Come è cambiata la Juve dal 2015: ora è davvero la squadra di Allegri. E sa affrontare la tensione. Roma e Napoli a ridosso? Numeri falsi, di un campionato chiuso da tempo

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
30.05.2017 00:30 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Come è cambiata la Juve dal 2015: ora è davvero la squadra di Allegri. E sa affrontare la tensione. Roma e Napoli a ridosso? Numeri falsi, di un campionato chiuso da tempo

Concentrazione, tranquillità, coscienza dei propri mezzi. A leggere le varie dichiarazioni rilasciate da Marotta e Allegri in giù, sono questi i concetti che filtrano da casa Juventus, in vista della finale di sabato contro Cardiff. Dato che però, a leggere nei volti dei tifosi, c'è soprattutto tensione, occorre interrogarsi su cosa accadrà nei prossimi giorni e soprattutto su come affrontarli.

C'è tensione e tensione, anzitutto. Esiste quella buona e quella negativa. Quella che ti fa tremare le gambe e quella che ti riesce a caricare. Dalle parti di Vinovo, sembra filtrare soprattutto la seconda. Sarà una banalità, ma la squadra è cambiata molto rispetto a Berlino 2015. A livello tecnico, si è rimodellata: il livello del centrocampo si è forse abbassato, quello dell'attacco è schizzato verso l'alto. Non ci sono più Pirlo, Pogba e Vidal, ma Pjanic e Khedira valgono una finale di Champions. E davanti, posto che Morata e Tevez non erano affatto così male, ci sono vere e proprie stelle internazionali. In rampa di lancio, come Dybala; chiamati al salto di qualità, come Higuain ma anche Cuadrado. Da ammirare e basta, come Mandzukic che di questa Juve tecnica e battagliera è un manifesto programmatico. 

C'è una squadra diversa, più esperta (leggi Dani Alves, ma ovviamente non solo). Nel complesso, anche più forte (leggi Alex Sandro, ma ovviamente non solo). Che va a memoria, ma sa sfruttare più situazioni di gioco. Solida ma pericolosa: nel 2015, era ancora molto la Juve di Conte. Normalizzata quanto si vuole, ma abituata ad andare sempre a 100 all'ora, anche a costo di schiantarsi. Quella che a Cardiff affronterà il Real Madrid è davvero la Juve di Massimiliano Allegri. Pratica ma anche bella a livello estetico, a volte persino leziosa ma nel complesso consapevole che la strada per la vittoria può prevedere occasionali rallentamenti. Affronterà, appunto, il Real. Non Cristiano Ronaldo: mettere la BBBC bianconera di fronte al fenomeno portoghese vuol dire ridurre il valore dell'avversario. Le merengues non sono solo CR7, ma di certo ad Allegri non c'è bisogno di spiegarlo.

La conferma, ulteriore, indiscutibile, del tecnico, è la ciliegina su una torta ancora in cottura. Marotta lo ha chiarito: non si può pensare di fare a meno del livornese. Così bravo nel costruire una macchina schiacciasassi, così bravo nel gestire i momenti della stagione da far pensare che sabato andrà tutto liscio. Ops: no, non volevo dirlo. Toccate ferro. 

Chiusa su un paio di considerazioni che con la finale di Cardiff c'entrano poco, ma con la Juventus nel complesso c'entrano molto. La lacrimuccia per Francesco Totti è scesa a tutti coloro che amano il calcio, che l'hanno vissuto anche ammirando, a prescindere dai colori sulla maglia, uno dei numeri 10 più grandi nella storia del nostro calcio. Lasciamo perdere i paragoni: è un pezzo di vita di ognuno di noi che se n'è andato. Salutiamoci però con un sorriso, quello un po' amaro di chi sente che Roma e Napoli hanno chiuso a ridosso della Juventus. -4 e -5, come se a contare fossero solo i numeri finali. Se i bianconeri avessero perso a Bologna una partita inutile, anziché tirare fuori l'orgoglio e un gioiello di cui sentiremo parlare, sarebbero stati a -1 e -2. Cifre di un campionato aperto sino all'ultimo? No, cifre false, se non analizzate nel contesto di un campionato chiuso da più di un mese, da quando la Vecchia Signora ha concentrato le proprie energie su altri obiettivi. Ora bisogna soltanto centrarli. Ci rileggiamo dopo Cardiff, buon viaggio.