Gli eroi in bianconero: Arturo VIDAL

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
22.05.2018 10:26 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Arturo VIDAL
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Difficile raccontare i quattro campionati juventini di Vidal. Difficile, perché sono stati talmente tanto intensi e perché El Guerrero è entrato talmente tanto nel cuore dei supporter juventini che il rischio di cadere nella nostalgia è altissimo. Proviamo a farlo, mediante testimonianze e momenti di questa fantastica e trionfale cavalcata che comincia nell’estate del 2011, quando il campione cileno approda alla corte di Antonio Conte. Va in rete alla prima uscita in campionato con la maglia della Juve, l’11 settembre 2011, nel 4-0 contro il Parma. Partendo dalla panchina, perché diverrà titolare solo dalla quarta giornata a Catania. Il ruolo di inamovibile, Arturo, se lo guadagna allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, tackle dopo tackle, corsa dopo corsa, goal dopo goal.
La Juve è impegnata nel testa a testa scudetto con il Milan e la sicurezza dei bianconeri cresce gara dopo gara, assieme con la consapevolezza di potercela fare. La linea mediana Pirlo-Marchisio-Vidal, non sbaglia un colpo. Protegge la linea difensiva e supporta le punte, oltre a inserirsi in avanti con tempismo. Il cileno ha oramai conquistato tutti. Ha risorse atletiche infinite, una grinta che stordisce gli avversari e infiamma la curva. E un gran feeling con il goal. Si è anche conquistato la qualifica di rigorista della squadra. Alla trentesima giornata, segna una rete splendida, mostrando ancora una volta, anche tanta qualità: è il 2-0 che indirizza il match in favore dei bianconeri e seppellisce le speranze del Napoli. A fine stagione, Arturo Vidal conterà trentacinque presenze (qualcuna anche da difensore centrale) e sette reti.
Alla seconda stagione in bianconero, Vidal ottiene una consacrazione plenaria. Calciatore totale, inesausto sette polmoni: c’è molto del cileno nel secondo scudetto consecutivo della Juve, della quale è addirittura capocannoniere stagionale. La “Signora” torna anche in Champions, e il debutto è previsto a Stamford Bridge, contro i Campioni d’Europa in carica. Due lampi di Oscar portano avanti il Chelsea, la Juve vede le streghe. Che sono scacciate da una rimonta di cuore e classe della compagine bianconera. “Remuntada” che prende il via da una rete di Vidal, che segna nonostante sia palesemente zoppo. Alla fine, sarà 2-2, grazie alla rete di Quagliarella. Il Bayern eliminerà l’undici di Conte nei quarti di finale, con Arturo ultimo a mollare. “Quando il gioco si fa duro, entra in campo Re Arturo”, è il coro che comincia a infiammare lo Stadium.
2013-14: Vidal è esimio protagonista della Juve che vince il campionato a punteggio record. Un punteggio che si fonda sulla continuità di rendimento, sull’irriducibilità, doti che ad Arturo non mancano di certo. Il 27 novembre 2013, diventa il terzo juventino della storia a segnare una tripletta in Champions (a farne le spese è il Copenaghen), eguagliando Del Piero e Inzaghi. Sul finire della stagione, i guai al ginocchio destro lo costringono a uno stop. L’operazione, il recupero lampo per poter giocare i Mondiali in Brasile. Nascono le prime polemiche. «Il finale della stagione è stato maledetto, il mio rendimento è calato molto. A livello personale è finita male con Juve e con la Nazionale cilena, adesso ho una grande occasione di riscatto. So che il popolo bianconero si aspetta molto da me, ma è sempre stato così, e non è un problema, l'operazione mi ha condizionato molto ma rifarei tutto negli stessi tempi. Purtroppo dovendo recuperare con tanta velocità, ho seriamente rischiato di farmi male in modo anche irreparabile. La mia è stata una scelta di amore nei confronti della Juve.

Non potevo lasciare la squadra prima della semifinale di Europa League con il Benfica. Mi sono giocato il Mondiale e pure buona parte dell’attuale stagione, però ho deciso con il cuore, amo la Juve, sono fatto così. E devo dire grazie anche al Commissario Tecnico Sampaoli, che mi ha aspettato. Un altro non lo avrebbe fatto. Le critiche spesso sono state ingiuste, ho giocato in condizioni fisiche disastrose, solo io e i dottori lo sappiamo. Ma se c’è bisogno di me non mi tiro certo indietro, mai. Non ho nulla da rimproverarmi a livello professionale, ho sempre dato il mille per cento in campo, a prescindere da come stavo».
Quando ritrova la miglior forma, torna a far splendere il centrocampo della Juve, che conquista scudetto e Coppa Italia sfiorando un tris da sogno. Fondamentale, anche nel nuovo modulo, sempre utile. «Il sistema di Conte esaltava gli inserimenti dei centrocampisti, mi trovavo spesso davanti alla porta avversaria, avevo maggiore libertà in fase offensiva. Oggi là davanti c’è un trequartista alle spalle delle punte, e quindi agli interni spettano altri compiti. Il ruolo che ricopro è perfetto per le mie caratteristiche, sono nel cuore del gioco e ho più palloni da gestire. Presto, tornerò anche a segnare con continuità. Ora sto al 100%, sono al top fisicamente e mentalmente. Mi manca solo un pizzico di fortuna sotto porta, ai tifosi dico di stare tranquilli, adesso ci penso io. Con Conte ho lavorato tre anni, mi ha fatto diventare un giocatore vero, completo, mi ha cambiato la testa. Allegri è molto diverso, lo conosco da poco, però mi piace il suo amore per il bel gioco. Preferisce ritmi più lenti, punta molto sulla tecnica e dà grande spazio alle qualità dei giocatori di cui dispone».
Il cuore della “Signora”, lo definisce Massimo Bonini, uno che di mediani se ne intende. Oramai, Arturo è accomunato con i grandi universali del glorioso passato bianconero. È cronaca e storia. Segna il goal scudetto contro la Samp, vince, da miglior giocatore, la Copa America con il Cile.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Il cileno è irrequieto fuori dal campo, ubriacature e risse in discoteca sono quasi all’ordine del giorno. La società difende e protegge il giocatore, com’è giusto che sia, ma intanto prende nota. E quando, durante la Copa America, causa un incidente grave distruggendo la propria Ferrari, decide che il bicchiere è colmo. Arturo Vidal, per quaranta milioni di euro è ceduto al Bayern di Monaco. Quel Bayern che già lo voleva fortemente quattro anni prima, quando Vidal approdò a Torino, proveniente dal Bayer Leverkusen. Un cerchio che, a suo modo, si chiude.
Arturo chiude con 171 gare e ben quarantotto reti realizzate in bianconero. Quattro anni in cui ha lottato, segnato, emozionato. Non ha mai mollato, Arturo (l’ha detto e l’ha fatto). Uno di quelli che al solo vederlo scendere in campo, rassicurava il tifoso a prescindere dal risultato finale.
«È un giorno molto speciale – dice Arturo – voglio mandare un saluto dal cuore a tutti i tifosi juventini nel mondo. Grazie per questi quattro stupendi anni assieme. Voglio augurarvi tutta la fortuna del mondo e vi prometto che vi porterò sempre nel mio cuore. Per sempre juventino nell’anima».