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Dino Meneghin: "Ora è guerriglia urbana, ma poi troveranno l'accordo come nel basket. Non levate i giocatori alle nazionali"

20.04.2021 16:00 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Dino Meneghin: "Ora è guerriglia urbana, ma poi troveranno l'accordo come nel basket. Non levate i giocatori alle nazionali"
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© foto di Giacomo Morini

E' stato il più grande cestista della storia italiana, pluricampione europeo e medaglia d'oro negli Europei in Francia del 1983, presidente della FIP dal 2009 fino al 2013 e ricopre la carica onoraria a partire dal 2016. Stiamo parlando di Dino Meneghin, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com, ha commentato il progetto calcistico della "Superlega" che è molto simile all'attuale "Eurolega" come formula e squadre partecipanti:

L'ha stupita l'idea della Superlega che è scoppiata così per caso in un giorno che sembrava tranquillo di aprile?

"L'idea, per quanto mi riguarda, era già nell'aria, poiché è una conseguenza logica di tutti gli investimenti. La pandemia ha ridotto i ricavi dei club europei, per questo è stato deciso di creare la Superlega in modo così da ricalibrare anche quelli che sono i parametri economici. E' successo un grande caos esattamente come accaduto all'epoca nel basket, ma la speranza è che possa ricucirsi tutto".

In che modo potrà ricucirsi tutto?

"Per me dovrebbero venirsi incontro, in modo così da permettere ai club di avere i propri ritorni economici e salvaguardare i campionati nazionali. Non sarebbe giusto che Juve, Inter e Milan vengano escluse dalla manifestazione, per il valore aggiunto di questi club e per il loro bacino d'utenza. Sono un modello da seguire, un punto di riferimento per quelle squadre che non sono così forti economicamente. Non mi piacerebbe che giocassero solo altrove".

Nel basket, alla fine, i club sono riusciti ad organizzare l'Eurolega. Accadrà così anche nel calcio?

"Sì, penso accadrà come è successo nel basket. Si fanno un po' di guerriglia urbana, ma da persone intelligenti troveranno un accordo. Non è ancora il momento di pensare alla Superlega, magari in futuro ma non oggi. Anche nell'Eurolega ci sono ancora dei punti negativi, ma i grandi club hanno stipulato un accordo pluriennale che garantisce per un numero di anni la partecipazione fissa. Chi arriva ultimo per tre stagioni consecutive, perdi il diritto di appartenere questa élite. Quelli che vincono l'Euro Cup, equivalente dell'Europa League, possono parteciparvi dall'anno successivo. Si è avuta la necessità di rimodernare i palazzetti, l'Eurolega richiede tanti spettatori e qui non tutti sono riusciti a garantirli. Credo varrà lo stesso per il calcio".

Si auspica una via di incontro, ma se non dovesse esserci come finirà? Il massimo organismo di calcio, come accaduto nel basket, si arrenderà alla voglia dei grandi club di organizzare un'altra competizione?

"Non parlerei di resa, ma di accordo perché si parla di miliardi. I dirigenti troveranno il modo di salvaguardare gli interessi economici dei club e quelli che sono delle nazionali, in modo da non andare a discapito di tutti i tifosi di calcio. Cosa intendo? Ho letto che i giocatori appartenenti alla Superlega potrebbero non giocare più nelle proprie nazionali, è un concetto sbagliato e pericoloso. Poi con l'Europeo che incombe tra pochi mesi, sarebbe un grande pugno nello stomaco".

Da spettatore, è più piacevole ad assistere a sfide grandi a ripetizione invece della vecchia formula?

"Appartengo un po' al passato, sono per la meritocrazia e per l'accesso a chi vince il campionato. Ma parliamo dei tempi di Garibaldi (sorride ndr), adesso è cambiato tutto e ci sono investimenti pazzeschi. Milano, l'unica squadra che partecipa all'Eurolega, quando gioca con Real, Maccabi e Cska suscita più interesse rispetto a quando gioca partite di campionato normale. L'affluenza di pubblico è maggiore. Milano ha più interesse per le partite europee rispetto a quelle della lega italiana".

Si ringrazia Dino Meneghin per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.