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Amauri: "La Juve ha attacco atomico, è favorita in Italia e ha rosa giusta per vincere Champions. Sull'avventura bianconera e il gol ricordato dai tifosi..."

22.08.2018 13:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Amauri: "La Juve ha attacco atomico, è favorita in Italia e ha rosa giusta per vincere Champions. Sull'avventura bianconera e il gol ricordato dai tifosi..."
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© foto di Alberto Fornasari

Sono passati dieci anni da quel 19 maggio 2008, giorno in cui Amauri Carvalho de Oliveira divenne ufficialmente un nuovo calciatore della Juventus. Il calciatore brasiliano - naturalizzato successivamente italiano - firmò un quadriennale e fu l'acquisto più oneroso della sessione estiva dei bianconeri, quella in cui il ds Secco cercò di costruire una squadra in grado di affrontare il ritorno in Champions League. La redazione di TuttoJuve.com lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare dell'attuale Juventus e non solo:

Prima di parlare della Serie A, vorrei cominciare col parlare della tua ultima esperienza in MLS. Come stai? E' da un po' che non abbiamo tue notizie.

"Sto abbastanza bene (sorride ndr), la mia ultima esperienza è stata positiva ed è terminata lo scorso anno. Rispetto all'Europa è ancora un calcio diverso e non ci può essere un confronto, ma la politica sta cambiando ed ora anche l'America sta investendo sui giovani. E' un movimento che sta crescendo in ogni sua sfaccettatura. C'è ancora qualcuno che viene qui per finire al meglio la carriera, ma la maggioranza ora è diretta in Cina". 

Quale è il futuro di Amauri? Ha già avuto altri contatti con squadre della MLS - o di altri campionati - per tornare in pista?

"Ho avuto qualche offerta, ma non ho ancora deciso se continuare oppure smettere definitivamente. Ho vissuto troppi cambiamenti, in Italia ho giocato da Nord a Sud e in questo momento il mio desiderio è quello di godermi da vicino la mia famiglia. Attualmente vivo a Miami, in Florida, e prenderei in considerazione soltanto l'idea di giocare qui. Ad oggi, però, non è ancora ufficiale ma sono molto vicino ad appendere gli scarpini al chiodo."

La Juventus ha debuttato con una vittoria al Bentegodi di Verona contro il Chievo. Ha visto il match? Come l'hai giudicata?

"Mamma mia, la Juve è una macchina (sorride ndr). Ha fatto una bella partita, anche il Chievo non ha giocato male ma ad un certo punto c'era solo la Juventus in campo. I bianconeri sono riusciti a ribaltarla nonostante la situazione di svantaggio, ma è normale che succede quando possiedi dei grandi giocatori capaci di pressare dal primo al novantesimo. I cambi sono stati decisivi: Bernardeschi ha fatto la differenza trovando il gol decisivo, Mandzukic è un giocatore devastante su cui puoi contare in ogni minuto della partita".

I bianconeri sono nuovamente i favoriti per vincere di nuovo il campionato?

"Secondo me sì, soprattutto per il potenziale che possiede la squadra. La rosa è completa in tutti i reparti, l'attacco è atomico. Le rivali proveranno a dare il 200% per batterla, ho seguito il Napoli e la Roma ma sulla carta la Juventus è troppo forte in questo momento. Sconfitta Inter? Siamo soltanto all'inizio, sicuramente la sconfitta mi ha stupito. I nerazzurri hanno un buonissimo organico, la loro intenzione è di tornare ai fasti di un tempo e manca ancora una eternità. C'è molta legna da bruciare".

Parlando di Juve, quest'anno l'attacco viene definito atomico e i tifosi possono sognare nel vedere una delle squadre più forti di sempre. Ti chiedo: è l'attacco più forte d'Europa per vincere la Champions?

"Per vincere la Champions deve andare tutto bene, anche a livello di fortuna. Tralasciando Cristiano che è il più forte al mondo e viene da tre Champions di seguito, quest'anno la Juve ha costruito una squadra per vincere in Europa. E' questo l'obiettivo. Sarà molto difficile imporsi perché c'è grande concorrenza, ma ha una delle migliori squadre del mondo a differenza degli altri anni. C'è il giusto mix e la giusta esperienza su cui poter contare. A mio parere ce la può fare".

Sei rimasto sorpreso dall'addio di Claudio Marchisio?

"Sì, sono rimasto molto sorpreso dalla sua scelta, è stato un fulmine a ciel sereno ma è uscito a testa alta perché è un bravo ragazzo. Non so quale sarà la sua destinazione, ma non dovrà smettere. E' un giocatore ancora di livello, gli auguro il meglio".

