Giuseppe Gazzoni: "La Juve era fortissima, ma il Dottor Umberto non voleva spendere e al tempo stesso non voleva non vincere"

Dichiarazioni.
12.02.2017 20:15 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Giuseppe Gazzoni: "La Juve era fortissima, ma il Dottor Umberto non voleva spendere e al tempo stesso non voleva non vincere"
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© foto di Alessio Alaimo

Intervistato da Il Resto del Carlino, l'ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni ha parlato della Juventus. Ancora riferimento a Calciopoli: "Calciopoli? Credo che quel tipo di scandali sia finito. Oggi scoppiano casi legati alle scommesse, c’è un vorticoso giro di soldi che sta cancellando i valori sportivi. Le squadre di B vengono in A poi retrocedono prendendo decine di milioni grazie al ‘paracadute’ che nel caso del Palermo può valere anche cinquanta milioni. Così a centro classifica non c’è più lotta, così il Bologna non potrà mai andare in B e può dedicarsi a costruire un futuro importante. Io con Calciopoli non c’entro niente, c’entra Victoria, la società che deteneva il pacchetto azionario del Bologna e ha chiamato in causa la Juventus: la Cassazione le ha dato ragione e dieci anni dopo si aspetta che la Corte d’Appello di Napoli valuti i danni patiti dal club. Con la Juventus avevo un buon rapporto. Era la squadra più forte del mondo, non avrebbe mai avuto bisogno di soccorsi arbitrali per vincere, né pagò mai i soccorritori ai quali bastava poter arbitrare la Signora per far carriera. L’ultimo affare che facemmo con loro fu la cessione di Paramatti, un onesto giocatore che pagarono cinque miliardi. Ripeto, la Juve era fortissima ma visto che la cassa di famiglia non voleva più spendere il dottor Umberto disse al suo staff che non voleva correre il rischio di non vincere.Ho ripreso rapporti anche con Carraro, l’eterno Carraro. Una volta i leader più duraturi erano lui e Fidel Castro.

Adesso c’è solo lui. Marchionne l’ho conosciuto a casa di Umberto. Uno che mette tutti sugli attenti. A quei tempi dirigeva la Società Generale Servizi di Ginevra, un gruppo con cinquantacinquemila dipendenti in tutto il mondo, e di successo in successo è arrivato alla grande operazione Fca che l’ha fatto amico di Obama e sedere accanto a Trump con il suo maglioncino nero. Lapo? Un ragazzo sfortunato. L’ho sempre trattato amichevolmente. Ho conosciuto Margherita, sua madre, è un ragazzo di talento. Vorremmo fosse più saggio ma temo che la saggezza abbia l’età dei vecchi… Saputo? Merita qualcosa di importante. Bisognerebbe fargli un red carpet, ha voglia di costruire una cantera rossoblù, penso che potrà arrivarci, Casteldebole sta diventando una bella canterina”.