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Il tennista Bortolotti: "Favorevole al challenge, il rigore col Porto sarebbe stato fischiato. Annoiato dal gioco di Sarri, si può fare a meno di Ronaldo. Su Pirlo..."

25.03.2021 14:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Il tennista Bortolotti: "Favorevole al challenge, il rigore col Porto sarebbe stato fischiato. Annoiato dal gioco di Sarri, si può fare a meno di Ronaldo. Su Pirlo..."

Il calciatore e il tennista hanno poco o nulla in comune, ma questi due mondi spesso riescono ad incrociarsi. Come? Basta pensare alla passione che l'uno nutre per l'altro, un po' come quella che Marco Bortolotti - attuale numero 548 della classifica ATP - possiede nei confronti della Juventus. La nostra redazione lo ha raggiunto telefonicamente, in esclusiva, per parlare del suo grande tifo e non solo:

Come nasce la tua grande passione per la Juventus?

"Nasce dalla mia famiglia, mio padre è tifosissimo bianconero e il mio primo ricordo sono le lacrime versate per la finale della Coppa Intercontinentale del 1997. No, non lacrime per una sconfitta, ma per opporre resistenza in quanto mia mamma voleva mandarmi all'asilo e io non volevo. Ero disperato, però alla fine sono riuscito nel mio intento (sorride ndr). L'ho sempre seguita, a parte l'anno scorso perché ero annoiato e quindi avevo smesso di guardarla".

Perché eri annoiato? Non ti piaceva il calcio post lockdown?

"No, per il gioco di Sarri. Ha mandato via Mandzukic ed Emre Can, mi ha spezzato il cuore. A mio parere ha combinato delle robe allucinanti e ne stiamo pagando le conseguenze".

E quest'anno, invece, come la stai giudicando?

"Per me sta facendo un buon lavoro, nonostante la Juve non sia più in testa alla classifica. Sarri non è stato capace di entrare in punta di piedi come Allegri, è stato arrogante e ha stravolto ciò che funzionava. E quest'anno non è che una logica conseguenza di quanto accaduto lo scorso anno".

Però l'anno scorso con Sarri era arrivato il campionato, quest'anno rischi di non vincerlo

"E' relativo, quest'anno sto vedendo più gioco e più idee. Ci sono alti e bassi, ma la vetta almeno è stata toccata. Con Sarri questo non accadeva, la squadra era statica, noiosa e sterile. Ricordo solo la doppia sfida con l'Atletico in cui aveva giocato bene, e basta".

Che cosa pensi di Cristiano Ronaldo? Lo vorresti ancora nella tua squadra?

"E' indiscutibile, la Juve però ne può fare a meno. Mi ha un po' infastidito nella partita con il Porto, si lamentava di ogni passaggio sbagliato. Ha un po' cambiato atteggiamento nella ripresa, ma un campione del genere deve aiutare e non mettere in soggezione gli altri. Ho l'impressione che gli manchi un po' qualcosa rispetto agli anni scorsi. La squadra quando non è in possesso di palla gioca in dieci, questo nel calcio di oggi non puoi permettertelo".

Quindi chi deve essere il trascinatore a tuo avviso?

"Se cedi Ronaldo, è chiaro che la società dovrà intervenire per acquistare un attaccante che farà la differenza. Bisognerà vedere se Dybala tornerà in condizione, a mio parere serve un Mbappe che è un po' meno punta. Io sono curiosissimo per le qualità che possiede Fagioli, spero possa trovare più spazio nel finale di stagione. Con Arthur la squadra gira in maniera diversa, quando è assente Bentancur e Rabiot sono chiamati a fare un lavoro che non è il loro. Il brasiliano assomiglia un po' a Pirlo per i tempi di gioco, ma non ha la sua verticalizzazione. E' un ottimo giocatore, può migliorare tanto".

Le sue sono caratteristiche differenti da quelle che aveva Pjanic.

"E' un po' il problema di contesto, perché Arthur arrivava da una squadra come il Barcellona in cui giocava a due tocchi, invece Pjanic ci metteva un po' di più a gestire la sfera. Arthur a me piace tantissimo, ha un maestro accanto a sé che può insegnargli moltissimo".

C'è un calciatore bianconero che vedresti bene come tennista?

"E' quasi impossibile, a tennis devi giocare da parecchio tempo e non puoi cambiare facilmente. Per fisicità tutti potrebbero essere tennisti, ci sono quelli alti come Isner e quelli più minuti come Schwartzman. Se proprio devo fare un nome, scelgo Bernardeschi per le sue doti aerobiche".

Ci sono aspetti in comune tra il Var e l'occhio di falco?

"La pallina da noi è dentro o fuori, la decisione non è così complessa come nel mondo del calcio. Nel tennis è un po' cambiato, negli Australian Open c'è stata la chiamata elettronica senza giudici di linea".

Credi sarebbe giusto implementare la funzione del "challenge" anche nel mondo del calcio?

"Sì, magari fatta dal capitano che è il più vicino all'azione. Esattamente come accade nel tennis, in caso di ragione non mi verrebbe scalata la chiamata. Nel calcio, invece, vedo che il Var non può intervenire se l'arbitro dice di aver visto l'azione. Il rigore non concesso a Ronaldo col Porto è ancora più netto di quello non dato a Chiesa col Benevento, ci voleva che un giocatore segnalasse l'accaduto in modo da invitare il direttore di gara al monitor. Non bisogna abusarne, chiaramente, ma è meglio andare a controllare l'episodio una volta in più". 

In conclusione, da tifoso, come vedresti la stagione con la Coppa Italia e la Supercoppa?

"Farei fatica a definirla positiva, perché quando ti chiami la Juventus devi sempre aspirare a vincere il campionato. Il progetto c'è, ci vuole un po' di tempo e capisco la difficoltà di allenare la squadra nel momento in cui giochi una volta ogni tre giorni. Ho ancora un po' di amarezza per l'eliminazione col Porto, era un match alla portata in cui potevi superare il turno".

Si ringrazia Marco Bortolotti per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.