Aspettando la ripartenza (con tanti dubbi), giochiamo noi: la Juve che vorrei. Milik no, Pogba forse, Milinkovic-Savic sì. Il 9? Da Parigi

21.04.2020 01:30 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Aspettando la ripartenza (con tanti dubbi), giochiamo noi: la Juve che vorrei. Milik no, Pogba forse, Milinkovic-Savic sì. Il 9? Da Parigi
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Cerchiamo di cambiare argomento. Con un po’ di riluttanza, perché è chiaro che qualsiasi altro tema sia fuori dal tempo, ma almeno bisogna provarci. Altrimenti arrivate qui, leggete ancora di Coronavirus, vi deprimete un po’ e saluti. Tanto non si parla d’altro, ovunque. L’argomento, poi, si può sviscerare in poche righe: UEFA e FIGC stanno a tutti i costi cercando di ripartire. Il rischio è che combinino un danno più grave del buco che provano a riempire. Metà campionato con tre cambi e il resto con cinque, partite ogni tre giorni anche quando fanno 40 gradi all’ombra, accurate riprese degli stadi vuoti e silenziosi, tamponi a tappeto sui calciatori mentre lì fuori c’è chi ha la febbre per dieci giorni e non riesce a fare il test, magazzinieri che guadagnano cifre normalissime costretti a passare un mese e mezzo in ritiro come se fossero star, la stagione successiva da iniziare in rincorsa. Insomma, chi più ne ha più metta. In tutto questo, un ministro definisce l’ultimo dei suoi pensieri un’industria che vale almeno un punto percentuale di PIL. Non è questo il punto, il calcio è a tutti gli effetti una priorità del Paese e sarebbe bene prenderne atto. Altra cosa è discutere se, considerata tutta la giostra di cui sopra, valga la pena forzarne la ripartenza e non sia invece il caso di aspettare tempi più maturi, magari approfittando della lunga pausa per cambiare una delle cento regole vecchie (i diritti tv) o stupide (il decreto dignità) che ci portiamo dietro come zavorre. Per chiudere, la posizione della Juve sull’argomento non è stata resa pubblica: scelta giusta, perché in Italia si strumentalizza qualsiasi cosa a tinte bianconere e se Agnelli si dicesse favorevole a ripartire persino Diaconale inizierebbe a chiedere lo stop immediato. Battute a parte, chi scrive ha l’impressione che alla Continassa abbiano seri dubbi sulla possibilità e l’opportunità di ripartire: nessuna notizia, solo impressione e deduzione logica, altrimenti tanto varrebbe rompere il silenzio e schierarsi per il sì alla ripresa con buona pace di chi sentirebbe ragli d’asini anche nei nitriti di cavalli di razza. Arriviamo a noi.

Posto che di coronavirus, ripresa, amenità non amene varie si è parlato alla fine in lungo e in largo, l’idea era di staccarci dalla realtà. Che Juve vorremmo l’anno prossimo? Evitiamo l’argomento più banale, cioè la panchina: a prescindere da tutto e dai tanti punti interrogativi che c’erano fino a due mesi fa, con questo stop Maurizio Sarri non ha avuto il tempo di dimostrare se la scelta sia stata giusta o meno, e comunque è primo in classifica. Ergo, non ci può essere che lui al volante. Ovvi anche i portieri: Szczesny per Donnarumma si potrebbe anche fare, ma il polacco dà garanzie, poi Buffon e Pinsoglio. In difesa, roba facile sono i centrali: Bonucci, Chiellini, De Ligt e Demiral. Non vale la pena toccarne uno. Rugani? Dispiace per il contagio, auguri per il figlio, e per la cronaca chi scrive lo ritiene un gran bel centrale ancora oggi. Però se i matrimoni non funzionano a un certo punto è meglio metterci un punto. Sulle fasce, a destra: De Sciglio è sottovalutato e duttile, con lui meglio tenere Cuadrado che Danilo, dovendo scegliere. A sinistra Alex Sandro da tenere a meno di offerte clamorose (ci sono?), e poi una chance per Luca Pellegrini. Centrocampo: urge rinnovare. Bentancur, Pjanic e Matuidi intoccabili, Rabiot è una grossa incognita: con un’offerta decente non si dispererebbe nessuno. Ma qui, posto che Khedira ha forse dato il suo meglio e numericamente manca un giocatore, serve un colpo: Paul Pogba? Forse, appunto. Il francese resta, nonostante qualche alto e basso, uno dei migliori centrocampisti al mondo. Ecco, tra lui e Milinkovic-Savic, dovendo (potendo) scegliere, punteremmo il secondo: può sembrare paradossale che si veda meno rispetto a Luis Alberto, ma è il vero elemento dominante del centrocampo della Lazio. Poi Ramsey come interno dallo sganciamento facile, e mancherebbe ancora un rinforzo: bel talento Tonali, vero?

In attacco, arriviamo al nome più chiacchierato del momento, Arek Milik: gran bel giocatore, non ancora “da Juve”. Se volete il nome di un numero 9 “da Juve” andate alla fine. E poi non è chiaro perché Dybala non possa mettersi al centro dell’attacco: è il suo ruolo, non è sempre questione di centimetri. Kulusevski e Bernardeschi ad alternarsi sulla destra, Cristiano Ronaldo titolare fisso sulla sinistra finché c’è. Intanto, porteremmo Chiesa a Torino: non è il giocatore della Fiorentina da prendere in questo momento, lo è molto di più Castrovilli. E proprio per questo Federico potrebbe costare meno (non ragioniamo di cifre, in questo momento non le sa nessuno). Douglas Costa e Higuain? Per motivi diversi, sembra l’ora giusta per salutarsi. Il brasiliano è un potenziale fuoriclasse, ma si è visto a corrente troppo alternata. L’argentino, al di là delle indiscrezioni di questi giorni che sembrano quantomeno indelicati, è da apprezzare per l’attaccamento, ma non ha reso quanto voleva. Manca, a questo punto, un centravanti che si alterni con Dybala per rendere atomico quest’attacco. Ah già, c’è quel ragazzo argentino che gioca a Parigi. Davvero bravo, quel Mauro.