Suma: "Bonucci non ritenuto più uno dello zoccolo duro della Juve. Quanto resisterà in questa bolla?"

22.09.2018 07:15 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Suma: "Bonucci non ritenuto più uno dello zoccolo duro della Juve. Quanto resisterà in questa bolla?"

Mauro Suma, direttore di Milan TV, sembra non aver ancora digerito il ritorno di Bonucci alla Juventus, tanto da montare casi che non esistono. Ecco le sue parole esternate su Milannews.it: "E' durato tanto l'obnubilamento di Douglas Costa in Juventus-Sassuolo. Ricapitoliamo: il brasiliano subisce fallo da Di Francesco nella metà campo neroverde, si rialza, percorre tutta la fascia e rende pan per focaccia all'avversario con un fallo successivo, ma non solo. Mentre Di Francesco si rialza, Douglas accenna ad una gomitata, poi la quasi testata sotto gli occhi dell'arbitro, fino allo sputo finale. Quello che ha sorpreso, in tutta questa fase, è che sono passati diversi minuti. Tutti minuti nei quali nessuno della vecchia guardia della Juve è andato a calmare il brasiliano. Non potevano andarci per ovvi motivi Buffon e Marchisio. Non poteva andarci Barzagli perchè infortunato e nemmeno Chiellini: era in panchina. Finita la lista? Evidentemente sì, perchè Bonucci non è più ritenuto uno dello zoccolo duro bianconero, dopo la sua stagione milanista. Piuttosto che a lui, la fascia sotto gli occhi della curva bianconera contro il Sassuolo è stata data a Khedira. Fior di giocatore il tedesco, grande professionista. Ma un giocatore che entra ed esce di squadra come lui per via degli infortuni muscolari, non può avere la testa da capitano. E' molto più portato per indole e traversie a gestire se stesso, piuttosto che un gruppo. Dunque Bonucci non è andato a indurre a più miti consigli Douglas, messaggio chiaro: se devo fare il mio, faccio il mio. Scelta contro natura per lui, che per indole è portato  a prendersi quante più responsabilità possibili. Quanto resisterà in questa bolla? Subisce il fascino dell'istinto Bonucci, è incline ai ripensamenti. La sua scelta, mentre era in rossonero, di tornare a Torino è maturata in silenzio. Che, sempre in silenzio, non in direzione Milano evidentemente, ne stia maturando un'altra?



A proposito di fascia, è arrivato il momento. Di pensare a quello che Riccardo Montolivo ha dovuto subire negli ultimi 4 anni della sua vita: l'ostracismo di Seedorf, il grave infortunio del maggio 2014, la mancata stabilizzazione dei mezzi di sintesi interni alla gamba su tibia e perone, il nuovo infortunio dell'ottobre 2016, la perdita della fascia di capitano dopo l'arrivo di Bonucci e l'esclusione per scelta tecnica dalla tournèe Usa. Rispetto a cotanti fatti, che dopo quattro allenamenti in gruppo non abbia giocato in Lussemburgo è a tutti gli effetti un dettaglio. Mentre sulla fascia di capitano nessuno nell'estate 2017 ha voluto prendersi con chiarezza e precisione la paternità della scelta, in questa estate del 2018 Rino Gattuso non si è nascosto dietro un dito, come suo costume. E si è assunto le proprie responsabilità: scelta tecnica, ho deciso io. Ma non è questo il punto. Non possiamo non notare che Montolivo è stato il giocatore più centrifugato degli ultimi anni. Gli è stato attribuito di tutto, dall'essere il volto di un certo tipo di gestione societaria alle accuse per le prestazioni (anche quelle in cui piuttosto che far fare brutta figura su una palla ad un compagno, preferiva farla lui), fino ad essere il bersaglio preferito delle contestazioni dei tifosi a San Siro. Giusto o sbagliato che sia, sul suo conto il chiacchiericcio si è trasformato in moneta sonante. In colpe, tutte abbondantemente pagate. La sensazione è che, un cambiamento societario dopo l'altro, tutto sia in movimento, mentre per Riccardo il tempo sembra essersi fermato. Rino Gattuso ha tutto il diritto, e il dovere, di fare le sue scelte. Non vive di pregiudizi e nemmeno di cattiverie. Ma il fatto che, nonostante non venga convocato, Montolivo stia passando il tempo ad allenarsi al meglio e a rispettare con il suo silenzio le scelte nei suoi confronti, può anche essere un segnale. Di ricomposizione della vicenda. Leonardo e Paolo Maldini sono sereni rispetto alla questione, lo stesso Riccardo è stato inserito nella lista Uefa del Milan per l'Europa League. Non resta che seguire l'intera evoluzione.

Arriva Gasp, aiuto. Il Milan negli ultimi quattro anni ha sempre faticato contro l'Atalanta. L'ultimo allenatore del Milan che ha vinto a San Siro contro i bergamaschi? Allegri...Ecco serviti i risultati degli ultimi quattro campionati a Milano: 0-1 Denis, 0-0 con Donnarumma migliore in campo, ancora 0-0 e 0-2 Cristante-Ilicic. Ci siamo capiti. L'ultima volta che Atalanta e Milan si sono affrontate, è stata una battaglia sotto il nubifragio di Bergamo. Con qualche colpo basso, come quello del Papu Gomez proprio sulle vertebre della schiena che Biglia si era fratturato venti giorni prima. Il popolo milanista non vive di questi rancori e preferisce volare alto, pensare alla propria squadra, sostenerla, vederla crescere. Ma in un altro stadio, quell'episodio avrebbe potuto lasciare degli strascichi. Normale, non tutte le tifoserie sono uguali. E poi domani non si gioca Biglia-Gomez,  ma Milan-Atalanta. Con noi che siamo sinceramente dispiaciuti per la mancata qualificazione europea dell'Atalanta. Ma che nessuno ce ne faccia una colpa. Perchè sarebbe clamorosamente sbagliato pensarla così."