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Retroscena su Kean, lo 'zio' Bamba: "Vi racconto come l'ho convinto a trasferirsi alla Juventus, per me è come un figlio. Aveva la testa dura, spero sia maturato" (FOTO)

06.10.2021 15:38 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Retroscena su Kean, lo 'zio' Bamba: "Vi racconto come l'ho convinto a trasferirsi alla Juventus, per me è come un figlio. Aveva la testa dura, spero sia maturato"  (FOTO)

Il tutto nasce un po' per caso. Nella pagina "Wikipedia" dedicata a Moise Kean, viene riportato che "rimane in granata fino al 2010 quando, su spinta di uno zio (a sua volta padre di Abdoulaye Bamba, anche lui calciatore), passa ai concittadini della Juventus". Una storia curiosa che decidiamo di raccontare grazie alla testimonianza di Mamadou Bamba, padre di Abdoulaye calciatore dell'Angers e con un passato nel settore giovanile bianconero, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com ricorda con piacere quei momenti e non solo:

Quale è stato il primo incontro con il piccolo Moise?

"In quel periodo facevo l'osservatore per la Juventus, per cui ero sempre in giro per reclutare nuovi talenti. Fortuna vuole che dovevo andare a vedere un ragazzino del Mali, ma in campo c'era anche il piccolo Moise. Non ero solito rimanere per tutto l'incontro, ma in quella circostanza feci un'eccezione perché rimasi impressionato dalle sue qualità: era molto veloce, difficile da fermare, aveva sì qualche carenza ma rispetto ai suoi coetanei era fuori categoria. Appena avvertiva un po' di stanchezza, si metteva a gattoni per riposare".

Come lo hai convinto a trasferirsi alla Juventus?

"Ho parlato con Moise subito dopo il match, era felice di questa possibilità. E' stato facile creare un punto d'incontro in quanto mi disse che era anche lui della Costa d'Avorio. All'epoca viveva ad Asti, così chiesi il numero della mamma e la contattai subito. Non dovevo far passare troppo tempo, il ragazzo era davvero forte. Le dissi che era molto bravo e parlai molto bene della Juventus, inizialmente era scettica perché il Torino pagava la retta della scuola e non voleva fargli cambiare squadra. Feci molti viaggi per convincerla, la rassicurai in quanto la Juve avrebbe garantito anche il doppio pur di averlo. E poi conoscevo bene suo padre, nel momento in cui gli parlai rimase molto contento. Era simpatizzante per i bianconeri".

E' uno sliding doors particolare, perché se non andavi a vedere quell'altro bambino forse di Moise non ti saresti mai accorto.

"Sì, il destino ha voluto che andasse lì. C'è da dire che le sue qualità lo avrebbero comunque fatto andare avanti, ma nella Juve chiaramente ha avuto più possibilità di crescere. A sua madre ho sempre messo in risalto il fatto che le strutture bianconere erano più all'avanguardia di quelle granata".

Come era il piccolo Moise dal punto di vista caratteriale?

"Aveva la testa un po' dura, così ho cercato di essergli il più vicino possibile in modo da dare dei buoni consigli. Ho detto a Moise di mostrare sempre rispetto, di esser diligente e soprattutto di comportarsi bene. Erano le stesse cose che dicevo a mio figlio Abdoulaye, gli ho sempre insegnato che prima c'era il dovere e poi il piacere. Quante volte ha dovuto rinunciare alla discoteca e a trascorrere del tempo con i suoi amici, però ora è un giocatore professionista e tutti i suoi sforzi sono stati ripagati. E lo stesso l'ho raccontato anche a sua mamma".

Wikipedia, nella pagina dedicata a Moise, dice che sei suo zio. Dunque siete parenti?

"No, nessun grado di parentela. Lui mi chiama 'zio' in segno di affetto, d'altronde per me è come un figlio. Spesso mi fa piacere scambiare quattro chiacchiere quando lo incontro, una volta in aeroporto mi ha offerto il caffè e mi ha ringraziato per quel che ho fatto. E' molto riconoscente, ma a me non importa di questo. Al contrario di sua madre, che mi ha voltato le spalle e fa finta di non conoscermi. Questo un po' mi è dispiaciuto".

Il Moise di oggi, a tuo parere, rispecchia quello che era in passato?

"Oggi non lo seguo più come un tempo, la speranza è che ora sia più maturo dal punto di vista mentale. Mi è dispiaciuto tanto non vederlo nella rosa dell'Italia che ha vinto l'Europeo. Però è ancora giovane, il suo talento lo dovrà impiegare ogni giorno per far bene con la Juve e la nazionale".

Si ringrazia Mamadou Bamba per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.