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Mastropietro su Pellegrini: "E' un puledro che va lasciato correre, merita la grande chance. Juve? Poteva già esser titolare. Vi spiego perché ho ammirato un secondo Totti..."

16.07.2021 15:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Mastropietro su Pellegrini: "E' un puledro che va lasciato correre, merita la grande chance. Juve? Poteva già esser titolare. Vi spiego perché ho ammirato un secondo Totti..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Luca ha sempre avuto le idee chiare sul suo futuro, già a 10 anni era una bella testa e con lui potevi svolgere degli esercizi più difficili. Mi colpiva la sua voglia di emergere, per me è sempre stato un cavallo che andava semplicemente guidato". E' questa la descrizione di Fernando Mastropietro, primo allenatore di Luca Pellegrini nella Nuova Tor Tre Teste ed attuale direttore tecnico nell'Atletico Lodigiani, che in esclusiva ai nostri microfoni descrive il classe '99 attualmente in ritiro con la Juve e non solo:

Era già improntato ad essere un esterno di tutta fascia?

"Con me giocava quasi sempre esterno basso, era talmente bravo che poteva fare tranquillamente tutta la fascia sia in fase offensiva che difensiva. I puledri più li lasci correre e meglio è, così da sfruttare ogni prateria. Lui nasce terzino, tecnicamente è bravissimo ed è in grado di attaccar bene lo spazio. Non gli è mai importato correre, d'altronde lo abbiamo visto anche in Serie A".

Ciò che in questo momento sta condizionando Luca sono i suoi infortuni.

"Purtroppo quella è una spada di Damocle che ha sulla testa, non è mai riuscito ad iniziare una stagione normale. E questo incide, perché nel momento in cui sei fermo devi sempre rincorrere gli altri che accumulano chilometri. Luca deve soltanto ritrovare calma e serenità, l'importante è ritrovare la possibilità di giocare un campionato come si deve. E' una macchina per correre, vedrete che non si fermerà più. Ha un carattere d'oro e per quello che prometteva, doveva esser titolare in ogni squadra in cui è stato".

C'è un aneddoto che ricordi molto volentieri e che vuoi condividere con chi leggerà l'intervista?

"Ricordo la finale di un torneo giocato contro l'Udinese, mentre eravamo in vantaggio Luca non si comportò bene con un compagno e con l'arbitro. Non era stato espulso, ma l'ho fatto ugualmente sedere lasciando la squadra con un uomo in meno. Gli ho voluto spiegare la differenza tra un giocatore vero e uno che non pensa in campo, avvisandolo di farmi un cenno nel momento in cui avrebbe capito la lezione. Si rese conto che ci stavano prendendo a pallonate e questo accadeva anche perché non c'era lui. Luca comprese la situazione e tornò in campo".

E poi come andò a finire la partita?

"Ricordo il terzo gol segnato all'Udinese, ma non fu tanto importante il risultato. Quando Luca è tornato in campo, la sensazione è stata di vedere un giocatore che poi avrebbe calcato i grandi palcoscenici. Un po' come accaduto a Totti, Lanzaro, D'Agostino e tanti altri che ho allenato. E' stato un momento determinante per la sua carriera, quando ci vediamo me lo ricorda sempre. Per me è stato come ammirare un secondo Francesco per la dedizione e la voglia di migliorarsi sempre".

Quindi hai avuto modo di sentirlo negli ultimi anni?

"Sì, ci vediamo almeno una volta all'anno. Luca arriva all'improvviso e viene a vedere l'Atletico Lodigiani insieme al papà Mauro che è un carissimo amico. Per i ragazzini è un idolo, lo seguono sempre con grande ammirazione. Mi ha parlato anche della Juventus, mi racconta spesso che è un altro mondo in cui la ricerca della perfezione e dei particolari è straordinaria. Ho lavorato per dieci anni a Trigoria e si respirava un'aria da professionisti, qualche volta sono stato a Torino e ho capito che manca ancora qualcosa per raggiungere l'estrema serietà e la grande voglia di vincere".

Nel momento in cui hai dichiarato che sarebbe stato titolare ovunque, ti riferivi anche alla Juventus?

"Non ho dubbi su questo, Luca calcisticamente è sfacciato e con una grande volontà. Se la sarebbe giocata tranquillamente con Alex Sandro, anche perché il brasiliano non è più incisivo offensivamente come una volta. La mia idea è che nei top club non devi ragionare sulla fase difensiva, specialmente se in un club come la Juve possiedi due tra i più forti difensori al mondo. Cuadrado e Pellegrini sarebbero il massimo nel creare superiorità in maniera spaventosa. Secondo me andava un po' valutato in tal senso".

Però potrebbe essere arrivato il suo momento, si vocifera infatti che la Juve lo possa tenere in prima squadra.

"Luca merita una chance, è l'anno giusto per averla. Per me può essere protagonista sia in attacco che in difesa".

Dove lo vedi tra dieci anni Luca Pellegrini?

"Il mio augurio è di vederlo ancora in campo, correre per le fasce e creare scompiglio nell'area avversaria. Per me avrà ancora tutta quella voglia di annullare gli anni precedenti che non sono finiti bene".

Si ringrazia Fernando Mastropietro per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.