Fabian Carini: "Da tifoso della Juve mi auguro la doppietta. Spero Bentancur diventi una figura importante come Montero. Su Buffon e lo scambio con Cannavaro..."
Alla fine degli anni '90 ci fu un ragazzo uruguaiano che si mise in particolarmente in mostra nel Danubio, talmente tanto che attirò su di se gli occhi di diversi club europei tra cui quelli della Juventus che riuscì ad acquisirne le prestazioni sportive. Héctor Fabián Carini Hernandez, all'età di 20 anni e mezzo (21 li avrebbe compiuti a dicembre), sbarcò a Torino senza trovare, però, quella continuità che avrebbe voluto non riuscendo a lasciare nessuna traccia in bianconero. Nel 2004 fu protagonista di uno scambio di mercato che coinvolse l'Inter e Fabio Cannavaro. La storia di come andò a finire la conosciamo tutti. La nostra redazione lo ha intervistato, in esclusiva, per parlare di Inter-Juventus e non solo:
Il campionato italiano, rispetto agli altri europei, è il più equilibrato. Ti aspettavi che la Juventus con un vantaggio di 6 punti sul Napoli potesse perdere le ultime due partite e far riavvicinare gli azzurri?
"Senza dubbio il campionato italiano è il più duro d'Europa, perchè c'è grande competitività e i club presenti sono di grande tradizione. La Juventus aveva un vantaggio di 6 punti di vantaggio rispetto al Napoli, ma gli azzurri nelle ultime stagioni hanno fatto un bellissimo lavoro e si sono avvicinati tantissimo. I bianconeri hanno avuto problemi nelle ultime due sfide, ma il destino di questo torneo è ancora nelle loro mani e spero che alla fine possano trionfare".
Quale può essere la causa di questo improvviso crollo? Contro il Napoli si è vista un po' di paura da parte dei giocatori. Secondo te il match del Bernabeu, perso all'ultimo secondo per quel calcio di rigore, potrebbe aver cambiato la stagione della Juventus?
"Quando giochi in Champions hai sempre di fronte le migliori squadre d'Europa. Il quarto di finale con il Real Madrid è stato determinato dallo 0-3 subito in casa, perchè la Juve ha giocato una partita incredibile al Bernabeu. Rigore? Purtroppo può capitare, specialmente quando cerchi di rimontare. L'eliminazione è stata una vera ingiustizia. I bianconeri hanno dei giocatori fantastici con esperienza da vendere, ecco perchè penso che quel match di alcune settimane fa non sarà un trauma da superare".
Qualche mese fa hai dichiarato di non essere a conoscenza dello scambio con Cannavaro. Ma come mai hai accettato proprio l'Inter? Ti avevano detto che avresti giocato da titolare?
"Nel 2004 ero in prestito allo Standard Liegi quando il mio agente mi disse che c'era la possibilità di poter giocare per l'Inter. Risposi di sì perchè avevo finalmente l'opportunità di poter tornare in Italia, ma ho scoperto in seguito che era in realtà uno scambio con Cannavaro. Per me era semplicemente un'operazione con i nerazzurri e niente di più".
La Juventus avrà un calendario più difficile del Napoli e ci sarà anche la finale di Coppa Italia. I bianconeri potranno vincere il double?
"Sono tifoso della Juventus e spero che possa vincere sia il campionato che la Coppa Italia. Mi piacerebbe perchè sarebbe il settimo titolo di fila, sarebbe un successo storico per questa società. Il mio augurio è che i giocatori non siano stanchi e che possano arrivare al massimo per il finale di stagione, l'allenatore è molto intelligente e confido in lui".
Nella tua esperienza alla Juventus sei riuscito a conoscere il giovanissimo Gigi Buffon. Che cosa pensi di lui? E secondo te il suo erede sarà davvero Szczesny?
"Ho avuto la fortuna di giocare insieme a Gigi nella stagione 2001/2002, già si intravedevano le sue enormi qualità in quel momento ed era una figura molto importante in nazionale. E' un portiere incredibile, nessuno può discutere la sua umanità. Non so se sarà Szczesny il suo sostituto, per il portiere polacco o chiunque altro non sarà facile sostituire Buffon perchè indossare questa maglia è una grandissima responsabilità".
Bentancur, secondo te, potrà ripercorrere la stessa strada di altri grandi calciatori uruguaiani che hanno fatto bene alla Juventus come Montero o Zalayeta?
"Rodrigo è un grande giocatore ed è ancora molto giovane, viene impiegato con continuità in nazionale e ci auguriamo di poterlo vedere in Coppa del Mondo. Ha grande qualità e ha la capacità di adattarsi come lo sta dimostrando nel calcio italiano che è differente da quello sudamericano. Il mio augurio è che possa diventare una figura importante come lo sono stati Montero e Zalayeta, ma spero anche che possa dare molto alla Juventus nei prossimi anni".
Nella Juventus giocasti contro Celtic e Arsenal in Champions League. Che ricordi hai di quelle partite e della tua esperienza?
"In bianconero sono stato allenato sia da Ancelotti che da Lippi, due bravissimi allenatori. Giocai due partite in Champions contro Celtic ed Arsenal, ma poi non avendo trovato molte presenze decisi di andare a giocare anche per conquistarmi il posto in nazionale. I miei ricordi sono stati ottimi, è stato un privilegio poter condividere lo spogliatoio con giocatori importantissimi che hanno fatto la storia nella Juventus e nelle loro nazioni. Qualsiasi calciatore desidererebbe avere un'esperienza come questa".
Hai avuto qualche rimpianto di non aver potuto giocare di più con la Juventus?
"No, non mi pento di quel che ho fatto e ricordo che andai a parlare con mister Lippi prima di andar via da Torino. Lui, in quel momento, capiva che la mia fosse una decisione logica dettata dal fatto di voler giocare. Mi disse inoltre che la società non voleva cedermi ad un'altra squadra italiana, il loro obiettivo era di non rivedermi come avversario in campionato. E' per questo motivo che son dovuto andare in un altro paese, fosse dipeso da me sarei rimasto alla Juve".
Ma invece andò diversamente.
"La vita va così, bisogna fare delle scelte e la mia decisione fu quella di giocare. E per ritrovare minuti, ho dovuto farlo in un'altra società perchè soltanto così potevo nuovamente guadagnarmi la nazionale. Potevo essere il secondo di Buffon, ma ho preferito questo e non me ne pento".
Curiosità: 5 maggio 2002, la Juve vince all'ultima giornata il campionato proprio superando l'Inter nell'ultimo turno. Che ricordi hai di quel giorno? Voi credevate di poter vincere il campionato nonostante l'Olimpico di Roma tifava Inter?
"Era l'ultima partita di campionato e dovevamo andare ad Udine per vincere, ma la nostra eventuale vittoria era legata al match dell'Olimpico tra Lazio e Inter. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro che era quello di vincere, solo a fine partita abbiamo scoperto che i nerazzurri stavano perdendo. La nostra è stata una gioia indescrivibile perchè significava raggiungere il nostro scopo, ci ha fatto sentire tutti molto orgogliosi del nostro mestiere".
Si ringrazia Fabian Carini per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.