Dal bar all’HDR, Sarri ingolosito dal tridente. Un altro addio stonato e il rischio di rimpiangere Mandzukic

24.12.2019 01:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Dal bar all’HDR, Sarri ingolosito dal tridente. Un altro addio stonato e il rischio di rimpiangere Mandzukic
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La Supercoppa italiana ha una storia bizzarra e anche sfortunata. Si gioca solo per soldi e lo dimostra anche la location. Vale poco più del trofeo Moretti e probabilmente è una competizione da ripensare in toto, se è vero che l’unico risultato apprezzabile è stato stravolgere un turno di campionato. Per tutte queste ragioni, perderla o vincerla fa poca differenza: non è certo un dramma. Ciò non vuol dire che non sarebbe stato meglio vincerla, e più in generale che possa essere un’utile cartina al tornasole per dire a che punto sia la Juve di Sarri.

Nel giro di poco tempo, l’attacco dei sogni, l’HDR, è passato dall’essere un tridente da bar al terzetto tipo dell’undici bianconero. L’impressione è che il tecnico toscano si sia ingolosito dalle combinazioni di quei tre, che lo ammettiamo sanno divertire. Ma forse aveva ragione quando sosteneva che non fosse un modulo sostenibile. Anche nel post-Lazio, quando Sarri ha detto che la Juve ha perso la partita con l’inserimento del centrocampista, è caduto in una contraddizione in termini. La non sostenibilità, in fin dei conti, si può leggere anche così: se per un’ora giochi con l’attacco più pesante che hai, e poi ti abbassi, ci sta subire gol, come se a calare la pressione.

Tridente o no, il vero limite rischia di essere il centrocampo. Per motivi diversi, Rabiot e Ramsey non sono ancora andati a pieno regime, e sul francese ci riserviamo qualche dubbio perché non ha neanche dato alcun segnale di poterlo fare. Quei tre in pianta stabile sono sostenibili soltanto con un’ossatura all’altezza. Anche qui, senza fare drammi, un centrocampo da tanti 6,5 (a parte Pjanic) semplicemente non è sufficiente. 

L’ultima è su Mario Mandzukic. Va in Qatar, anzi no. Forse, chissà, si riaprirà.  Comunque vada, sarà un altro addio non esaltante. Non il primo, a questo punto non l’ultimo. La Juve ha un problema con gli addii, l’abbiamo scritto in tempi non sospetti. Da titolare inamovibile a primo degli indesiderati, o meglio ultimo degli ultimi, ci sono delle gradazioni. Invece no, da cento a zero e tanti saluti. Con il paradosso che, se si deve giocare con l’attacco a tre, un’altra punta forse avrebbe fatto comodo.