LEONI PER...AGNELLI – Dybala che si rimette la maschera in una Juve che vuole soltanto vincere. Lo strano addio a Marotta non intaccherà il processo di crescita europeo del club. La Sud si trasforma nel frattempo da dodicesimo uomo a uomo...in men

03.10.2018 12:39 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
LEONI PER...AGNELLI – Dybala che si rimette la maschera in una Juve che vuole soltanto vincere. Lo strano addio a Marotta non intaccherà il processo di crescita europeo del club. La Sud si trasforma nel frattempo da dodicesimo uomo a uomo...in men

La Juventus che suona la nona sinfonia; Dybala che, nel frattempo, cala un tris nel giorno di Sivori, nel giorno della storia bianconera: mai così tante vittorie di fila da 88 anni a ieri. Il tutto senza Ronaldo, acquistato per fare il salto di qualità in Champions e che proprio in Champions non ha praticamente mai giocato a causa di quell'espulsione surreale di Valencia. Senza dimenticare che in serie A, dopo sette partite, il vantaggio è già di + 6 sul Napoli, la più credibile (e battuta) delle inseguitrici, consolidando, nel frattempo, la vetta solitaria anche in Europa.

Un quadro fin troppo perfetto cui serviva quasi fisiologicamente un'imperfezione.

E le storture, in questo momento, sono due. La prima si chiama Marotta. Inutile nascondere il fatto che questa decisione da parte della società abbia lasciato spiazzati tutti, dai tifosi agli stessi giocatori, passando per gli addetti ai lavori. Innegabile che il pensiero di tutti sia stato “qualcosa oltre quello che ci dicono è successo” - e poi ancora - “che risvolti avrà questo fulmine a ciel sereno in una delle stagioni più importanti per la Juventus?”. Beh, apparentemente nessuno. Anche nella prima gara ufficiale senza Marotta in tribuna, la Juventus ha continuato a macinare gioco, vittorie e record, ritrovando anche Dybala e rafforzando la propria identità di squadra. Perché, in fondo, la verità l'ha raccontata Nedved: “Gli uomini passano, la Juventus resta”. Poi qualcosa sicuramente sarà successo per accelerare il processo di rinnovamento societario, ed è difficile pensare che il motivo sia quello del ringiovanimento anagrafico della società, questo discorso funziona quando parli della squadra, l'esperienza, viceversa, conta e tanto in una società. Ma Andrea Agnelli ha dimostrato, da quando è presidente, di sapere perfettamente dove vuole andare e dove vuole spingere la Juventus. Ed è chiaro che la proiezione sia quella di una definitiva consacrazione europea. Per farlo bisogna distinguere i ruoli. Un responsabile dell'area sportiva, e qui Paratici ci sta benissimo. Un responsabile dell'area servizi, Marco Re; un responsabile dei ricavi, Giorgio Ricci. E, come vertice alto della piramide, il presidente Agnelli ad avallare tutte le operazioni, anche quelle future, importanti, a cui già si sta lavorando. Senza dimenticare Pavel Nedved, vice presidente ma soprattutto uomo di raccordo fondamentale tra società e squadra. E Beppe Marotta? L'ormai ex ad ha scritto pagine importantissime, forse tra le più importanti, della storia della Juventus, ma da grandissimo manager, non a caso premiato proprio qualche settimana fa, sa benissimo che prima o poi gli uomini passano. Resta il nome di una squadra alla quale ha contribuito a restituire la dimensione che meritava dopo le pagine buie di Calciopoli..

Dicevamo delle storture. Ce n'è un'altra. Lo sciopero del tifo, che ritrova la voce solo per insultare e quindi far multare la società e farsi squalificare. Ogni forma di sciopero è legittima e giusta, soprattutto quando viene toccato il portafogli, ma in una stagione così, con delle premesse così, il dodicesimo uomo rischierebbe di trasformarsi nell'uomo in meno e sarebbe il più clamoroso degli autogol.

Vincenzo Marangio – RmcSport

Twitter @enzomarangio