Bonucci torna, ma dalla porta secondaria. Serve il purgatorio, per riconquistare il paradiso. Cristiano Ronaldo svaluta Higuain: Juve, non svendere il Pipita

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
31.07.2018 00:45 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Bonucci torna, ma dalla porta secondaria. Serve il purgatorio, per riconquistare il paradiso. Cristiano Ronaldo svaluta Higuain: Juve, non svendere il Pipita
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Alla fine Leonardo Bonucci tornerà. I tifosi se ne faranno una ragione: qualche fischio all’inizio, poi se tutto andrà bene, se le prestazioni aiuteranno, si tornerà agli applausi. Siamo tutti uomini, in fin dei conti. Deboli sono la carne e il cuore. Quelli dei tifosi, che in buona parte adesso sembrano pronti alle barricate. Quelli di Bonucci, che un anno fa andava via e accettava la fascia di capitano del Milan, ora è pronto a tornare. Per ragioni di calcio e ragioni di cuore: non stiamo qui a discutere i motivi, non sarebbe giusto. Si sbaglia, nella vita. E poi si torna sui propri passi. Però sarà tutto diverso.

 

Sarà tutto diverso da quando è arrivato per la prima volta, e sarà tutto diverso da quando è andato via. Bonucci è stato uno dei primi acquisti di Marotta e Paratici. Ha vissuto le difficoltà della stagione di Delneri. E poi le gioie dei sei scudetti consecutivi, tre con Conte, tre con Allegri. Era brutto, sporco, cattivo e vincente come soltanto la Juventus sa essere. Provocatorio, con la sua esultanza. Non era uno qualsiasi. E non se ne è andato come uno qualsiasi.

 

Fosse andato al Chelsea, o al Manchester City, l'addio e il ritorno sarebbero stati più semplici da digerire. Si sbaglia, appunto. Ma è andato a una concorrente (molto ipotetica, si è poi notato) e ha scelto di diventarne il leader. È andato via dalla porta principale, sbattendola. E per questo è giusto che torni dalla porta secondaria. Bonucci vuole la Juve: lo hanno detto chiaro e tondo sia Leonardo che Marotta. Non basterà un passo indietro. Non si tratta di infierire, ma di riconquistare un affetto che era incondizionato e che è stato tradito. Ingaggio, ruolo in squadra, ruolo nello spogliatoio: servirà un piccolo purgatorio, per tornare in paradiso. Sarà una strada lunga, ma alla fine, chissà, ci vorremo bene come prima.

 

Tornerà, dicevamo. Il tavolo è apparecchiato, mancano alcuni dettagli. Lo scambio alla pari con Mattia Caldara non può funzionare: dicono che alla Juve siano meno convinti del difensore ex Atalanta di quanto non facciano davvero sapere. Non è un caso, per fortuna, che si registra una netta frenata sulla trattativa per Daniele Rugani al Chelsea: impensabile che la coppia difensiva del futuro sia ceduta in blocco. La Juve, in questo mercato, ha dato segno di pensare molto all’oggi e meno al domani. A latere tratta ancora Diego Godin, legato però all’eventuale cessione di Medhi Benatia. Impensabile che partano sia Rugani che Caldara: se i segnali sono giusti, almeno questo dalle parti della Continassa lo hanno capito.

 

Bonucci per Caldara alla pari, dicevamo, non può funzionare. Non è un discorso di bilancio: Bonucci pesa più su quello del Milan di quanto Caldara non pesi su quello della Juve. A oggi, Bonucci vale più di Caldara. Nel cui caso però è giusto pagare il potenziale. La Juve lo ha pagato 25 milioni un anno e mezzo fa. Nel frattempo ha conquistato due volte l’Europa League con l’Atalanta, ha confermato di essere uno dei migliori centrali del campionato. Bonucci vale l’oggi, Caldara il domani. Ed è inevitabile che Gonzalo Higuain rientri nella trattativa, come le vicende delle ultime ore confermano.

 

Sulla cessione di Higuain, però, serve un piccolo capitolo a parte. Perché la Juve del mercato perfetto ha sbagliato strategia. Un piccolo corollario negativo, fin qui l’unico, dell’arrivo di Cristiano Ronaldo. Prima dell’arrivo del portoghese, il Chelsea era pronto a fare ponti d’oro per l’argentino. Spingeva per regalarlo a Sarri con l’offerta di Morata e soldi, ma alla fine si poteva scendere a patti, e solo a soldi. Dopo l’arrivo di CR7, tutti hanno capito che Higuain alla Juve è di troppo. Col rischio, concreto, che chi bussa alla porta di Marotta e Paratici lo faccia giocando al ribasso. Chiariamoci: Ronaldo è stato il colpo del secolo, un’occasione da cogliere al volo. Ma Higuain non può essere venduto come l’ultima delle alternative. Non lo merita il record di gol in Serie A, non lo meritano i 55 gol siglati in 105 partite bianconere. Stiamo parlando di una macchina dal gol, del miglior centravanti visto in Serie A negli ultimi anni, aspettando Ronaldo. Si tratta di fare le pulci a una dirigenza che ha fatto parlare mezzo mondo? Vero. Ma la strategia per la cessione di Higuain parte con questa falla. E la Juve, nel definirne il passaggio al Milan (o al Chelsea, ma al momento lo scenario rossonero è il più probabile), deve ricordarsi e ricordare a chi ha di fronte che giocatore sta vendendo. Altrimenti, e questa è una provocazione perché il bilancio non lo consentirebbe, tanto vale tenersi Higuain. I conti soffriranno, il Pipita scalpiterà in panchina. Ma, se all-in deve essere, che all-in sia.