Sono rimasti soltanto tre calciatori - Barzagli, Bonucci, Chiellini - che hanno vinto il primo scudetto nel 2012. Può essere un fattore negativo avere pochi giocatori che rappresentano il concetto di juventinità?

"Credo di no, perché conosco il dna della Juventus. Spesso le squadre che rinnovano il proprio organico lasciano qualcosa per strada, ma questo non accade nei bianconeri poiché hanno a disposizione una rosa pazzesca. E' vero, sono andati via dei campioni ma ne sono arrivati degli altri. Tutti stanno rispondendo alla grande, il club continua a vincere e lo fa ormai da parecchi anni. Sono convinto che i calciatori rimasti tramanderanno questi principi ai nuovi arrivati e i risultati si continueranno a vedere nel tempo".

Come vedi Chiellini capitano? È lo stesso che hai conosciuto qualche anno fa?

"Io vedo sempre lo stesso Giorgio Chiellini, un ragazzo che non ha mai mollato nemmeno una virgola in allenamento. Rispetto a quando l'ho conosciuto io, è cresciuto a livello di maturità, di esperienza e di mentalità. La fascia è una responsabilità in più, ma ormai è un punto di riferimento in quell'ambiente poiché tutti riconoscono le sue doti dimostrate in questi anni".

Hai coronato il tuo sogno di giocare in una big nel momento in cui hai indossato la casacca della Juventus. Nei primi mesi in bianconero, hai fatto davvero molto bene e tutti ricordiamo la bellissima intesa che avevi con Del Piero. Perché non siete riusciti a vincere lo scudetto durante quella stagione?

"Non siamo riusciti a vincerlo perché dall'altra parte c'era una squadra come l'Inter che era troppo forte. Esattamente come accade oggi tra Juventus e Napoli; noi come gli azzurri abbiamo rincorso la capolista ma organicamente non eravamo all'altezza. La Juve veniva dalla Serie B e stava ricostruendo tutto. Non era facile, a differenza di oggi che è tutto più semplice poiché chi arriva in bianconero trova una squadra che vince da tanti anni in Italia meritatamente".

Oltre la Juventus, c'erano altre squadre che ti volevano. Quali erano? Si possono fare i loro nomi?

"All'epoca mi volevano due squadre italiane: la Roma e il Milan. Decisivo fu il colloquio con mister Ranieri - all'epoca allenatore della Juventus - che mi parlò bene della squadra, mi disse che l'obiettivo era di far bene in Champions e mi convinse nella scelta. Quella maglia era una ambizione importante, in più avevo voglia d'Europa. Insomma, ho unito l'utile al dilettevole (sorride ndr)".

Non ti chiedo come è finita con la Juventus, ma che ricordi hai del periodo trascorso a Torino?

"Tutti sanno che la storia tra me e la Juventus non è finita bene, ma è stato fantastico giocare per quei colori. Conservo dei bellissimi ricordi legati a quel periodo, ho avuto l'opportunità di giocare con una bandiera come Del Piero e con altri grandi campioni come Trezeguet, Buffon, Nedved, Camoranesi. A mio figlio di 11 anni posso raccontare tutto questo con molto orgoglio. E per un ragazzo che come me veniva da una cittadina piccola del Brasile, giocare nella Juve è stata una vittoria".

Che cosa non ha funzionato?

"Dal 2009 al 2011, la Juve non aveva una dirigenza. E' questa la verità, non c'era la società giusta e non c'era nemmeno organizzazione. Ecco perché la squadra arrivò per due volte consecutive al settimo posto. Due fattori hanno cambiato tutto questo: il ritorno di Agnelli alla presidenza, l'avvento di Conte in panchina. Rimpianto? Sicuramente avrei potuto far meglio, lo dicono i numeri. Ho avuto i momenti brutti così come altri calciatori, ma ho avuto i miei momenti fantastici in cui mi sono divertito e ho segnato dei gol importanti. Non mi sono mai pentito di questa scelta".

Dopo la Juve hai avuto altre esperienze che non si rivelarono tutte positive. Ma i tifosi della Vecchia Signora ti ringraziano ancora per quel gol che hai segnato al Milan di Allegri nel 2012.

"Sì, quello fu il gol che fece vincere la Fiorentina a San Siro e al contempo consentì alla Juventus di scavalcare il Milan grazie alla vittoria contro il Palermo. Ricordo ancora molto bene quell'episodio, perché al termine del match mi arrivarono diversi messaggi di congratulazioni da parte dei miei vecchi compagni di squadra (sorride ndr)".

Si ringrazia Amauri per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.