IL TERZO TEMPO - Il teatro dell'assurdo allestito da ADL. La salute e le regole prima degli egoismi. Il mercato regala colpi, ma servirà?

La pantomima che ha fatto ridere il mondo, ora spaventa il campionato. Tra sentenze e ricorsi rischia di finire prima che cominci. Chiesa colpo ad effetto, ma se il calcio si ferma conta poco.
05.10.2020 15:50 di Luigi Risucci   vedi letture
IL TERZO TEMPO - Il teatro dell'assurdo allestito da ADL. La salute e le regole prima degli egoismi. Il mercato regala colpi, ma servirà?
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© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

Il teatro dell’assurdo è andato in scena ieri, dopo una settimana che lasciava presagire colpi di scena cinematografici, in pieno stile “cinepanettone”. Peccato che non sia Natale, ci sia ben poco da ridere e che l’unico comune denominatore sia la produzione made by De Laurentiis. Ma ricostruiamo i fatti, ormai risalenti ad quasi dieci giorni fa: è in programma Napoli-Genoa, con i grifoni che riscontrano due positivi nei giorni precedenti. Il Genoa, come da protocollo, gioca e ne prende sei dal Napoli, torna a casa e la pandemia dilaga tra le sue fila: tutti positivi. Al punto che Torino-Genoa viene rinviata. Al Napoli si dicono preoccupati, ma fanno i tamponi ed il solo Zielinski positivo risulta. Mentre la squadra sta per salire sul bus verso l’aereo che la porterà a Torino, arriva la notizia di una nuova positività (Elmas). E, quasi in contemporanea, quella che una ASL di Napoli ha bloccato il viaggio dei partenopei verso il Piemonte. Il comunicato della ASL è in realtà di dubbia interpretazione: si parla di Zielinski e dei suoi contatti stretti, ma non si fa espresso divieto al club di partire. Del resto la (stessa) ASL non aveva mosso un dito per la trasferta della Salernitana (con due positivi) a Verona. Ancora altre Asl in altre regioni non si erano occupate di Ibra e Duarte al Milan o dei giocatori del Torino. Sembra assurdo pensare che un’ASL possa condizionare a suo piacimento lo svolgimento di un campionato, scavalcando un protocollo firmato tra Governo ed organi del Calcio, avallato da CTS e da apposita circolare ministeriale.

Alla fine il Napoli sabato non parte, non osserva alcun isolamento fiduciario (i giocatori tornano nelle proprie abitazioni) e domenica non fa alcun tampone. Da oggi sarà in isolamento, probabilmente nel centro tecnico di Castelvolturno, individuato come domicilio del caso. La Juve nel frattempo, come annunciato, si era presentata regolarmente allo stadio, con tanto di formazione ufficiale. La pantomima che ha fatto ridere il mondo intero, viene chiusa alle 21.31 dall’arbitro Doveri, che come da regolamento sancisce la fine delle “ostilità” e referta la mancata presenza degli ospiti. Probabile seguito il 3-0 a tavolino per i bianconeri ed un punto di penalizzazione per i partenopei, in grado in pochi giorni di calpestare protocollo, circolare ministeriale e persino le indicazioni dell’ASL competente, non avendo disposto alcun isolamento dei propri tesserati nella notte tra sabato e domenica.

Agnelli chiarisce come abbia ricevuto un messaggio da De Laurentiis, con precisa richiesta di rinviare la partita. Risposta: no grazie, c’è un regolamento, un protocollo sottoscritto da tutti e come tutti hanno fatto fino ad ora, si gioca. Del resto, in giro per l’Europa, si sono susseguite situazioni ben più gravi e con numeri peggiori in maniera egregia, salvaguardando il regolare svolgimento dei campionati e tutelando l’industria calcio, che rappresenta il terzo fatturato del Belpaese.

Nel mezzo, le dichiarazioni del sempre opportuno e mai scontato ministro della salute Speranza, che ha tuonato come ci sia bisogno, anzi necessità, di “pensare più alle scuole che al calcio”. Argomentazione tutt’altro che originale, e che la collega del ministro Azzolina potrebbe tranquillamente bollare come “fuori traccia”. La scuola pensi alla scuola, lo sport pensi allo sport. Soprattutto perché si sono spesi incontri ed energie per programmare una nuova normalità, e non è certo il primo caso di positività riscontrato dal post-lockdown. Sino ad ora, tutti si sono attenuti alle regole, fino a Juventus-Napoli, agli infortuni di Insigne e Manolas prima, e le positività di Zielinski e del sostituto Elmas poi. Sono convinto, e non ho paura a dirlo, che se la partita in programma fosse stata Spezia-Napoli, né ASL né dirigenza azzurra avrebbero battuto ciglio.

Se vogliamo dirla tutta, pesa e non poco nelle valutazioni globali della vicenda, la presa di posizione della SS Napoli nelle recenti elezioni regionali in Campania: il governatore uscente De Luca sponsorizzato nelle uscite mediatiche e sui canali social della squadra più seguita in regione. Già ci sarebbe da obiettare sull’opportunità di simili scelte, ma preferiamo fermarci qui lasciando libera interpretazione al lettore.

Ora la palla passa ai giudici, con il Napoli che pare voglia adire la giustizia ordinaria, bypassando il verdetto sportivo. Una sentenza definitiva in merito potrebbe arrivare a campionato concluso, con tutte le conseguenze tragicomiche del caso. Qualora la FIGC smentisse la Lega, accogliendo il ricorso (se ricorso sportivo ci sarà) del Napoli, saremmo alla fine del campionato e, probabilmente, alla fine del calcio in Italia. Un precedente che vedesse i vertici del Palazzo calcistico uno opposto all'altro, sarebbe letale. Oltre che un precedente da far rabbrividire che consegnerebbe l’ordinamento sportivo all’arbitrio di un Direttore Sanitario piuttosto che un altro. A quel punto il teatro dell’assurdo giungerebbe a compimento, verso un epilogo che nemmeno Samuel Beckett avrebbe immaginato. Non ci resta che prendere i popcorn ed accomodarci in poltrona, per seguire l’anti-spettacolo che andrà in onda tra tribunali mediatici, sportivi ed amministrativi.

Una chiosa sul mercato, che chiuderà in giornata. Chiesa pare indirizzato verso Torino per una cifra vicina ai 50 milioni. Un affare inseguito a lungo e che, viste le cifre, sembrava impossibile in tempi di Covid. Svolta tattica, che indirizza Pirlo verso un centrocampo a quattro con esterni votati all’attacco. Il figlio d’arte è utilizzabile anche da punta esterna, ruolo originario ma “affollato” dalle parti bianconere. Decisive le uscite di Douglas Coste e De Sciglio, entrambi in prestito verso Bayern Monaco e Lione. Zero introiti ma un risparmio sul monte ingaggi considerevole, oltre che uno sfoltimento della rosa in vista della lista Champions.

Sembra quasi assurdo parlare di mercato e tattica in questi tempi, dove tra tribunali e tutela della salute (che, voglio sottolinearlo, resta la priorità) il calcio rischia seriamente di fermarsi. Di tornare ad un lockdown che questo mondo non può permettersi ulteriormente.