Super Partes - Quell'insensibile di Orsato
Il day after della battaglia di San Siro le cronache dal fronte stanno impallinando Orsato. Di fatto è lui l'attore non protagonista che ha vinto l'oscar per la peggiore interpretazione del colossal. Ce ne sono altri leggendo i vari resoconti, come Rugani (che in realtà non ci era dispiaciuto), passando per Khedira e Pjanic (e qui c'è poco da discutere, ma dietro probabilmente c'è un problema fisico), arrivando ad Higuain, per il quale sono state cancellate decine di pagelle col 4 per trasformarle in tutta fretta in 7 dopo il gol. Potere del calcio, che fa discutere tutti e nessuno mette d'accordo. Partecipiamo dunque al dibattito e analizziamo la madre di tutte le castronerie di Orsato (sempre secondo la critica): il rosso a Vecino. Ingeneroso, incauto, frettoloso, esagerato, punitivo, eccessivo. Ne abbiamo lette di ogni. Sacrosanto non l'abbiamo visto da nessuna parte. Strano, perché al di là dello squarcio sulla tibia di Mandzukic che non può e non deve influenzare, l'intervento dell'uruguagio è chiaramente deliberato, volontario, cattivo, pericoloso, eccessivo, esagerato. E inutile, aggiungiamo. Il che è un'ulteriore aggravante.
L'attaccante croato aveva già scaricato il pallone e Vecino non aveva alcuna possibilità di contrastarlo. E anche se quella fosse stata la sua volontà, ci sarebbe dovuto andare col sinistro, non col destro, coi tacchetti spianati e ad altezza tibia. Rosso da manuale. Poi possiamo stare a discutere su come questo rosso sia arrivato, visto che Orsato l'aveva derubricato e ha avuto bisogno dell'aiuto da casa per coglierlo. E qui è curioso che proprio i propugnatori della VAR si lamentino ora dell'eccessivo utilizzo. Poi si può discutere per ore sulla sensibilità di Orsato, quella sì: applicando il teorema di Buffon di Madrid, un arbitro esperto, che ha visto e ha giudicato, che percepisce l'importanza della partita e capisce la tensione in campo, avrebbe anche potuto prendere in disparte il centrocampista nerazzurro e semplicemente dirgli: "Fai un'altra cazzata e ti caccio". Sarebbe finita lì, senza esacerbare gli animi e probabilmente anche lui sarebbe stato più sereno nel gestire i successivi 75' più recupero (inclusa l'irruenza di Pjanic, più "giustificabile" in parità numerica). Su questo si può discutere. Orsato probabilmente è stato insensibile, ma di certo non ha sbagliato a valutare l'episodio. E sentirlo definire errore grave sprigiona l'insopportabile olezzo delle ricostruzioni faziose.