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Di Biagio esalta Chiesa: "Può valere più dei soldi investiti, le differenze con Enrico e i ricordi nell'U21". E aggiunge: "Il mio consiglio a Bernardeschi, su Locatelli..."

09.01.2021 12:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Di Biagio esalta Chiesa: "Può valere più dei soldi investiti, le differenze con Enrico e i ricordi nell'U21". E aggiunge: "Il mio consiglio a Bernardeschi, su Locatelli..."
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Sono un po' di parte quando si parla di Federico, io stravedo per lui. Un po' di tempo fa qualcuno aveva dei dubbi, francamente mi è sempre venuto da ridere. Conosco bene il suo potenziale, tra l'altro ha dei margini di miglioramento ancora incredibili. Deve solo continuare a far bene". Pensieri e parole di Luigi Di Biagio, ex commissario tecnico della nostra nazionale U21, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com parla non soltanto di Federico Chiesa - che conosce molto bene - ma anche di altri suoi ex calciatori:

Nel momento in cui hai saputo della Juventus, hai temuto un passo falso per la sua carriera?

"Assolutamente no, ricordo di aver messaggiato con lui in quel periodo e di averlo avvertito di fare molta attenzione. Perché nel momento in cui indossi una maglia pesante come quella della Juventus, non puoi più permetterti di sbagliare anche solo 15' di gioco. E' un ragazzo talmente serio che lavora bene, professionista e viene da una buona famiglia. Ora arriva il difficile, poiché non puoi più accontentarti".

Già, che poi il suo esordio non è stato dei migliori. E' arrivato sì l'assist a Morata, poi quel brutto cartellino rosso che lo ha fatto andare anticipatamente negli spogliatoi.

"Sono situazioni di gioco che possono capitare, l'importante è che Federico non si sia fatto demoralizzare da tutto questo. Il suo inizio poteva essere più difficoltoso, invece non lo è stato".

Federico è abile a calciare sia di destro che di sinistro, ma a tuo parere è meglio vederlo dove gioca oggi oppure un po' più avanti accanto alla prima punta?

"Secondo me ha bisogno della fascia, poi onestamente non l'ho mai visto accanto alla prima punta. Andrea ha scelto molto bene dove collocarlo, a volte dipende anche da che tipo di avversario va ad affrontare e dalla partita che si vuole impostare. Non dimentichiamoci che Cristiano Ronaldo ama svariare dalla sinistra e quindi andrebbe ad accorciare su di lui, ecco perché a volte viene schierato sulla destra".

La prestazione super che ha fatto col Milan non ti ha ricordato quella di due anni or sono contro la Spagna in U21?

"Fortunatamente con me ha giocato davvero tante belle partite, d'altronde era troppo più forte degli altri che gli veniva tutto semplice. In effetti ci sono state delle similitudini, perché è stato un trascinatore sia mercoledì che in quel match contro la Spagna all'Europeo di categoria".

Che cosa ti ha sempre più colpito di Federico?

"Premetto che già a 18 anni lo convocavo in U21, non mi sono mai spaventato di farlo giocare con i più grandi. Per me è davvero forte. Poi l'ho fatto esordire in nazionale maggiore contro l'Argentina e nella partita successiva contro l'Inghilterra riuscì a guadagnare il rigore che ci fece pareggiare a Wembley. A mio parere dovrebbe restare più lucido negli ultimi metri di campo, lui è un generoso e a volte lo è un po' troppo. Vuole sempre aiutare la squadra in qualsiasi momento. Lo vedo più maturo e più convinto dei suoi mezzi, se continuerà così arriverà ad essere un top assoluto in Europa".

Di Livio, nell'intervista concessa a Tuttojuve nella giornata di ieri, diceva che Federico è uguale a suo padre per movenze e modo di calciare. Sei d'accordo con la sua opinione?

