A DOMANDA RISPONDE - Xavier Jacobelli: "Juve affetta da sindrome preoccupante. Manca equilibratore che Allegri non reputa pronto. Le critiche a Dybala e l'arrivo di un super Barça. Caso Figc, silenzio assordante della società bianconera

20.11.2017 00:15 di Xavier Jacobelli Twitter:    vedi letture
A DOMANDA RISPONDE - Xavier Jacobelli: "Juve affetta da sindrome preoccupante. Manca equilibratore che Allegri non reputa pronto. Le critiche a Dybala e l'arrivo di un super Barça. Caso Figc, silenzio assordante della società bianconera

Ogni lunedì la redazione di Tuttojuve.com analizza i temi caldi del nostro calcio con una delle firme più autorevoli del giornalismo sportivo italiano, Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport-Stadio.

Che cosa sta succedendo alla Juve, battuta a Genova in modo più netto di quanto non dica il 3-2 finale a favore della Samp?

“Un anno fa, dopo 13 partite, la Juve aveva incassato 9 gol e il Napoli 13. Un anno dopo, la Juve ha preso 13 gol e il Napoli 9. La Roma, addirittura, soltanto 8 e vanta la miglior difesa del campionato, avendo peraltro la partita con la Samp da recuperare. La stessa Samp che, a Marassi, ha vinto 6 partite su 6, anzi 7 contemplando anche il derby. I meriti della squadra di Giampaolo devono essere sottolineati perché siamo di fronte a un’autentica rivelazione del campionato. Al tempo stesso, se, nel massimo torneo, la Juve continua a subire più di un gol a partita, la situazione diventa preoccupante per i bianconeri. Soprattutto, perché il Napoli continua a macinare gioco e vittorie, viaggiando a una velocità supersonica (13 gare, 11 successi, 2 pareggi 0 sconfitte, 34 gol, segnati e 9 subiti). Il sospetto originato dalle troppe distrazioni difensive sta diventando sempre più un’evidenza: la Juve soffre della sindrome da pancia piena. Che, da un lato, è comprensibile, considerati i sei scudetti consecutivi dei bianconeri, le tre Coppe Italia di fila, le due finali di Champions disputate nell’arco delle ultime tre edizioni. Ma dall’altro, preoccupa Allegri che, non a caso, esiga continuamente il massimo impegno anche in allenamento”.

 

Ma può la Juve prendere tre gol in 26’ senza dare un minimo segnale di reazione?

“No, non può. E’ vero che la BBC non c’è più e che bisogna farsene una ragione, ma la nuova fragilità difensiva della Juve nasce a centrocampo dove si avverte la mancanza del ruolo equilibratore di Marchisio, in panchina a Marassi. Evidentemente, Allegri reputa ancora imperfette le condizioni di forma del giocatore, ma senza di lui il reparto centrale non protegge la retroguardia come faceva in passato”.

 

Una delle poche note positive arrivate da Genova è stata il gol di Dybala, sebbene inutile ai fini del risultato. Quanto incide l’argentino sul momento attuale della Juve?

“Può incidere in misura molto importante. Non ho condiviso le critiche eccessive mosse a Dybala quando, sino alla sosta, ha vissuto un calo di condizione, non credo sia un giocatore, da solo, a fare una squadra. I bianconeri hanno bisogno di ritrovare concentrazione e impegno e devono farlo in fretta: dietro l’angolo c’è il Barcellona. I catalani comandano la Liga con 4 punti di vantaggio sul Valencia e addirittura 10 su Real e Atletico Madrid. I tre gol, rifilati al Leganes e la doppietta di Suarez, sono un’ulteriore conferma dello stato di grazia del Barça (34 punti in 12 partite, 11 vittorie, 1 pareggio, 33 gol fatti e solo 4 subiti). Se c’è un momento in cui per la Juve sarebbe stato meglio non affrontare i blaugrana, il momento è questo”. 

 

Dopo Ancelotti, anche Allegri ha detto no alla Nazionale: resta alla Juve. Oggi, a Roma, è in programma un consiglio federale decisivo. Ieri sera, in tv, Malagò ha affermato di ritenere che Tavecchio si presenti dimissionario. Nella notte, fonti vicine al presidente della Figc, hanno ribadito che non intenda mollare. Secondo lei, Tavecchio se ne dovrebbe andare?

“Tavecchio se ne sarebbe dovuto andare lunedì sera, subito dopo il fischio finale di Italia-Svezia. E con lui, subito, se ne sarebbe dovuto andare Ventura che, invece, ha preferito farsi esonerare per evidenti questioni d’ingaggio. Affari suoi. Invece, sono affari nostri, le questioni di un sistema che non funziona perché, al disastro della prima mancata esclusione dal mondiale dopo 59 anni, deve seguire una rifondazione totale del governo del nostro calcio. E’ la condicio sine qua non per ripartire. E vorrei tanto che la Juve fosse in prima fila in quest’opera. Ma, sinora, il silenzio dei suoi dirigenti sul caso Figc è stato assordante. In serie A, gli unici a levare alta la voce contro Tavecchio sono stati Cairo e De Laurentiis. Il che la dice lunga su quanto, questo sistema stia bene anche a chi, a parole, il sistema vorrebbe cambiare. E questo non è più il tempo delle parole”.