Qui Viola - Vanoli: “Dobbiamo lavorare di partita in partita. Su Fagioli…”

Qui Viola - Vanoli: “Dobbiamo lavorare di partita in partita. Su Fagioli…”TuttoJuve.com
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di Benedetta Demichelis

Paolo Vanoli ha parlato in conferenza stampa come nuovo tecnico della Fiorentina. Ecco le sue parole riprese da Tmw: 

Come mai è una sfida?
"Voglio iniziare a fare le condoglianze ad Amir perché ha avuto una perdita importante (il padre, ndr). Perché una sfida? Perché so cos'è Firenze e so che la società ha dimostrato di avere una grande crescita. Queste sfide mi motivano, mi danno energia, ma soprattutto non mi fanno paura. So che la strada sarà lunga e difficile ed è per questo che dovremo essere lucidi. Per uscire da questa situazione servirà tempo, sacrificio e lavoro. Lasciamo stare il mercato di gennaio. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina (Pioli, ndr), parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile".

È possibile avere una Fiorentina da salvezza in campionato e da big in Europa?
"Noi dobbiamo lavorare di partita in partita. Il campionato ha un obiettivo diverso, mentre la Coppa ha un altro obiettivo. Adesso l'errore è pensare a cosa possiamo fare. Noi dobbiamo fare piccoli passi: in campionato pensiamo al campionato, in Coppa alla Coppa. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti richiamo di "uscire". Io ai giocatori ho detto che siamo in fondo alla classifica e che adesso dobbiamo metterci sotto, io in primis. Una prima risposta l'ho avuta a Genoa, ma dobbiamo continuare a giocare. Io sono stato in squadre vincenti e lì c'era l'umiltà del vincente, non la supponenza del vincente. Questo posto, il Viola Park, che a me emoziona, deve diventare un mezzo per arrivare a vincere, per dare tutti qualcosa in più. È inutile guardarci indietro, guardiamo avanti. Ecco perché non guardo il mercato". 

Nell'ultima settimana si è visto alcune scelte discutibili dei giocatori sui social: come si costruisce la mentalità e in quanto tempo?
"Dobbiamo insegnare anche come comportarsi. I giocatori sono ragazzini, che ogni tanto sbagliano perché sono dentro ad un 'Grande Fratello'. Quando ci sono errori dobbiamo semplicemente prendere il giocatore, farlo sedere e dirgli come comportarsi. Anche quella dev'essere una crescita: capire perché un ragazzo fa un determinato errore".

Come ha intenzione di lavorare sulla difesa?
"Se guardiamo i dati bisogna ammettere che dobbiamo lavorare un po' su tutti. Prima vogliamo ripartire dalle cose più semplici, dalla compattezza. Prendiamo tanti gol da calcio piazzato e in un allenamento ho provato la marcatura a uomo sui corner. Dobbiamo avere più attenzione, si è visto anche sui gol presi a Genoa. Cambio di assetto? L'anno scorso sono partito con delle idee, poi con l'infortunio di Zapata ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Oggi però ripartiamo dall'ABC, poi possiamo cambiare e pensare anche a qualcosa di nuovo. A Genoa non siamo stati bravi a chiudere la partita, ma abbiamo capito che il pareggio almeno dovevamo portarlo a casa. Noi dobbiamo provare a vincere, ma non dobbiamo perdere". 

Ha sempre vissuto contesti di proteste negli ultimi anni: com'è il ruolo dell'allenatore in questi casi?
"Non so se è fortuna o sfortuna vivere certe situazioni. Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i nostri tifosi facendogli vedere sul campo sacrificio, voglia e grinta. In queste situazioni dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: noi siamo finiti in questa situazione e noi dobbiamo uscirne".

Quai sono criticità e pregi dello spogliatoio?
"Quello che abbiamo visto poco è la fragilità in cui prendiamo gol. Quando sono arrivato qua avevo paura, che è un sentimento positivo, che ci fa stare più attenti e concentrati. La mia paura è che i giocatori non fossero consapevoli di avere questa paura. La Fiorentina aveva altri obiettivi e non è facile cambiarli. Però la rosa ha la qualità per uscire, se gioca con umiltà. Devo dire la verità: non mi aspettavo che il gruppo recepisse così velocemente. Il gruppo è affamato e ha voglia di uscire. Fagioli? Ha qualità, può fare la mezz'ala e il play. Deve dimostrarmi chi è. Io ai giocatori dico: quello è il campo, adesso sta a voi. Con me non gioca chi è bravo ma chi porta risultati. Dev'essere un passo che dovrà fare lui, ma da tutti. La mentalità parte dalla testa, non dai piedi. Io ai giocatori ho detto che vorrei essere al loro posto... quando vedo la squadra calare al 60', con cinque cambi, mi cadono i coglioni. Chi entra deve alzare il livello". 

Perché ha deciso le doppie sedute?
"Perché a me piace lavorare. Abbiamo un bel centro, ci possiamo dormire e per questo ne approfitto. Poi voglio conoscere i ragazzi e fargli capire la mia idea. Chiarisco sulla preparazione: stamani ho fatto i test fisici, non per sapere le condizioni, ma per capire come posso lavorare su quello che è il mio metodo. Se io faccio correre un giocatore come una lepre e poi si spacca...Questa è la mia metodologia e devo stare attento in questo momento a tanti fattoti perché Piccoli non ha il fisico di Dodo e di questo devo stare attento. Quindi ribadisco: stamani ho fatto i test, ma non per una questione di condizione". 

Ha capito quali corde toccare su Gudmundsson?
"Non devo capire io lui, deve capire lui me... e anche velocemente. Lui come Fagioli sono giocatori importanti perché hanno qualità. Lui ha un vantaggio: a Genova lottava per salvarsi. Lui è un giocatore importante, su cui puntiamo, ma oggi ognuno deve lottare per i compagni: gli attaccanti devono essere i primi difensori e i difensori i primi attaccanti".