Cornacchia (TuttoCagliari): "Alla Juve basterà l'individualità, Mazzarri non stravolgerà la squadra. Allegri? Non si è reso subito conto, ma è l'uomo giusto. Su Kean..."
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il collega di "TuttoCagliari" molto vicino alle vicende di casa rossoblù, Giancarlo Cornacchia, per parlare approfonditamente del match e non solo:
Una sola vittoria in diciotto partite, con una rosa che in apparenza dovrebbe lottare per una salvezza tranquila. Come si può spiegare un momento così?
"In effetti, non si era mai vista una stagione del genere. Il Cagliari non ha un'identità, un'impianto, una personalità già dalla scorsa stagione, è una situazione pregressa a cui non è mai stato posto rimedio. Ci si è intestarditi ad acquistare figurine, dimenticandosi di una panchina che al momento non è all'altezza dei titolari. Perché quando Mazzarri si gira, vede il vuoto".
Ti aspetti, dopo le parole di Capozucca, una scossa dal Cagliari?
"L'esclusione di Godin e Caceres sono due dei primi provvedimenti presi dalla società. Solo il tempo potrà dire se avverrà o meno una scossa, perché non dipende solo da alcuni giocatori. E' una situazione globale, i problemi vanno dalla società al singolo calciatore".
Come se la giocherà la formazione rossoblù? Ci saranno stravolgimenti rispetto alla squadra che ha perso malamente con l'Udinese?
"Non ci sarà Marin che è squalificato, Nandez è uscito con le stampelle e i due uruguaiani Caceres e Godin non saranno del match. A mio avviso non ci saranno stravolgimenti e modifiche dal punto di vista tattico, penso che il Cagliari giocherà a Torino con il classico 3-5-2".
La Juve, anche se non è più quella dei nove titoli di fila, fa paura lo stesso anche senza CR7?
"La Juventus è sempre la Juventus, rimane una squadra di grandissima tradizione nonché la più titolata d'Italia. Anche senza CR7, possiede delle individualità importanti che possono risolvere il match in qualsiasi momento. L'allenatore lo abbiamo conosciuto a Cagliari, è di indiscusse qualità. Se qui fosse presente un gestore come Allegri, di certo oggi le cose sarebbero completamente differenti. E sa fare anche lo psicologo, non tutti sono in grado di farlo. Qualora non fosse in grado di far sua la partita a livello corale, alla Juve basterà l'individualità".
Chiesa e Dybala non ci saranno, chi sarà l'uomo in più dei bianconeri?
"Continuo ad aspettarmi qualcosa da Kean, a me fa imbestialire nel senso negativo del termine. Perché Moisé possiede le potenzialità per diventare uno degli attaccanti più forti d'Europa, ma purtroppo la testa non vuole seguire la tipologia di percorso. Il ragazzo dovrà stare attento, perché rischia di fare la fine di Balotelli. E questo non deve accadere, anche in orbita nazionale. Mi aspetto davvero molto da lui".
Prima hai accennato a Massimiliano Allegri, che appunto si è fatto conoscere al grande pubblico di A allenando il Cagliari. Quanto è cambiato il suo modo di giocare e di intendere il calcio rispetto ad allora?
"E' l'ultimo grande allenatore che ricordiamo qui, tra l'altro il suo Cagliari aveva battuto sia in trasferta che in casa - la stagione successiva - la Juventus. Lo vedo molto maturato rispetto al periodo trascorso qui, anche perché è andato in una piazza vincente come quella del Milan ed è stato in grado di gestire tutti quei campioni. Nonostante le difficoltà iniziali alla Juve, è riuscito a vincere cinque scudetti di fila e in Champions solo due mostri sacri come Barcellona e Real hanno impedito di vincere il trofeo".
E' l'uomo giusto per questa Juventus?
"Per me sì, riuscirà ad uscire da questa situazione che non è totalmente positiva. A mio parere non si è reso subito conto, una volta tornato alla Continassa, delle difficoltà in cui vessava la Juve al seguito dei disastri di Sarri e di Pirlo. Era convinto di partire subito alla grande, gli servirà un po' di tempo ma Massimiliano è davvero scaltro".
Un pronostico, come finirà Juve-Cagliari?
"Non l'ho mai fatto, è per me un mondo molto complicato. Per me non ci sarà partita, ma attenzione al Cagliari: nel momento in cui tocchi il fondo e sei nella melma, può uscire quel pizzico in più d'orgoglio. La Juve non premerà nemmeno più di tanto sull'acceleratore, valuterà il da farsi e poi quando deciderà di affondare lo farà in maniera vincente".
Si ringrazia Giancarlo Cornacchia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista,