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Zamparini su Dybala: "Non rinnoverà, cessione affare per entrambi. Paulo diventerà come Messi". E aggiunge: "Alla Juve dissi di prendere Ilicic e Pastore, su Amauri..."

15.12.2020 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Zamparini su Dybala: "Non rinnoverà, cessione affare per entrambi. Paulo diventerà come Messi". E aggiunge: "Alla Juve dissi di prendere Ilicic e Pastore, su Amauri..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex patron del Palermo e di altre squadre come Venezia e Pordenone, Maurizio Zamparini, per parlare approfonditamente del suo "picciriddu" Paulo Dybala e non solo:

Finalmente Paulo sembra essersi sbloccato dopo la bella partita giocata a Marassi con il Genoa. Quale è il suo pensiero a riguardo?

"Dybala è uno dei più grandi calciatori che attualmente giocano in Europa, ma non è il punto di riferimento della Juventus. Il Barcellona ha da oltre dieci anni Messi, il PSG è illuminato dalle giocate di Neymar mentre qui tutti i palloni giocabili arrivano a Ronaldo che gli occupa lo spazio. In una squadra deve essere l'uomo faro, altrimenti è inutile. Lo hanno messo a fare l'attaccante, l'esterno e il centrocampista, per questo non rende. Se provassero a far ciò con Messi nel suo club come succede all'Argentina, non farebbe più niente. Semplicemente perché non giocano per lui".

Quindi Dybala, a suo avviso, deve esser più libero in campo?

"Sì, Dybala deve essere avere la stessa libertà che Messi ha nel Barcellona. Ho visto la partita con il Genoa, quando era libero non veniva quasi mai servito. A Paulo devi dare sempre il pallone: per la sua affidabilità che non gliela fa perdere, per le sue giocate sempre illuminanti e per la sua imprevedibilità perché nessuno palla al piede è in grado di capire che cosa farà".

Però anche prima dell'arrivo di Ronaldo aveva avuto qualche difficoltà con Allegri.

"Ricordo una frase di Allegri in cui diceva che 'Dybala doveva crescere', a mio parere se c'era qualcuno che doveva crescere era Allegri e non Dybala. Paulo è il calcio, lo posso affermare in virtù della mia esperienza ultra trentennale in questo mondo. A Cavani dicevano di giocare come tornante di destra, a Pastore addirittura lo ingabbiavano in mezzo agli schemi all'italiana. E di conseguenza il campione tira fuori il 30%. Quando è arrivato Ronaldo, ho detto a Paulo di andare in Spagna. Sarebbe un bene per entrambi, alla Juve non serve un giocatore così".

Anche oggi gli direbbe le stesse parole?

"Sì, anche oggi direi a Paulo di andar via. E consiglierei la stessa cosa alla Juventus che così potrebbe guadagnare dai 120 ai 130 milioni di euro".

Prima parlavamo di Allegri, però anche con Sarri - anche se con lui è stato il miglior giocatore della Serie A - a volte non riusciva a rispettare le indicazioni tattiche.

"Sarri era l'esasperazione degli schemi di gioco, per cui è molto semplice la risposta. Per non andare troppo lontano, Pirlo da trequartista non avrebbe avuto la stessa carriera che ha avuto da play. Lui era libero di far ciò che voleva, appena gli veniva affidato il pallone lo distribuiva ed innescava i suoi compagni. Anche Dybala deve costruire il gioco, con le sue giocate può mandare in porta Ronaldo o segnare. Tra l'altro sono ancora convinto che Paulo diventerà come Messi".

Diventerà come Messi, ma oggi secondo il presidente Agnelli non è tra i primi cinque al mondo. Come potrebbe diventarlo?

"Deve andar via dalla Juventus, che sarebbe ugualmente grande anche senza di lui, e dal calcio italiano, perché qui prima del talento viene la tattica. Resto sempre dell'idea che non firmerà il rinnovo di contratto. La Juventus deve tutelare una sua risorsa e non può deprezzarlo, chiaramente non potrà mai dire pubblicamente il perché è stato lasciato fuori. I tifosi, altrimenti, non sarebbero affatto contenti".

Molto netto e deciso, come è nel suo stile.

"L'unico punto di domanda potrebbe essere il suo rapporto con Pirlo, che da calciatore era molto intelligente e questa virtù l'avrà sicuramente anche come allenatore".

Come era avvenuta la trattativa che lo portò cinque anni fa a Torino?

"Me lo chiese inizialmente De Laurentiis che voleva offrire 32 milioni più Jorginho che non conoscevo, ma era comunque una buona offerta. Mi chiamarono Berlusconi e Galliani, in un incontro nella villa di Silvio in Brianza risposi che il procuratore di Paulo aveva già parlato con la Juventus. Gli avevo proposto di prendere anche Vazquez, che nell'anno a Palermo aveva fatto molto bene. Alla fine è andato alla Juve dell'amico Marotta, posso dire di averlo svezzato nei suoi anni trascorsi a Venezia e con orgoglio affermo che oggi è il miglior direttore in Italia. Ma non è finita qui".

In che senso?

"A Marotta poi mandai un altro messaggio, dicendogli che Ilicic non si trovava più bene alla Fiorentina e voleva andar via. Costava, mi sembra, dai 6 ai 7 milioni, non moltissimo. Gli dissi di prenderlo subito, ma non rispose. Questo è perché non capisce tanto di calcio (sorride ndr), perché così avrebbe preso lo sloveno che è uno dei migliori del nostro campionato. Lui è uno di quelli che ha gli occhi anche dietro la testa, esattamente come Dybala".

Quale è l'affare che è riuscito meglio con la Juve?

"Sicuramente Dybala, volevo dargli anche Pastore ma Marotta aveva un po' il braccino corto (sorride ndr). Poi l'argentino l'ho dato al PSG per 42 milioni di euro, ha fatto bene in Francia. Volete sapere il perché Amauri non ha fatto bene alla Juventus? Perché Del Piero e Nedved non gli passavano mai la palla, io me ne accorgevo e non ci rimanevo bene. Erano gelosi, ma questa è un po' una malattia dei grandi campioni".

Si ringrazia Maurizio Zamparini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.