LA KIEV DEL CUORE
Perché il Real ha travolto la Juventus? Perchè la Juve ha di nuovo perso la Champions? Che fine hanno fatto le sicurezze della stagione precedente e degli ultimi sei anni? La rosa bianconera era adeguata a livello internazionale, o magari servivano rinforzi di qualità per competere con le big? Ma allora c'è o non c'è un gap da colmare?
Queste domande lasciano spesso e volentieri il tempo che trovano. Inutile fossilizzarsi su un evento che già si è manifestato ed è passato. Insicurezza, distanza tecnica tra le due formazioni, insomma, le risposte potrebbero essere molteplici e non è detto che bisogna avere delle precise risposte in tempo breve. Occorre semmai caparbietà e voglia di rimettersi in discussione per correggere gli errori che ci sono stati e per non disperdere il patrimonio di crescita e di mentalità che è stato accumulato lungo intensi e ricchi momenti di vittorie e successi di gruppo.
Certo, non è facile dimenticare subito una sconfitta concepita per chi resta immobile davanti alla prospettiva di agire, oppure cade nel pessimismo perdendo l’autostima dopo un tentativo andato a vuoto come quello di Cardiff, ma il punto sta proprio qui: ripartire, ripartire e ripartire di nuovo! Dev'essere un mantra, questo, capace di proiettate Madama lungo nuovi orizzonti europei soprattutto con l'aiuto e il sostegno dei tifosi.
Si riparte dai nuovi sorteggi, con nuove speranze e nuovi obiettivi, senza mai dimenticarsi da dove si proviene.
Solo così si può auspicare arriva al successo: con prove ed errori, per questo sbagliare fa bene, deve essere un incentivo per aumentare consapevolezza e maturità, doti imprescindibili per affrontare progetti e trofei internazionali. "Osa perdere per vincere“, questo dev'essere un nuovo orizzonte da tracciare, una nuova prospettiva da cui affacciarsi: quella di Cardiff è stata con ogni probabilità una buona occasione per apprendere come comportarsi davanti all’errore.
Il passaggio utile per intraprendere la giusta strada targata Kiev, oltre che alle conseguenze di una preparazione fisica e qualitativa della rosa, dovrà essere quello di incrementare il grado di accettazione dell’errore, imparare ad analizzare gli errori di quel 3 giugno, sviluppare competenze trasversali e rafforzare la fiducia in gruppo solido che deve dimostrare di essere tale solo es esclusivamente a se stesso!
Alla vigilia dei sorteggi, però, a incendiare la fantasia della Champions, oltre al nome degli avversari ovviamente, sono soprattutto i nuovi nomi della rosa bianconera da cui è lecito aspettarsi molto: Bernardeschi, Douglas Costa, Matuidi, De Sciglio e Szczęsny. La lezione della finale di Champions League allora va metabolizzata e messa a frutto per il futuro. Un futuro targato ucraino, dove Kiev è l’obiettivo principale. La campagna d’Europa 2018 già si annuncia più difficile di quella appena terminata. E allora, sotto a chi tocca.
Gli errori aiutano a crescere dunque, solo che se riguardano il proprio lavoro vengono perdonati raramente, e forse è proprio su questo aspetto che occorre lavorare molto di pi. E se invece di un errore si va incontro a un fallimento allora l’etichetta di perdente è immediata e pronta a bollare lo status sociale dell’autore.
Madama non deve fare altro che incrementare la fiducia verso i sorteggi, indipendentemente dalle squadre che vengano pescate, e vedere il tutto come opportunità in cui analizzare e imparare dagli errori commessi in quel 3 giugno, per mettere a frutto la lezione nel piano successivo: ripartire, più decisi e fiduciosi di prima. Più che mai.