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Massimo Giletti: "Ricorso Napoli classico esempio di commedia all'italiana. Dybala? Al momento pare un bambino viziato. Sulla Juve di Pirlo..."

12.11.2020 16:00 di  Luca Cavallero   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Massimo Giletti: "Ricorso Napoli classico esempio di commedia all'italiana. Dybala? Al momento pare un bambino viziato. Sulla Juve di Pirlo..."

Riguardo all'attualità in casa Juventus, la redazione di TuttoJuve.com ha intervistato in esclusiva Massimo Giletti, giornalista e conduttore televisivo, noto tifoso bianconero.

Come commenta la sentenza d’appello, apparentemente definitiva, relativa a Juventus-Napoli?

"Purtroppo non credo si tratti di una sentenza definitiva: penso che De Laurentiis si appellerà anche al Tar. Ritengo che sia una storia tutta quanta “all’italiana”. De Laurentiis, uomo molto intelligente, ha pensato probabilmente che i tamponi della domenica mattina potessero giocare delle pessime sorprese. Però il Napoli si è mosso in maniera singolare rispetto alle altre squadre con casi Covid: il Milan, che in quel periodo aveva tre positivi, non ha agito – per esempio – nello stesso modo. E’ stato il tipico esempio di “commedia all’italiana”: si è fatto un tentativo manzoniano di ricercare l’Azzeccagarbugli, appellandosi a cavilli e sotto-cavilli".

La sentenza d’appello sembrerebbe ribaltare, tuttavia, la tesi del vice-ministro Sileri, esposta proprio a Non è L’Arena la domenica di Juventus-Napoli; ossia che, in sintesi, le Asl deterrebbero il potere di interferire o meno sul regolare svolgimento di una partita, in caso di positività di calciatori o membri dello staff…

"La sentenza ha ribaltato qualcosa che forse, in quel momento, Sileri non poteva sapere. Per poter analizzare il fatto in questione, e più in generale ogni fatto, bisogna disporre di tutta quanta la documentazione necessaria, come nel caso del giudice che ha emanato la sentenza d’appello. Questa storia ci dà, comunque, l’ennesima conferma che in Italia abbiamo bisogno di norme che non lascino spazio ad alcun tipo di interpretazione: i “salvo”, gli “eccetto” e i richiami ad altri dogmi creano soltanto ambiguità e confusione, come è stato in questo caso".

A tre mesi dall’inizio del campionato qual è il suo primo bilancio parziale rispetto alla Juventus di Andrea Pirlo?

"Pirlo è una persona di grande intelligenza. Recentemente mi è capitato di rivedere Juventus-Lazio dell’aprile 2012, partita decisiva per la vittoria del primo scudetto dei nove consecutivi: in quel match Pirlo salì in cattedra, facendo cose incredibili. Quello che chiede Pirlo non è un gioco immediato e banale. Volendo fare un paragone rispetto a quando arrivò Allegri, nel 2014 l’ex Milan ereditò una squadra già fatta, che continuò a far giocare con il 3-5-2. Pirlo invece è chiamato ad una doppia sfida, oltre che difficoltà: ha una squadra nuova, con meccanismi non ancora oliati, alla sua prima esperienza assoluta da allenatore".

In questi primi tre mesi qual è il giocatore che l’ha sorpresa di più, magari tra i nuovi acquisti?

"Morata sta facendo la differenza in maniera importante, non solo per i gol, ma anche nel suo modo di giocare. Domenica contro la Lazio, per esempio, non ha segnato, ma ha giocato bene, dando un contributo importantissimo alla squadra”.

Lazio-Juve non ha risparmiato, invece, critiche a Dybala…

"Dybala pare, al momento, un bambino viziato: non scende in campo con l’intensità e la cattiveria necessarie. Ricordo che ai tempi della gestione Capello andai a vedere un allenamento della Juventus in Sisport: l’ex tecnico bianconero si arrabbiò con un giocatore, di cui non faccio il nome, dicendogli che doveva guardare a Ibrahimovic, mettendoci la sua stessa fame, altrimenti avrebbe continuato a fare panchina ancora a lungo. In una squadra come la Juve, e nel calcio di oggi, devi dare tutto in campo perchè sono i dettagli a fare la differenza: quella palla controllata male da Dybala nel finale è un errore inaccettabile".

Ha tifato tante Juventus diverse e si è trovato di fronte a tanti casi simili: dal suo punto di vista Dybala finirà per rinnovare oppure le strade con i bianconeri si separeranno?

"Per rimanere a questi livelli devi dare tutto, sempre. La qualità di Dybala non si discute, ma in un club come la Juve sei chiamato a rendere sempre al 100%. Se non rendi al 100% stai in panchina e lo devi accettare. Un calciatore da top club deve essere umile e accettare anche questa condizione. Soltanto Maradona poteva permettersi di allenarsi una volta a settimana e poi fare la differenza, ma era – appunto – Maradona. Emblematico di questo discorso l’ultimo confronto in Champions tra Juventus e Barcellona: è bastato vedere da una parte Messi, dall’altra Dybala…".

Come giudica l’ennesima sosta delle nazionali, con relativi viaggi continentali, in piena pandemia?

"Non si rischia, implicitamente, un incremento della diffusione del virus? “Ma anche mischiare continuamente tanti giocatori non è per nulla intelligente, al di là dei viaggi continentali. Purtroppo ultimamente ci capita di assistere a tante cose non intelligenti in ambiti diversi, anche all’interno del sistema calcio".