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Mark Iuliano: "Bisogna sempre fidarsi della Juve, ok il ricambio generazionale. Pirlo va aiutato e non giudicato. Campionato? Mancata vittoria non sarebbe dramma"

22.10.2020 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Mark Iuliano: "Bisogna sempre fidarsi della Juve, ok il ricambio generazionale. Pirlo va aiutato e non giudicato. Campionato? Mancata vittoria non sarebbe dramma"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex difensore della Juventus, Mark Iuliano, per parlare degli ultimi avvicendamenti in casa bianconera e non solo:

A due giorni dal successo di Kiev, la squadra ti ha convinto?

"Sì, la squadra è stata compatta e mi è piaciuta molto nel giro palla. Non era scontato fare una partita del genere, la Dynamo ha in rosa dei buonissimi giovani che potevano far male. Forse hanno subito l'impatto della Champions, tanti di loro erano esordienti ed emozionati di affrontare un club così blasonato. Ho sempre avuto la sensazione che potesse far gol, mi sono piaciuti tutti. L'unica nota negativa è stata l'infortunio di Chiellini".

Ci dobbiamo fidare di questa Juve, oppure è stato solo un lampo?

"Dobbiamo sempre avere fiducia della Juventus, anche come quando a Crotone non fa una buona prestazione. E' stata molto criticata per questo, ma contro la Dynamo ha saputo reagire in maniera efficace. La risposta è stata molto positiva".

A tuo parere, per questa Juventus più giovane è un anno di transizione?

"Dopo tanti anni in cui vinci e rivinci, in Italia, c'era bisogno di cambiare. Soprattutto, a mio parere, servivano forze fresche per cominciare un nuovo ciclo. Per questo giocatori come Kulusevski, Chiesa, McKennie ma anche lo stesso Morata sono importanti per il ricambio generazionale che prima o poi ogni squadra deve affrontare, la società ha preso quelli giusti".

I giocatori citati permettono, in effetti, più soluzioni sul fronte offensivo a Pirlo. Forse lo scorso anno l'attacco era un po' troppo apatico.

"Quando c'è Ronaldo lì davanti non è che sei troppo apatico (sorride ndr). Lo scorso anno è stato un po' un anno così, dopo l'addio di Allegri c'era l'idea di cambiare qualcosa dal punto di vista del gioco e non è andata benissimo in Europa e in Supercoppa. Il campionato comunque è stato portato a casa, anche se forse c'erano squadre un po' meno intraprendenti di oggi. Penso che il tutto sia più avvincente ed equilibrato, molto bello per gli spettatori ma da juventino spero di rivincerlo ancora (sorride ndr)".

E se invece non dovesse riuscirci, sarebbe un dramma? Per alcuni tifosi della Juventus lo scudetto è già vinto ogni anno.

"E non è così, da fuori è semplice ma non è mai facile riconfermare una vittoria. I tifosi si aspettano sempre un altro trofeo, ciò che manca nell'ambiente è la vittoria in Champions e forse non si accontentano più dello scudetto. Dipende poi da come lo vinci: sono contenti e non felici quando lo vinci senza avversari, sono più entusiasti quando invece ci sono delle avversarie forti. E se qualcuno dovesse rivelarsi superiore non è drammatico, nessuno può rimproverare nulla alla società più vincente degli ultimi nove anni in Italia".

Anche te da calciatore hai vissuto il periodo del ringiovanimento e del ricambio generazionale. Come è stato?

"L'anno in cui sono arrivato alla Juve, c'erano dieci volti nuovi (sorride ndr). Anche noi eravamo giovanissimi, c'era ancora una parte del gruppo che aveva vinto la Champions. Si era creato il giusto mix per rivincere ancora gli anni successivi. Oggi avere figure in rosa come Buffon, Chiellini e Bonucci è molto importante per far acquisire quella che è la 'scuola Juventus' al giovane che è appena arrivato. Così si costruiscono i successi".

Ma ti sei trovato anche dalla parte opposta, ovvero eri tu il senatore che doveva far acquisire la 'scuola Juventus' ai più giovani. Ci puoi raccontare come avveniva tutto questo?

"La prima affermazione era che alla Juve devi lavorare, non dovevi mai stare in fondo al gruppo ma dovevi essere uno dei primi a trainarlo. Sempre. Qualsiasi aspetto era fatto per il gruppo, per migliorarlo e per rafforzarne l'alchimia, anche la preparazione fisica e mentale era molto importante. Quando un giovane aveva qualche difficoltà non veniva isolato, bensì veniva ancor più coinvolto nel lavoro di gruppo. Così era più semplice far bene".

Parlando di Pirlo, come lo giudichi dal punto di vista tecnico?

"Sta facendo la sua esperienza, durante il suo cammino andrà incontro ad errori che dovranno essere il più possibile limitati perché in un ambiente come la Juventus devi sbagliare il meno possibile. Pirlo è una persona molto intelligente e di personalità, ci sarà il gruppo di supporto che lo aiuterà ma le decisioni dovrà prenderle lui. L'ultima cosa di cui ha bisogno è di esser giudicato, quello non serve affatto".

Ti ha stupito vedere un centrale, che non è di ruolo, come Danilo nei tre accanto a Bonucci e Chiellini?

"Quella è una soluzione tattica che è stata adottata da altre squadre in precedenza, la funzione è che serve per il palleggio iniziale in modo da non far abbassare un mediano. La Juve deve sempre giocar la palla, non può lanciarla e affidarsi alle ripartenze. Danilo, forse, è più preparato tecnicamente di Demiral, questo potrebbe accadere fino a quando non rientrerà de Ligt. Viene sottovalutato, ma la Juve ha assenze importanti nel reparto arretrato".

Lo stesso Demiral che viene accostato per temperamento ad un certo Montero che hai conosciuto molto bene.

"Demiral è Demiral, Paolo è Paolo: il primo è un buon giocatore che è ancora in tempo per mostrare tutto il suo potenziale, il secondo faceva reparto da solo sia dentro che fuori dal campo. Ed era già così quando era arrivato alla Juventus a fine anni '90".

Si ringrazia Mark Iuliano per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.