Sandro Veronesi: "Il mio poemetto è per i nostri tifosi, per chi soffre ed è emarginato"

13.06.2018 23:00 di Alessandro Vignati   vedi letture
Sandro Veronesi: "Il mio poemetto è per i nostri tifosi, per chi soffre ed è emarginato"
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sandro Veronesi ha parlato a Corriere.it del suo poemetto "L'Juventus": "Come son diventato bianconero? Ero in ospedale per le tonsille. Uscii juventino. I miei amici dicono sia stato un caso di malasanità... Il mio poema è un regalo ai tifosi per il settimo scudetto di fila. Ma non è che voglio irridere gli avversari. La Juventus è la squadra di quelli che soffrono, sono emarginati e qualche volta disprezzati. La squadra di chi sta in provincia. La mia prima Juve era quella di Heriberto Herrera, del brasiliano Cinesinho e dello spagnolo Del Sol. Gente che non vinceva i Palloni d’Oro ma portò via lo scudetto all’Inter invincibile degli anni Sessanta. E a me dava un po’ fastidio. Io stavo con i deboli e la prima squadra che completai sull’album delle figurine aveva i colori bianconeri. Bellissimi, una folgorazione.

Mi “innamorai” di Sandro Salvadore. E non mi chiamo Sandro per niente. Salvadore, un campione persino quando segnò due volte. Ma nella sua porta. La Juventus è la squadra degli indiani, romeni, albanesi, senegalesi e anche degli italiani. Perché ci sono gli italiani che stanno male e non hanno nessuna colpa. E per questo e per loro l’Juventus è la Fidanzata d’Italia. La squadra delle campagne e delle periferie, di chi vive nelle frazioni aggrappate alla provinciale, di uomini e donne per i quali le gambe contano più della testa, di emigrati, tornati, emigrati, tornati, uomini e donne che non vincono mai niente, salvo quando la Juventus vince qualcosa per loro. Abbiamo vinto tutto, però siamo anche la squadra più perdente. Perché per noi è così: o primi o niente. E non è questione di presunzione. Il padrone della Juventus è il più ricco d'Italia, ma quando vinci la gioia è la stessa, la felicità dell’operaio uguale a quella di Agnelli".