Marcelo Estigarribia: "Nella Juve esiste solo la vittoria, no alla cessione di Cuadrado. Sarebbe bello ripetere la campagna acquisti del 2011/12"
"Il Sol de América non possiede lo stesso blasone dell'Olimpia, ma è una squadra molto importante di Asunción che lotta per le prime posizioni. Si sta davvero bene, c'è più tranquillità e rilassatezza. La pressione non è la stessa presente in altri club, qui riesco a passare molto più tempo con la mia famiglia. Provo a mettere a disposizione tutta la mia esperienza, cercando di essere da esempio per i più giovani". Pensieri e parole di Marcelo Estigarribia, ex calciatore bianconero di quella rosa degli "invincibili" che nel 2012 vinse il primo storico scudetto dell'era Agnelli, che ai microfoni di TuttoJuve.com analizza gli ultimi avvicendamenti in casa Juve e non solo:
E' il club perfetto per terminare la tua carriera?
"No, non ci ho ancora pensato. Ho 34 anni, mi sento bene a livello fisico, e vorrei continuare ancora per almeno due anni".
Solo due anni? Non vuoi fare come Gigi Buffon?
"Non scherziamo (sorride ndr), però è bello vedere che è ancora lì a difendere i pali. Gigi è immortale".
Si ritirerà prima Chiellini che è più giovane di Buffon. A proposito, che cosa ne pensi della sua scelta?
"Fa bene a provare una nuova avventura. Ho letto che tornerà da dirigente, sono molto contento perché c'è bisogno di uno come lui in società. E' una persona intelligente, sicuramente farà molto bene. Non posso che avere un buon ricordo di Giorgio, è stato uno dei primi ad essermi vicino nel momento in cui arrivai a Torino. Era molto premuroso, si preoccupava e cercava di farsi capire anche se il suo spagnolo non era dei migliori".
Tornando a te, come sta andando la stagione?
"Non è ancora concluso il torneo di apertura, in questo momento siamo sesti e il nostro obiettivo sarà quelle di vincerle tutte. Libertad e Cerro Porteño sono ormai irraggiungibili, per cui cercheremo di fare il massimo per arrivare il più in alto possibile".
C'è la possibilità di arrivare quarti, come la Juventus quest'anno.
"Ci piacerebbe anche arrivare terzi, non ci precludiamo nulla. La stagione senza trofei della Juventus mi ha molto sorpreso. C'è anche da dire che è stata una stagione complicata e piena di infortuni, non c'è mai stata l'opportunità di competere seriamente per il titolo. La squadra era partita male ed è stata brava a rimettersi subito in carreggiata, ma Milan e Inter sono state decisamente più brave".
Può capitare una stagione così?
"Sì, può capitare, ma questa è la seconda stagione in cui la squadra arriva quarta in campionato. Ho vissuto, seppur tanti anni fa, l'ambiente bianconero e non credo che la mentalità sia cambiata. Qui importa solo vincere, per cui sono sicuro che il management sia già al lavoro per cercare di allestire una rosa competitiva per lo scudetto e la Champions. Ho sempre avuto fiducia in loro, di certo non cambio adesso idea".
Se vorrà tornare a vincere, la Juve dovrà strappare il titolo dalle mani del Milan. Non ti ricorda qualcosa?
"Certo, può esserci qualche similitudine. Però, a differenza di allora, il campionato italiano è molto più competitivo e non c'è una squadra più forte delle altre. Prima era semplice pronosticare la vittoria della Juve, ora può vincere chiunque. Inter e Napoli sono sullo stesso livello del Milan, Roma e Lazio si stanno rinforzando e l'Atalanta è sempre una mina vagante. La dirigenza bianconera dovrà fare un gran lavoro".
Nel campionato vinto dieci anni fa, il primo dei nove consecutivi, il vero segreto fu di avere un martello pneumatico come Antonio Conte? Senza di lui sareste mai riusciti a vincere?
"Per me sì, anche se il mister ci trasmise la sua mentalità vincente. Non esisteva che un club come la Juventus arrivasse settima in classifica, quindi c'era questa onta da cancellare immediatamente. Eravamo tutti convinti del nostro obiettivo, al top della condizione, il nostro unico avversario era la Juve stessa. Non ci importava dei risultati del Milan, dell'Inter o del Napoli, a noi fregava solo di scendere in campo e vincere. Terminare la stagione da imbattuti fu una grandissima emozione. Fu molto brava anche la dirigenza, sarebbe bello ripetere quel tipo di campagna acquisti".
Che cosa intendi nello specifico?
"Il lavoro di quella dirigenza fu molto importante, perché riuscì ad acquistare i campioni e i giocatori che si rivelarono molto adatti al contesto. Ho letto di Di Maria e Pogba, quelli sì che sarebbero due nomi in grado di imprimere una nuova mentalità ad un gruppo di calciatori che deve rivincere subito".
Di Maria, dunque, è il giocatore giusto per questa Juve?
"Assolutamente sì, è il calciatore giusto da cui ripartire. E' un campione straordinario, le sue qualità non si possono discutere. Spero che riesca a trovare un accordo con il club bianconero, onestamente lo vedrei molto bene in attacco con Chiesa e Vlahovic".
Mentre su Pogba, la risposta dall'ultima non dovrebbe esser cambiata.
"No, nella maniera più assoluta. Ritornerebbe a casa più maturo e consapevole della sua forza, per me desidera riscattare le brutte annate vissute a Manchester. Quest'anno è l'anno della Coppa del Mondo, per cui vorrà essere nuovamente protagonista nel centrocampo bianconero che è ormai da qualche anno in fase di ricostruzione".
Pogba, Di Maria e poi chi altro?
"Un altro paio di acquisti e la Juve tornerebbe ad avere nuovamente consapevolezza. Ci sarà da sostituire Giorgio, per questo mi aspetto un difensore sicuro ed esperto come Koulibaly o qualcun altro. Mi è molto dispiaciuto per Dybala e Bernardeschi, ero convinto del loro rinnovo. In attacco bisognerà capire chi rimarrà, le ipotesi Muriel e Simeone sono all'altezza. Anche sulla fascia ci vorrebbe qualche colpo".
Sei tra quelli che sacrificherebbe Cuadrado per un profilo più giovane come Molina?
"Mai nella vita, Cuadrado è uno dei leader ed è imprenscindibile in questa Juventus. Molina mi piace, è giovane e talentuoso, io lo prenderei senza sacrificare il colombiano. Vediamo se sarà possibile (sorride ndr)".
Si ringrazia Marcelo Estigarribia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.