buon proposito possibile

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
02.01.2018 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Dybala protagonista necessario. Pjaca e il mercato, la Juventus e l'unico buon proposito possibile
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E anche questo capodanno ce lo siamo tolto. Auguri, bilanci, buoni propositi, la bilancia che all’improvviso segna 10 kg in più: la storia si ripete ogni dodici mesi, e di ogni anno possiamo dirci che sia stato bello o brutto. Questo 2018 però inizia in maniera strana: di lunedì, e già non partiamo benissimo. Giocando, perché domani la Juventus scenderà in campo per una partita che non vale una stagione, ma un certo peso se lo porta addosso. Non raccontiamoci storielle: per i tifosi juventini di Torino, il derby è probabilmente una partita molto più particolare. Per tutti gli altri, è una sfida con un suo carico di emozioni, ma che in fin dei conti si può anche dimenticare. Questa volta, però, di mezzo c’è anche il passaggio del turno in coppa Italia, che non sarà l’obiettivo numero uno, ma schifo non fa, e quindi c’è da superare ostacolo. Considerazioni tecniche? La squadra granata è imprevedibile, va su e giù come se fosse un ottovolante, guidata da un allenatore che alterna cose buone a molte cose meno buone. Ha perso Belotti e questo peserà, ma investirà molte più energie e speranze della Juventus nella coppa nazionale. Per i bianconeri, d’altra parte, la sfida di coppa può essere l’ennesima occasione per qualche esperimento. A partire da quello più importante, su un certo Paulo Dybala.

Contro il Verona, si è rivista la Joya. Un giocatore assoluto, di almeno una spanna superiore a qualsiasi collega sul campo da calcio, in grado di cambiare il volto di una partita con una qualsiasi giocata. Il 2018 della Juventus girerà moltissimo attorno al talento di Dybala. In primo luogo, sul campo: vita privata o no, il numero 10 è il miglior giocatore della Juve ed è fondamentale averlo al 100% per continuare a inseguire quella Champions League che non sarà un’ossessione ma è di sicuro un obiettivo. Poi, sul mercato: in estate gli assalti arriveranno, e le parti dovranno scegliere. Tornando al numero 10, penso che sarebbe opportuno cercare di trattenere Dybala, per dimostrare che quelle due cifre una qualche importanza ce l’hanno ancora: il Barcellona, il Real Madrid, il PSG e via dicendo non cambiano la propria stella di anno in anno, perché lo deve fare la Juve? Se però la situazione lo necessitasse, e le maxi offerte dovessero arrivare, privarsene non sarebbe uno scandalo. Ci penseremo più in là.

Mercato futuro, mercato attuale. L’ho già scritto, a gennaio non credo sia il caso di fare o aspettarsi grossi colpi da parte della Juventus. Qualche ritocchino si può anche fare, ma prepariamoci a un mercato noioso. Se dovesse partire Marko Pjaca, però, penso che servirebbe un innesto del suo livello (potenziale, quello vero non l'abbiamo ancora visto) per far rifiatare Mario Mandzukic all’occorrenza. O meglio ancora, un vice Higuain per dare un'alternativa concreta al Pipita. Cedere il croato giovane in prestito può anche servirgli a ritrovare la condizione e la convinzione, ma non si deve commettere l’errore di tornare a una rosa stringata, soprattutto in avanti. Parere personale? Lo terrei a Vinovo e con calma lo inserirei. Non ha fretta la Juve, non deve averne lui. Poi, potrebbe partire almeno uno fra Asamoah e Lichtsteiner. Ma qui è davvero tutto da vedere: con lo svizzero qualcosa si rompe ogni stagione, e poi lui torna protagonista. Ora c’è la scommessa vinta De Sciglio, ma una riserva fa sempre comodo e l’infortunio di Howedes lo aiuta in questo recupero del posto perso (?).

Il 2018 s’è poi aperto col Napoli in testa alla classifica. Il titolo di campione d’inverno conta, poco ma conta. Gli azzurri stanno giocando un calcio al di sopra delle aspettative, e forse anche delle proprie possibilità. Il settimo scudetto per la Juve non è un imperativo categorico, ma l’idea di vincere, o almeno provarci, sempre e comunque, deve rimanere insita nel DNA di questa squadra. Tornando al Napoli, dicevo, giocano al di sopra delle proprie possibilità: possono scoppiare, come sembra stia succedendo all’Inter (ma guai sopravvalutare un periodo di difficoltà), ma potrebbe anche non succedere. La Juve ha da stare lì, tenere alto il passo e vedere come va. Non è indispensabile, ma il settimo trionfo non lo schiferebbe neanche nessuno.

E poi c’è la Champions. Non è un’ossessione, dicono. E a Torino ci dormiranno pure la notte, ma un pensierino ce lo fanno. Il primo ostacolo si chiama Tottenham, un’ottima squadra con uno dei migliori allenatori in circolazione. Però è inglese, e questo è un punto a loro svantaggio. La Juve, sarò ripetitivo, deve fare la Juve: azzannare l’avversario e dimostrare che non c’è trippa per gatti. Poi via verso Kiev: investire tutte le proprie energie in una competizione a eliminazione diretta è rischioso, ma è anche l’unico stimolo che questo gruppo può realisticamente avere. E vincere questa maledetta coppa l’unico vero buon proposito che in bianconero ci si può fare, in questo inizio di 2018.