Gli eroi in bianconero: Christian VIERI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
12.07.2018 10:30 di Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Christian VIERI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Figlio d’arte, nasce a Bologna ma cresce in Australia. Per qualche anno si limita a correre dietro ai canguri, poi papà Vieri riporta la famiglia in Italia e, nel 1989, Bobo inizia a correre con i ragazzi del Prato. Nel 1990 è notato dagli osservatori del Torino che, per cento milioni di lire, lo portano al Filadelfia. La prima stagione gioca con la Primavera; la seconda debutta in Serie A. Entra nel grande calcio il 15 dicembre 1991 in Torino-Fiorentina (2-0), disputa sei partite (un goal) e inizia il campionato 1992-93 con una presenza. In novembre è ceduto in prestito al Pisa e nel 1993 passa al Ravenna, sempre con la formula del prestito.

Rientra al Torino nel 1994. I tecnici hanno molti dubbi; Vieri non convince: «È un attaccante grosso come un armadio ma con una tecnica individuale insufficiente», dicono. Presidente è Gian Marco Calleri che, dopo aver venduto la Lazio a Cagnotti, sta tentando un nuovo business, con il Torino. Calleri, che è ancor meno convinto dei tecnici, decide di vendere Vieri.

L’unico che intravede il campione è Rosario Rampanti, un allenatore che, in fatto di giovani, non sbaglia quasi mai. «Calleri aveva già preso accordi con il Venezia – racconta Rampanti – gli suggerii un trasferimento in comproprietà. Dissi al presidente che Christian stava crescendo sul piano tecnico e che dovevamo solo aspettare. Lui mi rispose che l’offerta del Venezia era buona. Così decise di incassare 600 milioni più la metà di Petrachi».

In Serie B, con il Venezia, Bobo mette a segno undici goal e il prezzo sale a tre miliardi, che l’Atalanta paga per avere, nel 1995, sette goal firmati dall’ex ragazzo del Torino. La quotazione sale ancora. Nel 1996 la Juventus sborsa nove miliardi per mettere il centravanti dell’Atalanta a disposizione di Lippi. Fra i due nascono subito problemi; Lippi e Vieri sono i protagonisti di uno scontro durissimo che la società mette a tacere, grazie ai buoni rapporti di Moggi con la stampa.

«È stato un incontro di boxe – dice ridendo – ci siamo presi un po’, durante l’anno. C’è stato uno scambio di opinioni abbastanza forte. Durante un Juventus-Atalanta, io ero entrato al 40’ e, dopo cinque minuti, finì il primo tempo. Lui mi disse qualcosa negli spogliatoi ed io gli risposi. Furono bravi i miei compagni a separarci. Forse, è stata quella la scintilla che ci ha fatto conoscere. Siamo entrambi toscani e ci piace dire le cose in faccia. Quella sera, Peruzzi mi chiamò per andare fuori a cena e mi portò nel ristorante, dove c’era anche Lippi. Andai a chiedergli scusa, abbiamo parlato un po’. Poi ho fatto tribuna per le tre o quattro partite che seguirono. Dopo mi fece giocare una partita a Milano contro l’Inter, quella successiva contro la Roma, entrambe in coppia con Amoruso e, da quel momento, non sono più uscito di squadra».

Così, Vieri segna solo otto goal, ma dimostra di essere l’uomo adatto per far saltare in aria le difese. È il giocatore che serve a Cesare Maldini che, il 29 marzo 1997, lo fa esordire in Nazionale contro la Moldavia a Trieste. Vieri gioca accanto a Zola e davanti a Di Matteo che militano nel Chelsea. L’Italia va in goal con Maldini, raddoppia Zola e proprio Bobo, al 50° minuto, fissa il risultato sul 3-0. Esce al 68’ per far posto a Padovano, suo compagno di squadra alla Juventus. Maldini è convinto che la Nazionale abbia trovato l’erede di Gigi Riva; l’avvocato Agnelli è addirittura entusiasta e si raccomanda a Moggi, perché il giocatore prosegua la carriera in maglia bianconera. Il “Signor Fiat”, sorridente, davanti alle telecamere della Rai annuncia: «Ho parlato con Moggi. Christian Vieri rimane con noi».

