253 milioni di motivi per cui la Juve deve battere il Monaco. Siparietto Dybala-Del Piero: le parole della Joya fanno bene. Ma è tempo di riportare a casa Alex

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
02.05.2017 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
253 milioni di motivi per cui la Juve deve battere il Monaco. Siparietto Dybala-Del Piero: le parole della Joya fanno bene. Ma è tempo di riportare a casa Alex

​253 milioni di euro. E di motivi per cui la Juventus è superiore al Monaco. È questa la differenza economica nel valore delle due rose: il complesso dei giocatori bianconeri vale 450,80 milioni, i monegaschi si fermano a 197,80 (dati transfermarkt). Numeri da attualizzare al rialzo, un po' per tutti, ma sulla carta la semifinale di Champions ha una favorita netta. Al campo, come sempre, il compito di confermare o ribaltare quei valori. La forza economica di una squadra è tutto, nel calcio moderno? Forse no, lo stesso Monaco, che pure non è l'ultimo arrivato, lo sta dimostrando. In Francia, è sempre più vicino alla vittoria del campionato, uno smacco clamoroso alla super-potenza PSG, che spende e spande ma in Europa ha sempre deluso. 

Il problema più grande, in ogni caso, non sta nel sottovalutare il valore dell'avversario. È uno spauracchio che in tanti agitano e che quei numeri fanno immaginare, ma che è fuori dal mondo. Il Monaco, in questa pazza stagione, viaggia a una media di 3 gol fatti a partita: ha giocatori rapidi e talentuosi, alcuni dei quali nel giro di un paio di anni vedremo sparsi fra le big d'Europa. Sottovalutarli, in sostanza, è un'eresia anche solo a pensarla. Altra cosa è pensare che quei numeri non sono casuali, che la Juve ha l'onore e l'onere di pensare al doppio confronto da favorita, che c'è un avversario disposto a tutto per il passaggio del turno. Anche a figuracce epiche: la scelta di schierare le terze linee in Coppa di Francia è persino razionale ma molto discutibile a livello di etica sportiva. Massimiliano Allegri poteva fare lo stesso contro l'Atalanta: ha deciso di tenere i titolari, di continuare nella sua personale scommessa. La sta vincendo e ha mandato un segnale. It's time, dice lo slogan, di tradurlo ancora una volta in fatti.

Aiutato, ovviamente, da Paulo Dybala. Sull'argentino non penso ci sia bisogno di scrivere molto altro: un giocatore al di fuori della norma, uno di quelli che si vedono passare una volta nella vita e bisogna tenersi stretti. Nella speranza che vada così, il siparietto con Alessandro Del Piero è stato divertente e anche interessante. Perché nel calcio si dicono tante cose e spesso senza pensarle; però Dybala che dice a Del Piero di voler diventare una bandiera come lui, vuol dire qualcosa di molto diverso. Magari non succederà, ma nella testa dell'argentino c'è questa idea. E sarebbe stupendo se si dovesse verificare.. 

Nel frattempo, il siparietto di cui sopra lascia un altro interrogativo, di cui ho già scritto qualche tempo fa. I due si sono sfidati a una gara di punizioni (e, caro Dybala, sei fortissimo ma di strada ne devi fare), la Juve via Twitter ha appoggiato l'evento, proponendo di fornire il campo. Bene, bravi, simpatici. Però fra la Juve e Del Piero c'è uno non detto che continua a farsi sentire, uno spettro che continua ad aleggiare. Posto che un tweet non significa troppo e che di certo non l'avrà scritto Andrea Agnelli, a Del Piero bisognerebbe mettere a disposizione qualcos'altro, qualcosa di diverso da un campo per una gara di punizioni. Vederlo ancora fuori dalla società, così vicino al cuore ma lontano dalla testa di questa Juve, è una ferita al cuore per chi è cresciuto con l'idea che quel binomio fosse indissolubile. 

In attesa che la ferita si rimargini, se e quando avverrà, chiudiamo come (quasi) sempre con un occhio al futuro. La nuova Juve è già nella testa di chi se ne deve occupare, anche se per forza di cose non è il primo pensiero in un momento così cruciale della stagione. Contro l'Atalanta potremmo averne visto qualche pezzo. Al netto dell'arrivo già annunciato di Mattia Caldara, i bianconeri vogliono riportare a casa Leonardo Spinazzola. L'autogol è stato pura sfortuna, ma il ragazzo è cresciuto tanto, fra Bisoli e Gasperini. Ha la stoffa per essere il vice Mandzukic e magari dare una mano anche più dietro. Non sarebbe male che lo stesso percorso lo facesse Andrea Conti: anche qui, il gol, che però è il settimo, è solo un sigillo, in questo caso positivo. Per il resto, c'è un giocatore che sa fare bene entrambe le fasi, che può essere impiegato in più moduli, che per sua stessa ammissione ha la Juventus nel cuore. L'avesse anche nel futuro, non sarebbe male.