Marco Marchionni sul suo ritiro: "Ora farò il vice nella Carrarese. La Juve ha bisogno di calciatori come Marcelo per vincere in Europa. Marchisio? Può dare ancora molto al calcio italiano"
"La voglia di provarci ancora c'era, ma il ritiro è stato inevitabile. Specialmente perchè non riuscivo più ad esser continuo e gli infortuni erano diventati un'agonia. Meglio sfruttare questa nuova occasione come vice della Carrarese, così inizierò a capire le tante sfaccettature che quando sei giocatore non cogli". E' il commento sincero di Marco Marchionni che ai microfoni di TuttoJuve.com racconta il suo stato d'animo a qualche ora di distanza dall'aver appeso ufficialmente le scarpette al chiodo: "Conosco un po' il mister, ci confrontiamo tanto e c'è fiducia - ha continuato -. Sarà veramente importante poter capire le nuove dinamiche che si verranno a creare".
A chi vorresti assomigliare dei tuoi ex allenatori? Forse vorrai fare un mix delle loro peculiarità.
"Sì, il mio pensiero va subito a Baldini e Prandelli che son riusciti a farmi apprendere i valori di gioco. Son quelle le doti che uno vorrebbe ritrovare quando sei dall'altra parte. Poi non posso dimenticarmi di mister Donadoni e il suo secondo Luca Gotti che, nei miei ultimi anni di Serie A, mi hanno cambiato il ruolo e da centrocampista centrale sono riuscito a dare il meglio di me stesso".
Parlando del Marco Marchionni calciatore, c'è una partita che avresti voluto rivivere?
"Ricordo molto volentieri le due partite che feci con la Juventus con il Real Madrid perchè significarono molto, ma quella contro il Liverpool che disputai con la maglia della Fiorentina mi rimarrà impressa per il contorno. Sì, perchè fu bellissimo vedere le persone in festa per un qualcosa che avevi fatto e che ritenevi la normalità. Quando giochi nei bianconeri sei quasi obbligato a vincere, nei viola c'erano pochi fuoriclasse e il gruppo era da outsider. Ricordo anche che Robben, quando seppe di affrontarci, disse che ci avrebbero battuto 7-0. E invece fece tanta fatica, il Bayern vinse con un po' di fortuna all'andata e perse a Firenze per 3-2".
La Juventus, nel giro di 12 anni, è passata dalle stalle alle stelle con l'arrivo di CR7. Quale è stata la tua prima reazione?
"Stupore. Tanto stupore. Non pensavo che in questo momento potesse cambiare squadra, ma questo fa capire che nel calcio non esiste nulla di scontato. La Juve ha creduto nella possibilità di portare un giocatore così forte nella sua squadra e alla fine ci è riuscita. E' giusto che sia avvenuto questo, la Serie A ha bisogno nuovamente di campioni come c'erano ai miei tempi. L'atmosfera era del tutto diversa".
E Ronaldo potrebbe portare anche Marcelo. Che per la Juventus sarebbe un altro colpo top.
"Quando arriva un grande campione, è più facile per gli altri calciatori accettare. E' una conseguenza. La Juventus ha la forza economica per puntare ai grandi giocatori e se vuole alzar l'asticella per puntare la Champions ha bisogno di calciatori come il brasiliano. Anche perchè in Italia ha ormai dimostrato che non c'è più paragone".
Appunto, la Champions che è un argomento sempre molto delicato a Torino. Con Ronaldo è la favorita d'obbligo oppure è sempre tra le papabili per la vittoria?
"Ronaldo porta tantissimo come qualità tecnica nella squadra. Ma ci sono sempre le big, citando City, United, Psg, Barcellona e lo stesso Real Madrid, che sono favorite come la Juventus. E' diverso da tanto tempo fa, perchè prima i grandi campioni giocavano in poche squadre".
Come vedi la convivenza di Cristiano con Dybala e gli altri attaccanti in rosa?
"Io penso sempre che sia facile far giocare i grandi calciatori, perchè possono mettersi l'uno al servizio dell'altro. Altrimenti non sarebbero grandi campioni. L'allenatore dovrà aver la forza di trovare un grande equilibrio, perchè soltanto così puoi pensare di poter vincere".
Si parla insistentemente nelle ultime ore di un possibile addio di Claudio Marchisio che è stato tuo ex compagno di squadra nella Juventus di dieci anni or sono. Che cosa ti senti di consigliare a lui?
"Uno come Claudio può ancora dare molto al calcio italiano. Deve essere un punto di forza per la Juve. Gli infortuni lo hanno un po' debilitato, ma quest'anno può ripartire da zero e può giocare tranquillamente in questa squadra. Lui deve partire dal presupposto che ci saranno così tante partite in cui trovar spazio, perchè è forte così come lo è il suo club".
Si ringrazia Marco Marchionni per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.