Sconcerti: "Sarri e la Juve due culture opposte, non è riuscito ad affermare il marchio del gioco"

28.02.2020 13:50 di  Rosa Doro  Twitter:    vedi letture

Nel suo editoriale per il Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha parlato della Juventus e dell'incompatibilità con Maurizio Sarri: "Resto un estimatore di Sarri ma comincio a pensare che la Juve non sia casa sua. Sono due culture opposte. La Juve ha l’arte della storia, della forza, della politica. Sarri è un uomo diretto, sincero fino allo sgarbo, il suo meglio lo dà quando fa un po’ il fanatico. La Juve è tutta tradizione, Sarri come passato ha solo se stesso. Ha una forte estrazione popolare, come Allegri, come Lippi, ma quelli sono toscani di mondo, sanno navigare. Sarri no. Quando dice che due rigori come quelli di Lione in Italia li avrebbero dati, non si accorge che sta dicendo la cosa peggiore da ascoltare in cento anni di Juve.

La Juve non è spiritosa, non lo è mai stata. Lo era l’Avvocato ma quello era fascino e comunque non era lui che gestiva il quotidiano, quello toccava a Boniperti o Giraudo, teste durissime. Non lo sono adesso Andrea Agnelli e Pavel Nedved. Quando sentono battute sulle maglie a strisce e i rigori, non ridono. Ma fino a oggi è stato mancato completamente l’obiettivo. Sarri non è stato preso per vincere, quella è una necessità naturale nella Juve. Sarri doveva affermare un marchio di gioco che rendesse la Juve riconoscibile e gradita nel mondo. Questo non è successo, così sono rimaste evidenti solo differenze".