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TJ - Montero a Sky: "La Juve con De Ligt e Demiral ha la coppia di centrali del futuro. Zidane era straordinario"

08.04.2020 14:30 di  Camillo Demichelis  Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - Montero a Sky: "La Juve con De Ligt e Demiral ha la coppia di centrali del futuro. Zidane era straordinario"
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Paolo Montero ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue parole riportate da TuttoJuve.com: 

Cosa hai provato quando sei arrivato alla Juventus?

"Sono arrivato nella squadra che un mese e mezzo prima aveva vinto la Champions e la partita l'avevo vista in Uruguay, visto che avevo terminato il mio contratto con l'Atalanta. Arrivare alla Juve e incontrare quei personaggi li e dormire subito con Ciro Ferrara, allenarsi con Peruzzi e con tutti quei fuoriclasse è stata un'emozione impressionante. Quello che dico sempre è che mi hanno insegnato l'umiltà verso il lavoro e mi hanno insegnato che l'io non esisteva, ma che esisteva solo il noi".

È vero che avevi un rapporto speciale con Zidane? E che un giorno lo difendesti da un tifoso che lo spintonò?

"Questo è un insegnamento della scuola italiana e sudamericana: lui, Del Piero e Boksic ci risolvevano le partite e io come difensore dovevo difendere i più forti e lo dovevo fare in tutti i sensi. Questo è quello che insegnano in Sudamerica. Zizou, visto il suo livello, è stato uno dei giocatori più semplici e più umili. Alla Juve sono passati giocatori fortissimi, però, lui come uomo era straordinario. Era impossibile non voler bene a Zizou".

Siete sempre in contatto?

"No adesso è sei mesi che non gli scrivo, non mi piace dargli molto fastidio. Però quando è mancato suo fratello ci siamo sentiti".

Qual è il miglior giocatore con cui hai giocato?

"Ho avuto la fortuna di vivere la migliore decade del calcio italiano della storia. Zidane, Del Piero, Peruzzi, Ferrara e Deschamps. Se non erano i più forti erano sul podio dei cinque più forti al mondo".

Un giudizio su De Ligt?

"Per me lui è un fuoriclasse. Per quello che ha dimostrato e per come è migliorato in questo periodo ha tutte le armi per diventare il più forte. Ma non dimentichiamoci di Demiral. Perché a parte l'infortunio è un giocatore giovane e la Juve può avere una coppia di centrali per molti anni". 

Un aneddoto?

"Io ho avuto dei compagni che se perdevamo la partitella non mi salutavano per un mese. Davids era uno che se perdevi due o tre partitelle ed eri in squadra con lui non ti salutava più. Non so cosa darei per tornare in uno spogliatoio come giocatore. Non so cosa darei per tornare indietro, anche solo per un minuto".

Quali sono state le emozioni più grandi?

"Le emozioni più grandi sono gli scudetti. Per la mia generazione c'è stato il rammarico per le finali di Champions perse, però, le emozioni più grandi sono state gli scudetti. Anche se le emozioni più belle sono state quelle di poter incontrare le persone che ho incontrato. Perché nessuno arriva dove arriva da solo, ma ci vuole sempre l'aiuto di qualcuno".

Pensi in futuro di poter allenare la Juve?

"Ogni ex giocatore che vuole bene alla sua ex squadra lo sogna. Ma è un sogno molto lontano. C'è una realtà che dice che sono pochi gli ex giocatori che hanno allenato la Juventus, ma è un sogno le notano e piacerebbe a qualsiasi persona sia passata dalla Juventus". 

Quale delle Champions perse è quella che fa più male?

"Per me quelle contro Borussia e Real. Io sono convinto che quella soprattutto con il Real Madrid, perché ho rivisto la partita dopo tanti anni con i miei figli, e penso che abbiamo fatto una gran partita. Però le grandi delusioni sono Borussia e Real". 

Cosa manca a questa Juve per essere vincente in Europa? Forse mister Lippi vi caricava sempre al massimo, mentre questa Juventus sembra poco motivata...

