Palmeri: "I problemi della Juventus"

11.09.2019 09:20 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Palmeri: "I problemi della Juventus"
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Tancredi Palmeri si è occupato dei problemi delle big del nostro campionato nel suo editoriale su Tuttomercatoweb. Ecco le sue parole: "Tra le sette piaghe bibliche inflitte all’umanità non c’era ancora la pausa per le Nazionali a settembre solo perché ancora in quel tempo non era iniziato il campionato, ma nell’anno 2019 di grazia del Signore la sosta di inizio settembre si piazza come indice di gradimento esattamente tra la botta data con il mignolino allo spigolo, la zanzara che ti ronza nell’orecchio mentre dormi, e il controllo peso del bagaglio al check-in delle compagnie low-cost.

A Dio piacendo questo supplizio inutile e non richiesto sta per finire. Nel frattempo abbiamo avuto modo di alambiccarci con nuovi acquisti e con le analisi delle nuove squadre. Ma in verità alla fine della fiera nel calcio moderno sempre più perfezionato, la maggiore differenza è data dalla capacità di sbagliare il meno possibile. Ecco allora una analisi diversa delle cinque grandi: non per punti di forza, non per migliori acquisti o giocatori; bensì, per ognuna delle 5 grandi (per motivi di spazio, ci perdonino soprattutto Lazio, Torino e Atalanta), i due loro punti deboli: quello tecnico e quello strutturale, che alla lunga potrebbero costar loro i propri obiettivi.

JUVENTUS: DIFESA FRAGILE, SCONTENTI RUMOROSI
La rosa è la più completa, ma pur avendo anche così quattro centrali per due posti, di cui tre ampiamente titolari, eppure in presenza di Chiellini c'era garanzia del controllo della fase difensiva, del reparto, e in generale della tenuta mentale della squadra. Una presenza quella del Chiello che non ha assolutamente pari. Lo si è visto contro il Napoli, dove la Juve è andata in barca esattamente in quel tipo di situazioni dove gli era capitato l’anno passato in assenza di Chiellini.
E poi c’è l’aspetto strutturale degli scontenti: i Mandzukic e Cuadrado, ma soprattutto i Dybala e gli Emre Can, e l’esclusione Champions ha fatto capire l’aspetto inedito da gestire per la Juve. Sarri si è già piegato alla ragion di Stato per quanto riguarda l’anarchia tattica di Cristiano Ronaldo, difficile lo faccia anche per altre situazioni…

INTER: ESTERNI IN PROVA, L’EUROPA DI CONTE
Difficilmente l’Inter avrebbe potuto migliorare ulteriormente la propria rosa, ancora inferiore alla Juve ma estremamente vicina. Però c’è un aspetto che si sta sottovalutando: nelle squadre di Conte, in tutte, un dettaglio decisivo sono stati gli esterni di centrocampo, capaci di fare fruttare al meglio certe qualità specifiche. Da Guberti e Lanzafame al Bari e al Siena (dove però si giocava con il 4-4-2), a Lichtsteiner alla Juventus, chiave tattica per sfruttare la superiorità tecnica nelle aperture di Pirlo, nonché Giaccherini in Nazionale, vero apriscatole a Euro2016, e Marcos Alonso e Moses al Chelsea, cursori atipici da Premier. Gli esterni di Conte non sono necessariamente i più bravi, ma sono essenziali, e all’Inter c’è un problema: Candreva ci si sta riciclando, bene per ora, ma vediamo; Asamoah difficilmente può reggere tutta la stagione e tutta la fascia; Lazaro è ancora un’incognita; Biraghi deve trasformarsi da terzino a quinto di centrocampo. Non è un dubbio da poco per l’Inter.
Poi però c’è anche l’Europa di Conte: non tanto perché con i club Andonio non vi ci abbia mai brillato, ché la Champions non è certo l’obiettivo stagionale dell’Inter. Ma più che altro perché tanto alla Juventus quanto al Chelsea, il primo campionato al primo anno è sempre arrivato sfruttando la non partecipazione alle coppe europee. Mentre quest’anno la Champions dell’Inter è ben impegnativa…

NAPOLI: POCA INTENSITA’, CAZZIMMA DA TROVARE
Forse un mancato ricambio di uomini, forse la stanca per stare in cima da molti anni ma alla fine senza stringere nulla tra le mani, sta di fatto che nelle prime due uscite del Napoli quello che ha colpito in negativo è stata la mancanza di intensità totalei, che peraltro poi ha portato alla morbidezza in fase difensiva. Certo, sono stati comunque segnati 7 gol a Juventus e Fiorentina, però sono sembrati più la risultante delle fiammate di qualità: non l’intensa manovra avvolgente di Sarri, e nemmeno il controllo sicuro della partita di Ancelotti.
Il che porta anche alla cazzimma da trovare, quella personalità da grande squadra. Il Napoli ha reagito da grande sia con Viola che con bianconeri, però i grandi agiscono ancora prima di reagire, e invece il Napoli ha avuto bisogno di sentire la paura.

ROMA: NAZIONALI SENZA FILTRO, E SENZA STORIA
Il non aver perso contro la Lazio regala altra indulgenza a Fonseca, però ci sono due indizi su questa Roma, e attendiamo il terzo perché si trasformino in prova. La squadra in fase difensiva è una centrifuga che implode, non riesce a fare alcun filtro, difende in maniera troppo emozionale. Nazionali senza filtro verrebbe da dire, perché tra Zaniolo, Pellegrini e Cristante c’è praticamente il centrocampo dell’Italia, eppure contro Genoa e Lazio si sono visti reparti muoversi senza costrutto in mancanza di possesso palla. C’è un solo mediano di contenimento propriamente detto in rosa, Diawara, e forse presto sarà essenziale.
Il che porta a ricordare una cosa: ancora una volta è stata espiantata la storia a questa Roma, del gruppo storico dal centrocampo in su è rimasto solo Dzeko, e nei momenti di difficoltà mancano i punti di riferimento a cui aggrapparsi.

MILAN: POCHE IDEE, MA CONFUSE
E’ stato scioccante finora vedere il Milan. 90 minuti di nulla contro l’Udinese; 75 minuti idem contro l’Empoli. I 40 giorni di preparazione tattica di Giampaolo mandati in soffitta alla prima sconfitta, con il cambio immediato da 4-3-1-2 a 4-3-3 per bocca dello stesso mister, che solo dopo la prima prima partita - ma appunto tutta un’estate - ha realizzato che gli uomini non fossero adatti per quel tipo di modulo.
Ma in generale, anche la direzione degli acquisti del Milan è sembrata senza un piano generale: inseguito Correa (non Messi) per 2 mesi, per finire con Rebic; Rafael Leao e Leo Duarte primo e terzo acquisto più costoso, eppure finora non fondamentali, e altre operazioni sporadiche. Infine Boban che solo due giorni dopo la chiusura del calciomercato dice: “Sarebbe servita più esperienza”. Milan giovane, anche in cabina di regia. Per ora poche idee ma confuse".