Meno tweet, più coraggio
Puntuale arriva il tweet del post partita del mister Allegri, anche dopo la figuraccia di marassi.
“Se non si è reattivi con la testa, si prende gli schiaffi, anche quando non li si merita. Ora reagire con positività che i giorni da qui al 6 gennaio diranno tanto su chi siamo e dove vogliamo andare!”
Appare invidiabile la forza che nell’ambiente del nostro calcio, riesce a far da padrona su allenatori e giocatori, pronti anche dopo una sconfitta ad avere la voglia, il tempo e le energie, di prendere una tastiera in mano è riuscire a trovare in modo conciso e scenico, parole e frasi ad effetto.
Me lo immagino proprio, Marcello Lippi che dopo una Foggia Juventus 2-0 datato 16.10.1994, prende “a caldo” il suo cellulare, apre il proprio account di twitter e trova parole e frasi ad effetto (il tutto senza sforare i 280 caratteri), seguito a ruota da capitan Vialli, sotto gli occhi di un amareggiato (ma non troppo) Luciano Moggi, pronto a dichiarare che “ci servirà da lezione”.
Sì, me lo immagino proprio.
La reattività alla quale il mister fa riferimento è qualcosa di assoluta importanza, a volte essere reattivi può cambiare la storia presente e futura.
Essere reattivi può essere determinanti nel capire, comprendere e prendere atto che magari è necessario e fisiologico, rivedere le proprie idee, i propri concetti, le proprie convinzioni, nonostante magari solo qualche mese fa, proprio quei concetti, quelle convinzioni si sono rilevati vincenti.
Non vogliamo fare gli allenatori (sono già in troppi a farlo davanti una tastiera) ma è lecito nutrire un dubbio sul progetto tattico che prevede di continuare a snaturare il ruolo di Mandžukić, con il conseguente dosaggio limitato di Costa, trattato come un Lanzafame, qualsiasi?
Non solo, il tutto diventa quasi un accanimento, quando a formare la coppia della catena di sinistra non è Alex Sandro, sulla carta il terzino di spinta (almeno quello dello scorso biennio…) ma il terzino titolare della Juventus di quattro anni fa…
Già perché siamo alle porte del 2018, eppure sta diventando sempre più una costante presentarsi con i due terzini di difesa titolari della Juventus di quattro anni fa, tanto che a volte sembra di rivivere un déjà-vu e lo sguardo come per inerzia cerca di capire dove sono Pirlo, Vidal e Pogba.
Chissà se tutto questo è frutto di reattività da parte dell’allenatore e di chi ha avuto mesi e mesi per pianificare una sessione di mercato, cercando di non prendere schiaffi (tanto per parafrasare il mister) da un capriccioso Dani Alves o da un’integerrima Atalanta.
Chissà, se c’è stata reattività nella valutazione di (non) rimpiazzare uno dei tre perni della difesa meno battuta degli ultimi 5 anni, chissà da dove viene quella positività nel rimpiazzare un pluridecorato campione brasiliano, con un giocatore che veniva da tante panchine rossonere a favore di gente come Abate e Calabria.
Chissà… perché può apparire leggermente inquietante attendere il 6 gennaio per capire “chi siamo e dove vogliamo andare”, pensavamo che questa rosa di campioni che si può permettere di tenere in panchina due esterni da 80 milioni di euro, guidata da un allenatore fresco di rinnovo super milionario, avesse ben scolpito in testa chi sono e dove voglio andare, già dalla mattina del 4 giugno 2017 (a proposito di schiaffi e reattività…)
Non lo diciamo, ne pretendiamo noi, ma è quello che leggiamo dai loro profili social, con quelle frasi ad effetto, piena di carica motivazionale da far invidia ad Al Pacino in versione “ogni maledetta domenica”.
Peccato che poi nella vita reale si rischia di cadere nel banale, abusando di termine e analogie che sembrano solo figlie di frasi fatte, già dette, scritte e riscritte.
Magari a volte sarebbe meglio alzare le mani non per digitare i tasti di una tastiera, ma per sbattere vigorosamente dei pugni su un tavolo.
Magari a volte gli schiaffi presi, dovrebbero lasciare dei segni nelle proprie convinzioni, trovando il coraggio di metterli in discussione, perché si hanno le capacità di farlo.
Lo confermano i trofei vinti e lo “impongono” i milioni di euro di contratto.
Anche perché francamente, dopo 6 scudetti e due cicatrici ancora sanguinanti, ci sentiamo grandi e vaccinati, per dover ancora aspettare la Befana, per vedere se meritiamo carbone o dolcetti…
@leolab8