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Antonio Barillà (La Stampa): "Non è più dittatura Juve, ma ha ritrovato la sua identità. Allegri vuole Chiesa ancor più determinante. Rinnovo Cuadrado? C'è già l'accordo di massima"

04.10.2021 13:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Antonio Barillà (La Stampa): "Non è più dittatura Juve, ma ha ritrovato la sua identità. Allegri vuole Chiesa ancor più determinante. Rinnovo Cuadrado? C'è già l'accordo di massima"
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La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il collega de "La Stampa" e sempre molto informato sulle vicende di casa Juventus, Antonio Barillà, per parlarne approfonditamente e non solo:

Juventus corsara nel derby e soddisfatta della terza vittoria consecutiva. Che analisi si può fare a riguardo?

"Ho visto una Juventus che ha riconquistato la sua identità, oltre che un prezioso sistema di gioco. Ha ritrovato lo spirito, la voglia che l'hanno sempre resa grande a prescindere dalla qualità tecnica presente da sempre".

Quindi si può dire che la squadra ammirata col Torino sia una squadra più Allegriana, non tanto per gli uomini ma tanto per la mentalità.

"Sì, da tutti i punti di visti. E' una squadra che non sempre predilige lo spettacolo, ma ottiene ciò che serve. I punti ottenuti col Torino, così come quelli conquistati in Champions, sono fondamentali per il prosieguo della stagione. Allegri chiede concentrazione, rabbia, voglia, lo fa notare quando che 'bisogna sapere che cosa significa indossare questa maglia'. Perché allude proprio a questo tipo di atteggiamento".

Forse lo sapevano già, ma giocatori come de Ligt, Chiesa e anche Kulusevski già sapevano che cosa significa indossare questa maglia. No?

"Chiaramente un allenatore che vuole una crescita costante è consapevole che non bisogna fermarsi alle semplici apparenze. I consigli dati a giocatori come Chiesa servono proprio per tirar fuori le migliori qualità, lui è già un leader in questa squadra e lo è stato anche in nazionale. Con maggior disciplina, Federico può diventare ancora più determinante. Ed Allegri vuole esattamente questo".

Quando tornerà dall'infortunio, questa sarà definitivamente la Juve di Dybala?

"Sì, essenzialmente sarà la Juve di Dybala. Quando sarà pienamente recuperato e sarà al centro del progetto, sono sicuro che rivedremo il classico 10 iconografico e prezioso sul campo. Ma questa può essere benissimo la Juve di Chiesa, perché può crescere a livello di leadership e diventar ancor più un idolo per i tifosi. Moduli?.Penso ci sia una forte attenzione nel cambiare in corsa, basta pensare ai moduli utilizzati nelle ultime partite".

E' la Juve di Dybala, quella di Chiesa, ma anche quella di Locatelli che ormai sembra essersi calato al meglio nel ruolo di leader del centrocampo.

"E' stato bravissimo ad ambientarsi in fretta, Locatelli ha completato con le sue caratteristiche un centrocampo che aveva bisogno di lui. Ha contribuito a creare quell'anima giovane azzurra che sarà fondamentale per il futuro. Bisognerà stare attenti solo a sovraccaricarlo di responsabilità, perché è un ragazzo giovane che non ha ancora sperimentato completamente il gran calcio. Dovrà essere protagonista con gli altri, può diventare un numero uno".

L'ingresso di Cuadrado ha vivacizzato la manovra offensiva dei bianconeri, che tipo di persona è? Per chi non lo sapesse, è stata proprio realizzata da te la bellissima intervista che abbiamo letto sulle colonne de "La Stampa" qualche giorno prima del derby.

"E' un ragazzo speciale che stupisce, perché spesso chi non ha modo di conoscerlo si ferma all'apparenza. Vederlo, infatti, sempre felice e spensierato può far pensare che possa esser superficiale, ma invece è tutt'altro. Juan porta dentro di sé il calcio allegro che giocava nelle spiagge dei Caraibi, possiede una serietà, un'applicazione e una concentrazione eccezionale. E' molto profondo nei suoi discorsi, generoso verso il prossimo e non si è mai dimenticato della grande opportunità che ha avuto. Pur essendo giovanissimo, è già leader per età e qualità nello spogliatoio. Sorpresa dentro e fuori".

Ci siamo per il suo rinnovo? Avverrà a breve la fumata bianca?

"Sì, c'è già l'accordo di massima che è solo da notificare. Le parti stanno ancora parlando, mancano solo alcuni dettagli".

Roma ed Inter con in mezzo lo Zenit, la Juve si gioca una buona fetta di stagione. Rispetto ad un mese fa, c'è più garanzia nell'affrontare certe squadre? Oppure si poteva esser tranquilli anche dopo la sconfitta di Napoli?

"Non possiamo pensare che sia la Juventus spaccacampionato, l'anno scorso è arrivata quarta in extremis e grazie anche alla sportività del Verona. E quest'anno è priva di Ronaldo. A mio avviso ci vuole il giusto equilibrio, non è più in grado di esercitare una dittatura in campionato ma è una squadra che ha una sua dimensione e può lottare per certi traguardi. Il distacco dal Napoli è cospicuo, proverà comunque ad esser protagonista anche se non sarà semplice immaginare una rimonta anche per la forza delle concorrenti".

A gennaio non succederà nulla a livello di mercato? Secondo te la società non effettuerà movimenti?

"Qualcosa manca, ma la Juventus sa benissimo che è in un momento in cui non si può permettere investimenti di un certo tipo. E in assenza di questi, o riesci a fare degli incastri oppure provi a sfruttare l'occasione giusta sul mercato. Allegri, quando ha accettato di ritornare, sapeva che si sarebbe individuato un centrocampista di spessore come Locatelli e un attaccante solo nel caso di addio di Ronaldo come poi è successo. Questo chiaramente significa aver la consapevolezza di ereditare una squadra con dei limiti, ma anche di poter aprire un nuovo ciclo con dei giovani molto interessanti".

Si ringrazia Antonio Barillà per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.