"Sul modo di calciare sono d'accordo, sul come si muove in campo no. Enrico era un killer degli ultimi trenta metri, a volte si assentava un po' dalla gara ma era micidiale quando gli capitava la palla gol. Ha segnato più di 130 gol in Serie A, era differente da Federico che invece ha dimostrato di saper giocare ovunque anche come terzino destro. Rispetto a suo padre credo sia un giocatore più universale, ma pian piano sta arrivando ad esser incisivo come lo era suo papà".

L'investimento della Juventus è sembrato sproporzionato a fine settembre, ma giudicandolo sul come si sta comportando forse non è stato così sbagliato.

"Per me può valere anche di più dei 60 milioni che verranno spesi per lui, soprattutto se dovesse trovare con più facilità la via del gol ed esser decisivo. Dopo averlo visto col Milan, si può tranquillamente dire che il suo prezzo sia stato ripagato".

All'altro Federico, invece, che cosa sta succedendo?

"Non so che succede a Bernardeschi, lo reputo un ottimo giocatore molto intelligente dal punto di vista calcistico. Purtroppo non aver giocato con continuità lo ha penalizzato tantissimo, non è riuscito a scendere in campo anche per una serie di infortuni che ha avuto. E poi giocare nella Juventus con tutti questi campioni non è semplice. Penso che lui abbia tutte le possibilità di poter essere protagonista con questa maglia, il suo è un talento incredibile e possiede ogni mezzo per potersi affermare. Sono molto dispiaciuto, perché lo reputo un grandissimo calciatore".

Se dovesse andar via a gennaio, potrebbe riacquisire quella continuità che gli manca?

"A lui manca la partita, ha bisogno di giocare e di ritrovare la continuità.  Stop. Se dovesse andar via, trovare un club alla sua altezza non è semplice trovare quando lasci la Juve. Il consiglio che mi sento di dare è quello che deve giocare, è ancora giovane e può dimostrare ancora la sua forza".

Una battuta su Locatelli che domani sera affronterà la Juventus, visto che è un altro giocatore lanciato da te in Nazionale.

"Locatelli faceva parte della spedizione azzurra all'Europeo U21 in Polonia, ho deciso di convocarlo anche se era più piccolo di tre anni rispetto alla media del torneo. E' come se oggi un ragazzo giovane del 2002 giocasse nella selezione guidata da Nicolato. Aveva bisogno solo di crescere, di responsabilizzarsi. Aveva passato due anni difficili, ma poi sotto De Zerbi - che ha dei grandissimi meriti - è migliorato tantissimo ed è riuscito ad esplodere definitivamente. Alla fine era già tutto annunciato, mancava solo un po' di tempo".

Credi sarebbe pronto a giocare nel centrocampo della Juventus?

"Penso che Manuel sia pronto per giocare in una grande squadra, non soffermiamoci su quale (sorride ndr). Ha dimostrato di essere uno dei perni fondamentali di questa Serie A, maturo e già possiede la giusta esperienza".

Lo scorso anno affrontasti la Juventus di Sarri prima della sospensione del campionato a causa del "Covid-19". Noti qualche somiglianza con la squadra che ora è allenata da Pirlo?

"Sì, ricordo che mettemmo un po' in difficoltà la Juventus. Sarri lo reputo un grandissimo allenatore, ha fatto un buon campionato ed è riuscito a vincere lo scudetto giocando pure un buon calcio, ma poi è normale che ci si aspettava qualcosa di più da lui. Andrea sta facendo un percorso diverso, il gioco è diverso e i giocatori sono più giovani. Ci vuole un po' di pazienza, dalla sua c'è la forza e la vicinanza della società che lo aiuta nei momenti difficili. La crescita è sotto gli occhi di tutti, ha carisma ed è un ragazzo molto intelligente".

La Juve può rimontare o è l'anno di qualche outsider come potrebbe essere il Milan?

"Una settimana fa avrei avuto qualche dubbio sulla Juventus, ma la partita dell'Epifania ha dato una bella spallata al campionato. La stessa Juve è rientrata in gioco con le prime di testa che hanno perso terreno, per me il segnale che è stato lanciato è molto forte e per questo è ancora tutto aperto".

Si ringrazia Gigi Di Biagio per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.