Zazzaroni (Corsport): "Nel nostro calcio è normale che la Juve vinca grazie a Ronaldo e continuare a ripetere che Sarri..."

20.01.2020 18:00 di  Rosa Doro  Twitter:    vedi letture
Zazzaroni (Corsport): "Nel nostro calcio è normale che la Juve vinca grazie a Ronaldo e continuare a ripetere che Sarri..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni ha commentato così l'ultima giornata di Serie A: "Normale vuol dire normale, cioè niente, è la conclusione di un ventiduenne che fa cinema. Nel calcio, nel nostro, normale è che la Juve vinca grazie a Ronaldo - undici gol nelle ultime sette partite, sedici nelle prime venti, come soltanto Sivori sessant’anni fa - e si riconosca facilmente nella fuga scudetto, la prima stagionale: i punti di vantaggio sono quattro sull’Inter e sei sulla Lazio che a inizio febbraio recupererà la partita col Verona all’Olimpico. Normale è continuare a ripetere che la Juve di Sarri vince grazie ai colpi, alle giocate dei campioni, più che attraverso il gioco. Normale vuol dire normale, cioè niente: dopo un primo tempo assai noioso, ecco il guizzo; e dopo l’1-1 di Cornelius, un altro guizzo, ed ecco il risultato finale. Sarri non è e mai sarà Allegri, eppure la condanna alla vittoria li avvicina notevolmente. Normale per Conte è l’Inter «se non andiamo a 200 all’ora».

Giudizio volutamente severo: l’Inter non è normale, è forte. Non fortissima. Per andare a 200 l’Inter, più di altre, ha bisogno di campo, di metri, ovvero della possibilità, dopo aver recuperato il pallone verosimilmente col pressing alto, di ripartire in velocità (Lautaro, Candreva) oppure di potenza (Lukaku), o ancora sfruttando gli inserimenti dei centrocampisti (Brozovic, Barella, Sensi). Le servono il campo e i metri che Liverani ha cercato in tutti modi di restringere e ridurre puntando su un insolito 5-3-2: in sostanza ha costretto l’Inter alla partita che non ama, le ha lasciato il copione meno naturale. Conte è alla ricerca di una perfezione difficilmente raggiungibile il primo anno, e non ne farei soltanto una questione di “soldini”.