Superpartes - Onore a Bonucci

03.08.2018 12:50 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Superpartes - Onore a Bonucci
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Scriviamo questo editoriale prima delle prime parole di Bonucci da "neo-bianconero". Però, più o meno, crediamo di poterne anticipare il contenuto. 

Non sappiamo esattamente se Leo pronuncerà la parolina magica, di certo nella sostanza chiederà scusa per quanto accaduto l'anno scorso: una decisione di pancia, guidata dall'orgoglio piuttosto che dalla ragione o dal cuore, la voglia di dimostrare di poter camminare con le proprie gambe, di poter spostare le montagne (o gli equilibri, fate voi) anche da solo, di essere più forte del collettivo e di non aver bisogno di un club che facesse da tutor, da navigatore. Credeva andasse diversamente, credeva che bastasse mostrare il petto per spazzare gli avversari, credeva che l'esperienza e la maturazione in bianconero sopperisse alle lacune caratteriali e tecniche che ancora esistono. Ha avuto la riprova - qualora ce ne fosse ancora bisogno - che è la squadra che fa grande il singolo e non viceversa. E che spesso il club trasforma l'ottimo giocatore in un campione. 

Questo ammetterà candidamente Leo nella sua prima conferenza stampa. E capiamo il risentimento del popolo bianconero, ma va detto che Bonucci non è uno di quelli che, chiusa la porta alle sue spalle per cominciare una nuova avventura, legittimamente scelta pensando di fare il bene della sua carriera, abbia cominciato a sputare nel piatto in cui - per anni - ha mangiato (e alla grande). Ha sempre avuto parole se non d'amore incondizionato (anche per rispetto dei suoi nuovi tifosi), quanto meno di affetto e stima per il suo vecchio/nuovo club. E l'esultanza dopo il gol allo Stadium, c'è stata, ma lasciateci dire "composta" e "naturale", com'è giusto che sia. Vivaddio, esistono ancora calciatori che esultano: giusto così, non ci sono mai piaciute le pantomime dei "finti pentiti". 

C'erano stati screzi, mai celati, tra lui e Allegri che lo avevano indotto ad una scelta immaginiamo sofferta e ragionata, alla fine dei conti rivelatasi comunque affrettata. Nulla contro la Juve, la sua dirigenza, i suoi tifosi. Chiamiamole, se volete, incomprensioni. In un mondo in cui nessuno si prende mai le proprie responsabilità, perché la colpa è sempre di qualcun altro, Leo ha dimostrato personalità ed umiltà: a volte ci vuole molto più coraggio a mettere da parte l'orgoglio, ammettere l'errore, chiedere scusa, tornare sui propri passi e provare a ricominciare da capo.

Sergio Stanco - Calcio 2000