I numeri sono preoccupanti. Sarri non è l'unico colpevole. La Juventus è ancora padrona del suo destino
La premessa è doverosa e forse scontata: il lockdown ha reso anomala questa stagione. Dopo la pausa forzata è come se fosse scattato un campionato bis, calendario compresso con tre gare settimanali, temperature e tasso d'umidità tipicamente estivi. La Juventus riparte nel migliore dei modi. Poker nelle prime quattro giornate, in cui la Vecchia Signora mostra una buona condizione fisica: solo 2 gol incassati a fronte di 13 realizzati. Il primo campanello d'allarme suona contro il Milan quando, dopo un'ora a buoni livelli e il doppio vantaggio, 5 minuti di autentica follia bianconera consente al Diavolo di ribaltare il risultato e chiudere sul 4 a 2. Contro l'Atalanta la Juventus invece rimonta lo 0-2, ma la Dea domina il match sotto il profilo del gioco con una condizione fisica di gran lunga superiore a Bonucci e compagni.
Il modo con cui matura il 3 a 3 in casa del Sassuolo conferma i problemi della capolista, ancora una volta raggiunta e scavalcata dopo il 2 a 0 iniziale. Il dominio emiliano è palese anche nel possesso palla, 56% contro 44%. Szczesny migliore in campo è la sintesi inequivocabile della trasferta emiliana. La sceneggiatura delle ultime tre partite insomma è da film horror in bianco e nero. I 9 gol incassati e l'andamento dei match sono un ossimoro per la Juventus che ha storicamente costruito i suoi successi grazie ad una difesa solida, alla cattiveria agonistica e spesso alla gestione del vantaggio. Tutti elementi che sembrano essere svaniti. Come prevedibile, Sarri è finito sul banco degli imputati. Le accuse? Squadra senza identità, vulnerabile, giocatori a tratti svuotati mentalmente.
Sicuramente il tecnico è il primo responsabile, ma anche chi va in campo ha le sue colpe. Al Mapei Stadium, per esempio, Ronaldo sbaglia due occasioni facili, Bentancur causa con leggerezza il calcio di punizione poi trasformato in gol da Berardi, i difensori non bloccano un pallone che attraversa tutta l'area fino ad arrivare a Caputo. E i giocatori subentrati non incidono. Non resta che voltare pagina e tirare fuori il Dna bianconero. Il vantaggio sulle rivali è ancora consistente a 5 giornate dal termine. Per evitare altri blackout e tornare alla vittoria serve però la doppia scossa tecnica ed emotiva. A partire dal faccia a faccia con la Lazio. Lo scudetto può solo perderlo la Juventus.