"Ci vuole anche fortuna, perché ci sono state delle squadre che hanno vinto la Champions e che nel momento critico non meritavano, ma poi hanno fatto gol e hanno vinto un quarto di finale o una semifinale. Un esempio: la finale del 2015 contro il Barcellona, la Juve ha dominato per mezz'ora e non ha avuto quel pizzico di fortuna per fare gol. Poi attacca il Barcellona che ti fa un gol, come capitò anche a noi con il Real che ci fece gol su un rimpallo. Io ci credo a quello. A quei livelli non hai bisogno di un allenatore che ti stimoli. Più stimolo di essere in Champions, di vestire la maglia della Juve, di giocare un match guardato il mondo e che giochi le partite che sognavi di giocare da bambino non ce ne sono. Io non penso di aver avuto bisogno di Lippi o di Ancelotti o Capello per giocare queste partite. Queste sono cose personali e individuali. Quel fuoco li non si compra o ce l'hai o non ce l'hai".

Parlando di leader, quanto è mancato Chiellini a questa Juve?

"Si è sentita tanto la sua mancanza, anche per gli avversari. Perché a volte il rispetto degli avversari è fondamentale, perché sanno che con Chiellini in campo sarà una "guerra" per 90 minuti perché non mollerà fino alla fine. È un colpo psicologico".

Se giocassi ancora, come fermeresti Cristiano Ronaldo?

"È forte fisicamente, e veloce. Devi avere l'aiuto dei compagni di squadra e devi cercare di rimanere uno contro uno e devi giocare con il fuorigioco. Devi cercare di non farlo girare, perché se si gira non lo puoi fermare".

Secondo te Ronaldo toglie la libertà di giocata ad altri giocatori?

"Secondo me il problema dipende dalla personalità dei suoi compagni. Perché i più grandi sono anche i più umili. Io avevo in squadra Zidane e Del Piero, campioni veri al livello di Ronaldo. Ma dipende molto dalla personalità degli altri. Per vivere nella sua ombra devi avere l'umiltà. Nel calcio ci sono gli architetti e gli operai. Io ero un operaio e non potevo diventare un architetto. Ronaldo non toglie niente a nessuno sei tu che ti togli".


Io non ti ho mai visto giocare, ma mi hanno sempre parlato della tua grinta, che tipo di giocatore eri?

"Giovavo al limite e davo il massimo fino all'ultimo minuto. Questa è stata sempre la mia caratteristica. Vengo da un paese piccolo, di soli tre milioni di persone e per lasciarlo ci attacchiamo al calcio e al nostro spirito uruguaiano. Che come dicono tutti nel mondo è la garra charrua".

Cos'è per te la garra charrua?

"Da quel poco che ho imparato a scuola: i nostri guerrieri indio erano grandi guerrieri. Alle nostre generazioni è rimasto poco perché siamo più italiani e spagnoli, ma ci piace pensare che ci è rimasta la garra charrua. Noi siamo vicini a due potenze come Argentina e Brasile e noi siamo tre milioni e volgiamo vincere contro di loro perciò ci portiamo dietro questo spirito. Abbiamo squadre importanti in Uruguay". 

Andrea Agnelli ti ha definito come il suo giocatore preferito. Che rapporto hai con l'attuale presidente della Juve e che rapporto avevi con l'avvocato Agnelli?

"Con l'Avvocato avevo il rapporto che avevano tutti i giocatori. E magari ti chiamava alle 5 di notte per sapere come stavi. Era un personaggio bellissimo. Le poche volte che ho parlato con lui aveva sempre la battuta pronta. Andrea lo conosco da quando era un bambino perché entrava con il padre nello spogliatoio. Adesso è un po' che non ci sentiamo, perché a me non piace dare fastidio. L'ho visto prima che diventasse presidente della Juventus, siamo andati a cena e lo ricordo sempre con tanto affetto". 

Visto che sei il suo giocatore preferito, magari può accadere qualcosa...

"Non c'è problema. Io gli auguro tutto il bene. E quando siamo andati a cena gli ho detto: "La Juve sarà sempre la Juve quando c'è uno della famiglia come dirigente". E alla fine i fatti mi hanno dato ragione".

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