Dybala salva Allegri

Chiamatelo fortunato, se volete. Lo si dice spesso dei grandi allenatori. Della vittoria di Verona si può dire tutto e il contrario di tutto. Ad esempio, che fosse sbagliata la formazione iniziale, che Marchisio in panchina quando manca Pjanic è un sacrilegio, che Khedira e Matuidi centrali non si possono vedere. Ma è altrettanto vero che tenere in campo Dybala fino al 72', quando fino ad allora era stato l'ombra di se stesso, si è rivelata un'intuizione vincente. E la Joya non si è accontentato di premiare la scelta del suo allenatore, è andato oltre facendolo passare come illuminato quando dopo altri cinque minuti si è bevuto mezzo Verona e ha chiuso la partita. Si potrebbe dire che, ancora una volta, Allegri abbia gestito in maniera eccezionale un gioiello grezzo, che al momento giusto ha rilanciato in tutta la sua brillantezza. O, d'altro canto, che lo stesso mister bianconero vi abbia rinunciato ingiustificatamente per troppe partite.

Da qualsiasi parte la si guardi, comunque, non si può non convenire che a Verona Dybala abbia salvato una brutta Juve, che fino a quando l'argentino ha sonnecchiato, è andata ad un passo da una magra figura. Ci ha scherzato, l'ha accarezzata e ha rischiato tantissimo. Troppo per una squadra che ci ha abituati a divorarsi gli avversari e che oggi è costretta ad inseguire, senza potersi permettere certi tentennamenti. Era stato buon profeta Allegri alla vigilia, quando aveva cercato di alzare la tensione dei suoi. Aveva annusato il pericolo. Questa volta, però, non è bastato. Per sua fortuna, ci ha pensato Dybala. Ammesso che si possa ancora parlare di fortuna...