Il giorno dopo, invece, Moggi, d’accordo con Giraudo e Bettega, lo spedisce all’Atletico Madrid per trentaquattro miliardi. È un affare che porta un utile secco di quindici miliardi. L’Avvocato tace; non gradisce, ma tace. I miliardi hanno sempre un certo fascino. Vieri è felice, sogna Madrid a occhi aperti: «La scelta di andare in Spagna è stata la cosa migliore che ho fatto da quando gioco a calcio», dice. Frequenta i locali di Plaza Mayor, vive l’allegria della capitale, si toglie di dosso il grigio di Torino, è felice e annuncia che per quattro anni, ovvero la durata del contratto, sarà “spagnolo” al cento per cento. A dire il vero, però, disse le stesse frasi dopo la firma del contratto con la Juventus, ma per l’esuberante Bobo i contratti sono fatti per essere stracciati. Preso da improvvisa nostalgia per l’Italia, rompe l’accordo con l’Atletico, nonostante sia diventato l’idolo dei tifosi, segnando ventiquattro goal in ventiquattro partite.

Scende in campo la Lazio. Vieri è fermo a causa dei suoi fragilissimi muscoli; i medici danno il via libera e Cragnotti paga al club spagnolo la bellezza di cinquantatré miliardi. Ovviamente, sale anche l’ingaggio del giocatore che supera i sei miliardi a stagione. Dopo nove mesi, però, il vecchio ingaggio è ritenuto soddisfacente da Bobo. Gli sta stretta pure la Lazio; con Cragnotti non è riuscito a stabilire un buon rapporto. Nella sede di Formello il presidente è assediato; tutti vogliono il centravanti della Nazionale.

Si fa avanti di nuovo la Juventus. Moggi e Bettega fanno un’offerta clamorosa; Del Piero in cambio di Vieri! Qualcuno fa no tare che il giocatore ha firmato con la Lazio un contratto fino al 2003, ma è il solito dettaglio senza importanza. La Juventus, però, ci ripensa e ritira Del Piero dalla trattativa; al posto di Ale ci infila Davids più sessanta miliardi. Massimo Moratti, che capisce che l’offerta potrebbe far decidere Cragnotti a favore dei bianconeri e vola a Roma. Il 9 giugno 1999 Cragnotti e Moratti si incontrano all’Hotel Bernini; Vieri passa all’Inter per novanta miliardi, comprensivi del cartellino di Simeone.

Il bomber parte per Milano; l’idea di giocare al fianco di Ronaldo lo affascina e poi le discoteche di Milano sono persino meglio di quelle di Roma. I tifosi della Lazio lo accusano di tradimento; quelli dell’Inter esultano. Quando i giornalisti gli domandano se cambiare una squadra all’anno non è un po’ strano, lui risponde seccato: «Strani siete voi. Svegliatevi, fatevi furbi: il calcio è questo!»

A Milano gli viene subito a mancare Ronaldo per infortunio. Bobo gioca come può, poi prende la strada dell’infermeria a causa dei soliti muscoli fragili. L’Inter non ne azzecca una e precipita; tocca a Lippi togliere il disturbo. Arriva la fine del campionato 2000-01 e ancora una volta Vieri è intenzionato a stracciare il contratto. In mezzo c’è di nuovo la Juventus, che ha ingaggiato Lippi, silurato da Moratti e che ha spedito Pippo Inzaghi al Milan. E c’è l’avvocato Agnelli che, praticamente, fa la campagna acquisti in prima persona; Vieri è il suo obiettivo, non ha mai digerito la cessione all’Atletico Madrid. Ma l’Avvocato dovrà accontentarsi di Salas; la storia fra Vieri e la “Vecchia Signora” è finita per sempre.

Anche la carriera di Bobo si avvia alla fine; disputa un buon Mondiale in Corea e qualche altra buona stagione con la maglia neroazzurra. Nel 2004 disputa i Campionati Europei portoghesi; le sue prestazioni sono deludenti come quelle della Nazionale Italiana. Ancora una stagione all’Inter e poi il clamoroso passaggio al Milan; ma Bobo vestirà solamente per qualche mese la maglia rossonera per trasferirsi nel Principato di Monaco. Anche l’avventura monegasca sarà tutt’altro che felice; un infortunio, infatti, gli impedirà di proseguire la stagione e l’ennesimo contratto è strappato.

Oramai Christian è diventato un ex calciatore e un personaggio da gossip; è spesso fotografato in compagnia di splendide ragazze e nessuna squadra si fa più avanti per assicurarsi le sue prestazioni. Ci prova la Sampdoria ma Bobo rifiuta l’ingaggio; si trasferisce poi a Bergamo, nel 2007, dove riuscirà a giocare qualche spezzone di partita. Nell’estate dello stesso anno si trasferisce a Firenze; tutto sembra perfetto per il rilancio di Bobo, ma la deludente stagione culmina nel rigore sbagliato e nell’infortunio patito contro i Rangers Glasgow, nella semifinale di Coppa Uefa.