Domenico Penzo: "Bisogna soltanto chiedersi quanti gol farà la Juventus al Benevento. Benatia? E' cresciuto con una mentalità differente"
L'ex attaccante bianconero degli anni'80, Domenico Penzo, ha analizzato ai microfoni di TuttoJuve la prossima sfida della Juventus contro il Benevento:
Penzo, la sfida tra le sue due ex squadre pende a favore della Juventus. Vittoria già scritta in partenza?
"Sono due rose completamente differenti, l'unico problema per i bianconeri potrebbe essere l'approccio mentale alla partita. I campani sono neopromossi in questa categoria e hanno collezionato undici sconfitte consecutive, è difficile che possa fare risultato a Torino. La Juve deve avere lo stesso approccio di una partita di Champions, deve cercare di evitare i cali che invece ha avuto in qualche precedente incontro. Higuain si è ritrovato e lo ha dimostrato nel match di Champions, bisogna soltanto chiedersi quanti gol faranno i padroni di casa".
Cosa sta succedendo al Benevento? L'impressione è quella che alcuni calciatori sembrano adeguatamente non adatti a questa categoria?
"La Serie A, rispetto ad ogni altro campionato, è un qualcosa di diverso. Chi vince il campionato di B arriva con entusiasmo, ma trovano inizialmente difficoltà per mancanza di esperienza. L'esempio più lampante è il Crotone, che ha impiegato sei o sette mesi per fare bene. La scelta di non licenziare il suo allenatore (Nicola ndr) ha premiato i calabresi, che hanno dimostrato coerenza. E quest'anno è molto anomalo: le big avevano difficoltà a far punti contro le piccole, ora accade il contrario e lo vediamo nei risultati di Napoli ed Inter. La soglia dei punti acquisiti dalle squadre che lottano per non retrocedere si è abbassata, ecco perchè il Benevento è a due vittorie dalla salvezza".
Tornando ai bianconeri, come giudichi il momento? E' meno solida in difesa rispetto al passato?
"L'episodio che mi viene subito in mente è quello di Bonucci, la sua cessione non ha portato benefici a nessuno. L'attuale calciatore del Milan garantiva equilibrio, era un punto di riferimento per Barzagli e Chiellini. La Juventus sta cercando, dunque, di trovare una coppia di centrali che possa avere un rendimento costante. Rugani e Benatia non si discutono, ma il primo è troppo giovane e il secondo è straniero e a differenza degli italiani, questi calciatori sono cresciuti con un'altra mentalità e possono concedere quel qualcosa in più. Dei nuovi arrivi, Bernardeschi non si discute e nemmeno Douglas Costa sembra aver avuto problemi di adattamento. Crisi? No, direi che forse stanno più pensando a portare a casa la Champions".
Come stai giudicando Dybala?
"Per avere sempre lo stesso rendimento delle prime partite, bisogna essere di un altro pianeta. Messi vive le stesse problematiche pur giocando in un campionato un po' più morbido rispetto a quello italiano. "La Joya" rimane un grandissimo campione, gli basta una giocata o una punizione per accendere le partite. I momenti storti capitano a tutti, ma il calciatore non si discute. Forse noi tifosi, essendo abituati troppo bene, ci aspettiamo sempre cose nuove e quando lo vediamo giocare normalmente pensiamo che non ha dato il meglio di se (ride ndr)".
In carriera hai avuto la fortuna di giocare con l'Hellas e poi successivamente con la Juventus, dove hai fatto bene soprattutto in Coppa delle Coppe.
"Al di là del far bene in Europa, feci ben venticinque gare da titolare nonostante ebbi per sette mesi la pubalgia e giocai, quindi, con delle infiltrazioni. Questa non deve essere una attenuante, ho cercato di sostituire al meglio un mostro sacro come Bettega e il paragone con lui era insostenibile. Abbiamo vinto il campionato e la Coppa delle Coppe, ci è sfuggita la Coppa Italia ma non potevamo vincere tutto. Arrivai alla Juve che ero il vicecapocannoniere del campionato dietro Platini, poi mi ritrovai con lui, Rossi, Boniek e Tardelli stesso che andavano a concludere. Era impensabile che un gioco così ampio potesse avere un unico terminale".
Si ringrazia Domenico Penzo per la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.