Tatticamente parlando... di Sergio Stanco

18.02.2018 17:00 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Tatticamente parlando... di Sergio Stanco
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Una vittoria esiziale quella della Juve nel derby: nonostante il turnover, nonostante le assenze, nonostante gli infortuni durante la partita, i ragazzi di Allegri segnano, controllano, non rischiano nulla e portano a casa tre punti che valgono tanto, tantissimo.

SORPRESA STURARO

Il modulo è sempre lo stesso, sulla carta un 4-3-3 ma mai come questa volta gli interpreti lo plasmano sulla base delle loro caratteristiche. Così, in fase di non possesso palla, ma anche di inizio azione, Pjanic si abbassa come primo schermo difensivo e come regista basso, mentre Douglas Costa, Sturaro, Khedira e Alex Sandro sono allineati sulla mediana, con Higuain che fa il riferimento in attacco. Insomma, più un classico 4-1-4-1. Sembrano esercizi numerici pleonastici, ma in realtà è un'evoluzione ancor più evidente quando la Juve perde Higuain e ancora di più quando passa in vantaggio.

FALSO NUEVE

Higuain al 15' chiede il cambio per uno scontro di gioco nei primi minuti con Sirigu. Con Mandzukic fermo ai box, Allegri accarezza l'idea di buttare nella mischia il rientrante Dybala, ma alla fine si lascia sopraffare dalla prudenza e sceglie Bernardeschi. Decisione saggia e pure vincente, perché è proprio l'ex viola a confezionare il gol vittoria con un radente cross dalla destra che praticamente incoccia Alex Sandro. Un gol di fondamentale importanza, perché Douglas Costa - spostato in attacco a fare le veci del Pipita - è in evidente difficoltà nel ruolo di centravanti. Trovato il vantaggio, dunque, i bianconeri possono abbassare i ritmi (in realtà mia troppo alti) e limitarsi a controllare la timida reazione granata.

TORO SPUNTATO

De Sciglio-Rugani-Chiellini-Asamoah è la linea difensiva della Juve che toglie il respiro agli attaccanti avversari: solamente in avvio con Iago Falque, e nella ripresa con Niang quando Mazzarri si decide a giocarsela a viso aperto, il Toro costruisce qualche azione dalle sembianze pericolose, ma Szczesny non deve neanche sporcarsi i guantoni. A voler fare i perfezionisti, la Juve ha il solo difetto di non chiudere una partita che è sempre stata in suo controllo, ma che è comunque rimasta aperta fino al 94'. Con l'ingresso di Dybala al 66' al posto dello spaesato Douglas Costa, i bianconeri sono parsi immediatamente più efficaci in avanti: l'argentino ha anche avuto un paio di occasioni per il 2-0 ma la ruggine si è fatta sentire.

IL MIGLIORE: Il derby ha dimostrato che la Juve può reggere il turnover, finanche le assenze in contemporanea di Mandzukic e  Higuain, ma non può assolutamente fare a meno di un Pjanic sempre più sosia di Pirlo.

LA MOSSA: Al di là del gol, Alex Sandro in versione esterno alto non è affatto dispiaciuto, anzi. Con le spalle coperte da Asamoah, il brasiliano ha potuto dare sfogo alle sue accelerazioni che hanno messo in grande difficoltà la difesa granata.

LA CHIAVE: In una gara come il derby, dove i contenuti agonistici inevitabilmente prevalgono su quello tecnici, Stefano Sturaro si sente un po' a casa. Fondamentale il suo apporto di grinta e i suoi raddoppi, soprattutto quando c'è stato da blindare il vantaggio.

IL CAMBIO: Quando Higuain ha chiesto di uscire, Allegri ha immediatamente chiesto a Dybala di scaldarsi, ma poi gli ha preferito Bernardeschi. Scelta ineccepibile, perché l'argentino non poteva avere 75' nelle gambe, e anche proficua, perché poi proprio Bernardeschi ha spaccato la partita. E se la Joya avesse anche raddoppiato, il capolavoro di Max sarebbe stato completo.