TATTICAMENTE PARLANDO... - L’analisi Tattica di Sergio Stanco

23.01.2018 00:20 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
TATTICAMENTE PARLANDO... - L’analisi Tattica di Sergio Stanco
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Douglas Costa spacca il Genoa

La Juve batte il Genoa con il minimo sforzo, ma anche col minimo risultato e la minima sofferenza. Ma non brilla. Colpa probabilmente di gambe pesanti e pensieri annebbiati.

 

TITOLARISSIMI

Con l'assenza di Dybala, Allegri si affida allo schema ormai consolidato: c'è chi lo definisce 4-3-3, ed in fase offensiva lo è anche, ma quando c'è da rinculare Douglas Costa e Mandzukic si abbassano sulla linea dei centrocampisti (e spesso anche oltre) disegnando un 4-5-1. Quando, però, c'è da ribaltare l'azione, sono proprio loro ad alzarsi rapidamente, mettendo il Genoa in inferiorità numerica. Il gol è l'emblema di quanto vi stiamo raccontando e ricorda tanto la classica giocata del 3-3-4 di "contiana" memoria, quando un esterno crossava e l'altro chiudeva dal lato opposto. Douglas Costa, seppur ad intermittenza, è la vera variabile impazzita della Juve, perché parte sì a destra, ma poi è libero di svariare ovunque, facendo impazzire la retroguardia rossoblu.

 

GENOA SPUNTATO

Un po' quello che ha cercato di fare Ballardini, disponendo i suoi con un 3-5-2 in avvio, con due punte atipiche come Pandev e Taraabt. L'idea era quella di non dare punti di riferimento alla difesa bianconera, facendo giocare in verticale i due attaccanti nel tentativo di attirare fuori i centrali della Juve, favorire giocate nello stretto e agevolare gli inserimenti da dietro. Tattica sulla carta anche logica, ma che in realtà è fallita per la determinazione di Chiellini e Benatia, ma anche per la copertura assicurata dai mediani, in particolare Matuidi, appannato in fase offensiva ma prezioso in copertura. Il "giochino" riesce bene invece agli uomini di Allegri: a difesa avversaria schierata Mandzukic si accentra e viene incontro, si offre per la sponda e lascia lo spazio alle spalle per l'inserimento di Matuidi. Come detto, però, il francese non è in grandissima serata e spesso arranca, facendosi rimontare. 

 

BALLARDINI CAMBIA

Vista l'inefficacia dell'azione offensiva, il tecnico rossoblu decide di invertire la rotta già al 46': fuori Rigoni, dentro Galabinov. Il modulo si trasforma in un 3-4-2-1, col bulgaro riferimento centrale e Pandev e Taraabt a supporto. Sarà un caso, ma la partita di fatto cambia binario. E lo fa sempre di più col passare dei minuti, anche a causa della stanchezza dei bianconeri. Come spesso accade in questi casi, Allegri decide di congelare il vantaggio: dentro Sturaro e fuori Khedira (anche lui autore di una gara impalpabile) e poi nel finale spazio anche al solito immarcescibile Barzagli al posto di Lichtsteiner. La Juve si mette a cinque dietro, si abbassa pericolosamente, ma di fatto regge senza concedere granché agli avversari. Bianconeri che devono crescere di condizione, soprattutto negli uomini chiave a centrocampo (Pjanic, Khedira e Matuidi), ma anche in Higuain, apprezzabile nello spirito di sacrificio ma spesso troppo lontano della porta e ancora troppo macchinoso quando ci si deve avvicinare.