Super Partes – Gli alibi di Allegri

20.11.2017 15:50 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Super Partes – Gli alibi di Allegri
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Sentendo le dichiarazioni di Allegri (e non solo) nel post-partita di Genova ho seriamente pensato di aver sbagliato canale. Il tecnico della Juve ha parlato di uno dei migliori primi tempi giocati in stagione, di gara decisa da episodi, di controllo del match fino al gol di Zapata e di mancanza di cattiveria in zona gol. Ecco, forse questo l’unico punto sul quale concordo, per il resto mi sembra che la partita l’abbia controllata la Samp che, con grande cinismo (quello che di solito si attribuisce alle grandi squadre) ha punito nelle (poche, va detto) opportunità concesse.

Ma al di là della diversità di vedute sull’analisi della partita, mi sembra un dato oggettivo che alla Juve di quest’anno manchino alcune caratteristiche peculiari delle precedenti: non staremo a sciorinare statistiche, ma la questione difensiva varrebbe un approfondimento ad-hoc. E in questo senso la partenza di Bonucci ha avuto un impatto non determinante. Certo, alcuni automatismi sono venuti meno, ma è l’organizzazione difensiva nel suo complesso che lascia perplessi. Siamo più concordi con Marocchi quando dice che è più questione di filtro a centrocampo, che non di marcatura dei centrali. La Juve di Marassi è crollata quando la squadra si è allungata e ognuno ha creduto di poter raddrizzare la situazione da solo. E’ diventata anarchia, caos, apprensione, paura.

Il problema, però, andrebbe affrontato all’origine, cioè laddove Allegri sostiene che la Juve era in controllo della partita. Andrebbe chiarito il concetto di “controllo”: giocare a ritmi bassissimi, con una circolazione di palla lenta e sterile, con tanti (troppi) errori di passaggio, probabilmente non è quello a cui il mister bianconero si riferiva. Poi, intendiamoci, la Juve ha avuto il “minimo sindacale” di occasioni per andare in vantaggio e far girare la partita, ma – non riuscendoci – si è esposta al rischio-beffa. E questa non è la prima volta che accade, perché di recente era già successo col Benevento e poi a Lisbona di regalare (almeno un tempo) agli avversari. A volte riesce di raddrizzarle, altre no.

Quello che, però, manca più di tutto a questa squadra, è la cattiveria: in zona gol, ma anche in mezzo al campo e dietro. La fame, come la chiamano in molti. La bulimica voglia di vittoria del passato. Ma soprattutto la grinta. Questa Juve gioca con supponenza, convinta che per vincere basti la classe dei suoi singoli. E che sudare la maglia sia esclusivamente il risultato e non bensì il mezzo per ottenere le vittorie. In tanti anni di carriera non ho mai visto Juve vincere giocando in punta di piedi o specchiandosi nella sua leziosità. Forse su questo si stavano animatamente confrontando Buffon, Barzagli e Marchisio seduti laconicamente in panca a Marassi. Questa Juve non ha bisogno né di fenomeni, né tanto meno di alibi. Ma di palle.

Sergio Stanco
Calcio2000